DE LUCA VS MELONI, AL GRIDO DI “STRONZA”? ARRIVEREMO ALLA GARA DI RUTTI E PETI – CONCITA DE GREGORIO: “DEL RESTO CHI È CHE NON RUTTA DOPO UN BIRROZZO, TUTTI LO FANNO, NO? PER NON PARLARE DELLE FLATULENZE, VOGLIAMO CONTINUARE A VERGOGNARCENE? E PERCHÉ MAI? SONO COSÌ DEMOCRATICHE. ALZI LA MANO CHI MAI MAI MAI. RIVENDICHIAMOLE! PERCHÉ SFORZARSI A TRATTENERSI FINO IN BAGNO, QUANTA IPOCRISIA DA BUONA EDUCAZIONE BORGHESE, CHE FASTIDIO DA ÉLITE. CHE PRIVILEGIATI, SI VEDE CHE NON SIETE MAI STATI A REMARE SOTTOCOPERTA IN UNA GALERA, VOI COMUNISTI. LA SINISTRA DEI SALOTTI COL DIFFUSORE ALL'EUCALIPTO ALBINO..."


Estratto dell’articolo di Concita De Gregorio per “la Repubblica”

 

concita de gregorio

Quindi la scelta sarebbe tra darsi dello stronzo a vicenda e vincere le elezioni o usare una perifrasi, talvolta persino un congiuntivo, e perderle. Beh, merita un momento di attenzione, questa irreversibile china che abbiamo preso […] perché qualcosa, francamente, è andato storto. Tutti a dire eh sì, bravina, hai voglia a dire che stronzo non si dice, frocio nemmeno, hai voglia a fare il sopracciglio alzato: quella roba lì funziona. […]

 

La parolaccia, prossimamente forse la gara di rutti e di peti, quella roba fa ridere: fa simpatia, genera identificazione, del resto chi è che non rutta dopo un birrozzo, tutti lo fanno, no? Per non parlare della piaga universale delle flatulenze, vogliamo continuare a vergognarcene? E perché mai? Sono così democratiche. Alzi la mano chi mai mai mai, ma proprio mai.

 

VICENZO DE LUCA GIORGIA MELONI

Rivendichiamole, allora, no? Vedi che siamo tutti uguali, nelle difficoltà aeree del transito intestinale? Perché sforzarsi a trattenersi fino in bagno, quanta ipocrisia da buona educazione borghese, che fastidio da élite. Che privilegiati, si vede che non siete mai stati a remare sottocoperta in una galera, voi comunisti. La sinistra dei salotti col diffusore all'eucalipto albino. Vuoi mettere invece la bellezza, l'eguaglianza di essere tutti fratelli e sorelle al grado zero del controllo dei gas corporei?

 

Oooh. Come mai non è in nessuno slogan elettorale, mi domando, l'elitario stigma del peto. Come mai non è in uno di quei manifesti dove i "tappi europei" schiacciano il naso, non era meglio quando il tappo lo potevi buttare per strada o un po' dove cazzo ti pareva? Questo fardello dell'Europa dei tappi. […] È popolare, poi, è bello e giusto che uno dica quello che pensa. Chi non è d'accordo? Votate, sondaggio su Instagram.

FABRIZIO ALFANO RIPRENDE VINCENZO DE LUCA E GIORGIA MELONI

 

Anche il Papa. Non c'è uno al mondo che creda davvero che il Papa dica frociaggine e «il chiacchiericcio delle donne» e «noi che abbiamo i pantaloni invece» eccetera, nessuno che creda che parli così perché è argentino e non padroneggia la lingua.

Non conosce bene il senso delle parole in italiano, ma figuriamoci. Lo conosce benissimo e sa quello che dice: è quello che pensa. Disagio in certe enclave di sinistra, specie queer e femministe, ma la ola in compenso tra il popolo dei programmi di mezzogiorno e primo pomeriggio che in effetti convengono con lui. Il suo popolo. Un certo imbarazzo in chi aveva eletto Francesco a Che Guevara, sempre a sinistra. E invece guarda te, l'educazione gesuita. Quegli anni, a Buenos Aires.

 

VINCENZO DE LUCA CONTRO GIORGIA MELONI: LAVORA TU, STRONZA

Ma torniamo al consenso. Vannacci ha fatto un video, un consiglio per il voto, in cui con le mani fa x, nel senso del segno cui si barra la scheda, e dice che sulla scheda bisogna «fare una DECIMA», tutto maiuscolo. Così che a nessuno nessuno possa sfuggire che intende la DECIMA MAS […] Lo fa, Vannacci, con un sorrisetto come a dire: ci siamo capiti, voi ed io. Quindi tutto a posto? La Decima Mas è ok come riferimento nel tutorial per il voto? Domando, perché questa solfa del pericolo fascista ha esagerato, avete ragione, perciò che vuoi che sia un richiamino innocente, goliardico, complice, capace di parlare alla pancia dell'elettorato. […]

 

giorgia meloni parla di vincenzo de luca a porta a porta

Il principio della seduzione (da se-ducere, portare a sé, gli stronzi più anziani hanno fatto latino alle medie, allora era obbligatorio, dunque questa non è un'ostentazione di sapere odiosa ed escludente. È un nostalgico ricordo di quando fero fers tuli latum ferre si doveva mandare a memoria a dodici anni, incorporando una volta per tutte il concetto di normalità dell'irregolarità. Sono imprevedibili e sempre oblique le informazioni che arrivano dalla conoscenza) insomma dicevo la seduzione, arte sofisticatissima che procede per negazione, è sostituita dall'ammicco, che procede per accumulo. […]

 

Infine, solo ricordare che la lingua genera mondi. Non si limita a indicarli, li costruisce. Le parole sono architettrici: generano spazi. Da come parli si evince che mondo hai in mente. Come lo pensi, come lo vuoi costruire. Certo. Puntare a un modello di eguaglianza verso l'alto, al grado dieci e non al grado zero della conoscenza, costa più fatica. Studiare, difatti, costa fatica.

meloni sangiuliano de luca

 

Non ci si nasce, istruiti, non è nemmeno sempre tanto divertente. Costa sacrifici economici, tempo. Quello che i nostri nonni e i nostri genitori ci hanno esortato a impiegare così, perché loro uscivano dalla miseria e dalle guerre e dicevano sapere è potere, figlia mia, tu studia. Così ti saprai difendere da chi ti vuole imbrogliare, zittire, umiliare. Così camminerai a testa alta, non guardandoti la punta delle scarpe. Così vedrai più lontano, andrai in un posto più bello dove vivere.