1. DAGOSPIA INTERVISTA DI BATTISTA: ‘GLI ITALIANI NON SONO STUPIDI, HANNO CAPITO DI CHE PASTA È FATTO RENZI, NOI SFONDEREMO IL 30%. FAKE NEWS E FASCISMO? ARMI DI DISTRAZIONE
2. ERO UN GRANDE LETTORE DI ‘REPUBBLICA’ E HO SEMPRE VOTATO A SINISTRA, FINCHE'...
3. ‘NAPOLITANO IL PERSONAGGIO PIÙ PERICOLOSO DEGLI ULTIMI 60 ANNI: UN PORTAVOCE DELL’IMPERIALISMO, PRIMA SOVIETICO POI FINANZIARIO’. E SULL'INCARICO DI GOVERNO...
Marco Antonellis per Dagospia
Alessandro Di Battista, qual è il bilancio dei suoi primi 5 anni di Parlamento?
- Fantastici e deprimenti al tempo stesso. Sono cresciuto e ho imparato tanto, mentre con il mio gruppo, al di là di ciò che si possa pensare sul Movimento 5 stelle, abbiamo già cambiato il volto della politica italiana e del Paese. Al tempo stesso ho visto da vicino quali logiche muovono i partiti: le clientele, le lobby, gli interessi di clan o di corrente. La corruzione è nella forma mentis prima ancora che nelle mazzette.
Ce ne saranno altri cinque in un futuro prossimo...?
- Non lo so. Per adesso mi butto a capofitto nella campagna elettorale per Luigi e per i valori in cui credo. Più passa il tempo e più penso che governeremo il Paese. Poi coltiverò i miei progetti che saranno personali, e senza dubbio si intrecceranno con quelli del Movimento. E alla fine vedremo cosa accadrà. In questo momento storico, inoltre, è importante aprire a tutte le persone di volontà, rette e competenti. Questo non vuol certo dire snaturarci. E invito tutti i cittadini a votare contro coloro che hanno approvato una legge liberticida come il Rosatellum.
Lei ha detto che continuerà a fare politica: come sta preparando la prossima campagna elettorale?
- Pancia a terra in giro per l'Italia per raccontare a tutti chi siamo e cosa vogliamo fare. Sfatando gli stereotipi e smentendo le fake news che girano e gireranno via via di più su di noi per colpa dei media mainstream che rispondono a precise logiche di potere dei loro editori.
Se riceverete l'incarico di formare un governo dal capo dello Stato con chi vorreste condividere questa responsabilità? Se non è la Lega saranno i Liberi e uguali di Pietro Grasso, difficile ipotizzare altri scenari. O no?
-Intanto dobbiamo vedere il risultato perché secondo me sarà ottimo. Noi ci presentiamo con una proposta chiara, un candidato premier e se non avremo la maggioranza assoluta non lasceremo il paese nel caos ma proporremo un tavolo d’intesa sul programma. Non ci sarà spazio per trattative sottobanco sulle poltrone.
Vi aspettavate il PD di Matteo Renzi così basso nei sondaggi?
- È un tema che non merita nemmeno un commento. Gli italiani non sono stupidi. E hanno capito di che pasta è fatto.
Realisticamente, pensate che il MoVimento 5 Stelle possa sfondare la barriera del 30%?
- Abbondantemente. Visto cosa è accaduto in Sicilia? Abbiamo fatto il 35 come voto di opinione contro i signori delle clientele e del voto di scambio. A livello nazionale sarà più facile far valere le ragioni della nostra proposta e i nostri valori.
Non le sembra che a volte anche nei cinquestelle ci sia troppa smania, troppa ansia di potere che potrebbe dare di voi un'immagine sbagliata all'elettorato? Ribadire ogni volta che si deve andare al governo a tutti i costi non può rivelarsi un boomerang elettorale? Non si rischia di dare la stessa immagine dei politici che combattete?
-No, perché il potere per dei portavoce come noi è un mezzo e non un fine. Un mezzo per portare la voce dei cittadini in Parlamento e cambiare il Paese. E si ricordi che abbiamo il limite dei due mandati.
In queste ore impazzano le polemiche sulle nuove regole.
- Chiediamo ai nostri rappresentanti di tagliarsi lo stipendio, di non fare scelte clientelari o familistiche in eventuali ruoli da assegnare, di tenersi alla larga dai conflitti di interessi, di non tradire il mandato popolare con scelte da voltagabbana. Se gli altri partiti prendessero esempio, la politica ne guadagnerebbe tantissimo in termini di credibilità.
Roma doveva essere il trampolino di lancio, la definitiva consacrazione. Ma così non sembra essere andata. Come giudica l'esperienza della Raggi a Roma e della Appendino a Torino?
- Molto meglio di come appaia da fuori. A Roma abbiamo ereditato una situazione disastrosa con almeno 13 miliardi di debito pregresso e già per il secondo anno consecutivo abbiamo approvato il bilancio previsionale entro il termine del 31 dicembre. Una rivoluzione dal punto di vista contabile che consentirà di spendere meglio i soldi dei romani. Aspetterei la fine del mandato prima di giudicare le amministrazioni Cinquestelle.
Qual è il suo rapporto con Beppe Grillo e con Casaleggio?
-Eccellente da sempre.
In caso di vittoria elettorale quale dovrebbero essere le prime mosse, i primi 100 giorni grillini? Come se li immagina, con quali provvedimenti?
- Usciamo dalla logica delle misure emergenziali. Serve più giustizia sociale, lavoro per i giovani, investimenti in sanità, istruzione e ricerca e nei veri settori produttivi del futuro. Bisogna ricominciare ad occuparsi dei diritti economico-sociali, nodo tipico ormai di tutte le democrazie occidentali. Le proposte sono essenzialmente due: la creazione di una banca pubblica di investimenti sul modello tedesco che dia denaro alle imprese per essere competitive e il reddito di cittadinanza.
Tra i temi della prossima campagna elettorale ci saranno sicuramente le fake news e l'antifascismo. Lei cosa ne pensa?
- Armi di distrazione di massa. Noi siamo vittima ogni giorno di fake news perché il sistema sta alzando il tiro contro il M5S. Ma la rete è un ottimo strumento di cittadinanza consapevole perché consente verifiche immediate. Sul web le bufale hanno le gambe corte. Ho sentito quello che ha detto Roberto D'Agostino dalla Gruber e lo condivido pienamente. Ha perfettamente ragione.
Che rapporto ha con l'informazione cartacea?
- Ero un grande lettore di Repubblica ed ho sempre votato a sinistra ma poi entrando in Parlamento mi sono accorto dell'ipocrisia della sinistra, confermata da Eugenio Scalfari quando ha detto senza mezzi termini "meglio Berlusconi dei Cinquestelle".
Durante la “tua” legislatura ci sono stati due Capi di Stato con stili e approcci molto differenti tra di loro. Qual è il tuo giudizio?
- Ritengo che Napolitano sia stato il personaggio politico più 'pericoloso' che ci sia stato negli ultimi 60 anni in Italia. E' sempre stato il portavoce dell'imperialismo, prima di quello sovietico dopo di quello finanziario. Mattarella invece politicamente è un personaggio molto più garbato. Aspetto di giudicarlo dopo il 4 marzo. Spero che l'incarico di governo venga dato alla forza politica che prende più voti e che sarà in grado di dare una prospettiva stabile al Paese.
Lobby e massoneria, lei che ne pensa?
- Uno Stato non può tollerare l'esistenza di altri "stati occulti" che facciano quello che dovrebbe fare lo stato. Purtroppo sono tutt'ora in politica personaggi che facevano parte della P2. Le lobby invece vanno regolamentate perchè mi è capitato di vedere lobbisti al di fuori delle Commissioni mentre si discuteva il bilancio dello Stato.
Tra l'altro la Commissione Bindi è appena giunta a delle conclusioni...
- Faccio solo una notazione: per salvare Banca Etruria il padre della Boschi si incontrava con Flavio Carboni. Tutto ciò dimostra quanto alcuni poteri siano ancora estremamente forti in Italia. Se in Commissione Antimafia i 5 Stelle avessero avuto la maggioranza si sarebbe potuto fare molto di più.
L'euro deve rimanere? Dell'Europa cosa le piacerebbe cambiare?
- Una Europa più attenta ai risparmiatori e meno ai banchieri. Più attenta ai popoli e meno indulgente con il grande capitale. Proveremo a cambiare la governance dell'euro dall'interno.
Sulla questione banche stanno venendo fuori cose molto importanti grazie ai lavori della commissione parlamentare; lei che idea si è fatto in proposito e su come ha operato il giglio magico in questi anni?
- Il ‘giglio tragico’ è solo l'escrescenza evidente di un conflitto di interessi più profondo. Con la sua gestione della cosa pubblica come cosa privata, il renzismo si è scavato la fossa. Chi non vede il conflitto di interessi della Boschi è in malafede. Ma mi preoccupano di più le sorti di centinaia di migliaia di risparmiatori schiacciati dal legame incestuoso tra manager, grandi "prenditori" e sistema politico.
È vero come taluni sostengono che siete molto vicini alla Russia di Putin?
- Noi siamo vicini agli interessi dell’Italia e delle nostre imprese che stanno pagando duramente l’embargo alla Russia.