DAY HAFTAR TOMORROW – IL VERTICE DI MOSCA SULLA LIBIA È UN MEZZO FLOP: SERRAJ NON HA VOLUTO INCONTRARE HAFTAR E IL GENERALE DELLA CIRENAICA NON HA NESSUNA INTENZIONE DI RITIRARE LE TRUPPE. MA IL PASSO INDIETRO È LA CONDIZIONE BASE PER GIUNGERE A UN COMPROMESSO – NON È STATO FIRMATO NESSUN ACCORDO E SIAMO AL PUNTO DI PARTENZA MENTRE CONTE DA ERDOGAN FA LA SOLITA SUPERCAZZOLA: “NOI SIAMO FACILITATORI DI PACE. DOBBIAMO LAVORARE PER UN CESSATE IL FUOCO DURATURO (CIAO CORE)
-LIBIA, CONTE: LAVORARE TUTTI PER CESSATE IL FUOCO DURATURO
(LaPresse) - "Condivido l'urgente necessità di garantire un cessate il fuoco duraturo in Libia. Dobbiamo lavorare tutti per questo obiettivo comune avendo tutti medesima agenda". Lo dice il premier Giuseppe Conte, in una conferenza stampa congiunta ad Ankara, dopo l'incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "Il cessate il fuoco deve essere seguito da uno sforzo per garantire sovranità" aggiunge.
LIBIA, CONTE: NOI SIAMO FACILITATORI DI PACE
(LaPresse) - "Noi siamo facilitatori di pace, rivendichiamo questo ruolo e questo primato". Lo dice il premier Giuseppe Conte alle tv, a margine dell'incontro ad Ankara con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
LIBIA, CONTE: MAI PENSATO A INCONTRO SERRAJ-HAFAR, NON ERA PROPONIBILE
(LaPresse) - "Leggo su alcuni giornali autorevoli commentatori dire che avrei voluto fra incontrare Serraj e Haftar. Questo significa non conoscere il dossier libico. Non era proponibile, non è stata assolutamente concepita una cosa del genere". Lo dice il premier Giuseppe Conte alle tv, a margine dell'incontro ad Ankara con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
LIBIA, CONTE: GRUPPO INTERPOSIZIONE ONU È OPZIONE SUL TAVOLO
(LaPresse) - In Libia "ci deve essere un ruolo per le Nazioni Unite, assolutamente. Per quanto riguarda poi le modalità concrete per assicurare che questo cessate il fuoco sia duraturo lo studieremo a Berlino. Tra le varie opzioni sul tavolo c'è quella di un gruppo di interposizione". Lo dice il premier Giuseppe Conte alle tv, a margine dell'incontro ad Ankara con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
LIBIA, L'ACCORDO NON C'È: HAFTAR NON VUOLE ARRETRARE
Mauro Indelicato per https://it.insideover.com/
Nessun incontro tra Al Sarraj ed Haftar, ma soprattutto nessun ritiro delle truppe da parte del generale uomo forte della Cirenaica. Sono queste le più importanti novità arrivate da Mosca nelle ultime ore. Nella capitale russa è in corso da questa mattina un incontro supervisionato dai vertici russi, ma anche da rappresentanti turchi, che mira a ridare nuova fisionomia ai recenti accordi sul cessate il fuoco in Libia. Ma non tutto starebbe andando per il verso giusto.
I sette punti della bozza
L’accordo prevede sette punti. La bozza, cui hanno avuto accesso in via preliminare le agenzie, prevede in particolare il cessate-il-fuoco e il suo rispetto. Obiettivo ultimo del vertice di Mosca che però ha anche reso palese a tutti come le divergenze siano ampie e che il documento non sia in realtà la conferma della pace ma la sospensione dell’attuale assedio di Tripoli e in attesa della conferenza di Berlino. Un meeting che servirà soprattutto a chiarire il ruolo dell’Europa, delle varie potenze regionali, e a cui Putin e Erdogan hanno voluto arrivare con la certezza di aver scelto loro la road-map per la pace (e per la spartizione di influenza) del Paese nordafricano.
Come riportato da AdnKronos, che ha avuto accesso all’accordo, la bozza prevede l’osservanza incondizionata della cessazione delle ostilità, la determinazione di una nuova linea del fronte che assicuri la possibilità che il cessate-il-fuoco sia rispettato (con la formazione di una commissione militare che ne decida forma e modalità di attuazione). Previsto anche l’assicurazione di un accesso sicuro degli aiuti umanitari, la designazione di rappresentanti delle parti in causa per aprire tutti i canali diplomatici , militari ed economici al fine di mantenere la stabilizzazione della Libia. Mettere le premesse per un accordo intralibico con commissioni e esponenti incaricati dalle fazioni in campo.
Nessun incontro tra i due
Per la verità un faccia a faccia tra i due principali attori impegnati in Libia non era mai stato posizionato in agenda durante il vertice di Mosca. Del resto, proprio per evitare di incontrare Khalifa Haftar nei corridoi di Palazzo Chigi, la scorsa settimana Fayez Al Sarraj ha improvvisamente annullato l’incontro con Giuseppe Conte. Tuttavia, nella capitale russa speravano che qualcosa potesse capitare. Invitare entrambi nella stessa città e nello stesso luogo per firmare un accordo probabilmente decisivo per il futuro della Libia, dava adito a speranze in tal senso. Ma, così come si legge su molti siti libici, Al Sarraj ha confermato di non avere la minima intenzione di sedersi attorno ad un tavolo con il suo rivale.
A pesare è soprattutto la posizione delle milizie, assolutamente sfavorevoli ad ogni tipo di colloquio diretto del principale rappresentante del governo libico con Haftar. Dunque, le varie delegazioni che in queste ore stanno contrattando un accordo in grado di soddisfare i principali requisiti richiesti, stanno incontrando russi e turchi in separata sede. E questo fa ben intuire, a prescindere da come andranno le cose, il clima che si sta respirando tanto a Mosca quanto a Tripoli.
Haftar non vuole ritirare le truppe
Anche l’altra notizia sopra accennata non costituisce affatto una sorpresa. In tanti sospettavano infatti del fatto che il generale uomo forte della Cirenaica non avesse affatto intenzione di ritirare le sue truppe. Questo è un altro dei punti salienti dell’accordo in discussione a Mosca. L’obiettivo era di fatto creare un compromesso con Haftar: il ritiro nelle caserme delle sue truppe, in cambio della responsabilità (che suona più un onore che un onere) da accordare al Libyan National Army del controllo dei pozzi petroliferi.
Ma, come hanno ripetuto sia da Tripoli che da Bengasi, Haftar non ha al momento intenzione di far arretrare i suoi soldati dalla capitale. Dunque, nelle periferie tripoline in mano al suo esercito non ci dovrebbero essere mutamenti sotto il profilo militare. A questo punto è da chiedersi se il faticoso accordo tra le parti, che a Mosca si sta provando a portare in porto entro questo lunedì, sia o meno alla portata.
Accordo non trovato
Nel pomeriggio moscovita, è arrivata poi la conferma che qualcosa non stesse andando per il verso giusto: “I colloqui di Mosca sulla Libia di oggi si sono conclusi senza la firma di nessun accordo – ha dichiarato il consigliere del presidente del parlamento di Tobruk, Hamid al Safi – nessuno stop ai combattimenti”. Le affermazioni sono arrivate dall’agenzia di stampa russa “Sputnik”.
Motivo principale di scontro, decisivo per la non conferma dell’accordo ed il fallimento dell’odierna giornata di lavoro nella capitale russa, ha riguardato il sopra citato rifiuto da parte di Haftar di ritirare le proprie truppe da Tripoli. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, e il suo omologo turco Mevut Cavusoglu hanno confermato che Serraj ha firmato, ma Haftar non ha voluto. Non solo il rifiuto dell’incontro, quindi, ma anche la mancanza di firma.