DARIO NEL PALLONE - FRANCESCHINI SI AVVENTURA SU TWITTER IN UN PARAGONE CALCISTICO: “AL MUNDIAL 82 IL SILENZIO STAMPA PORTÒ FORTUNA. FACCIO UNA PROPOSTA AI COMPAGNI DI SQUADRA DEL PD: PARLA SOLO ZINGARETTI COME FECE ZOFF” - MA L’EX PORTIERE LO GELA: “RESTAMMO ZITTI, MA NON PER SCARAMANZIA. NON PARLIAMO DI FORTUNA, FRANCHESCHINI NEPPURE IMMAGINA COME CI SENTIVAMO. AVEVAMO TUTTI CONTRO, LUI FORSE HA IL 5% CONTRO…”
-
Al #Mundial82 il silenzio stampa portó fortuna. E’ tutto molto delicato e difficile e per questo faccio una proposta a tutti i compagni di squadra del Pd: fino alla fine della crisi parla solo @nzingaretti per tutti, come allora fecero gli azzurri con Zoff. pic.twitter.com/uqGtzK0Z1E
— Dario Franceschini (@dariofrance) August 25, 2019
1 – "NICOLA COME ZOFF: PARLA SOLO LUI"
Da “la Stampa”
«Al Mundial '82 il silenzio stampa portò fortuna. È tutto molto delicato per questo faccio una proposta ai compagni di squadra del Pd: fino alla fine della crisi parla solo Nicola Zingaretti per tutti, come allora fecero gli azzurri con Zoff». È l' appello lanciato ieri su Twitter da Dario Franceschini, pubblicando la foto dell' Italia campione del mondo al Spagna '82.
2 – DINO ZOFF "AL MONDIALE '82 RESTAMMO ZITTI MA NON PER SCARAMANZIA: AVEVAMO TUTTI CONTRO"
Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Dino Zoff, ma veramente il vostro silenzio stampa dopo le prime tre partite del mondiale '82, quelle deludenti con Polonia, Perù e Camerun, portò fortuna come dice Franceschini?
«Per carità, non parliamo di fortuna: non fu assolutamente una questione di buona sorte. Franceschini neppure immagina come ci sentivamo noi: eravamo bersagliati dal 95% della stampa, avevamo tutti contro. Forse lui al massimo ha il 5% contro».
Come decideste, come arrivò la svolta?
«Pensammo che fosse impossibile continuare in quel modo, ogni giorno condannati a giustificarci su tutto quello che facevamo perché quello che facevamo era tutto sbagliato. Così diventammo muti. Io solo ero autorizzato, da capitano e da membro più anziano del gruppo, a intrattenere rapporti».
E Bearzot?
«Non era molto contento della nostra decisione. Lui era un grande ma era anche molto istituzionale, non amava i colpi di testa fuori dal campo»
Sentiva la responsabilità dell' essere il portavoce?
«Un po' sì, ma dovevo farlo, era giusto che fossi io a confrontarmi con le persone.
Meno male che per carattere potevo contare sulla mia tranquillità olimpica».
Poi andò bene
«Sì, ma non per fortuna». Il tweet Il post dell' ex ministro Dario Franceschini.