DEFICIT D’ATTENZIONE – I DATI HORROR DELLA NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DEF, PRESENTATA OGGI DAL GOVERNO E INVIATA A BRUXELLES: IL RAPPORTO DEFICIT/PIL ARRIVERÀ NEL 2023 AL 5,3%, IN RIALZO RISPETTO ALLA STIMA DI APRILE DEL 4,5. MELONI E COMPAGNI DANNO TUTTA LA COLPA AL SUPERBONUS. ANCHE SE FOSSE VERO, LA SITUAZIONE È DRAMMATICA: NON C’È LO STRACCIO DI UN QUATTRINO E SARÀ DIFFICILE RISPETTARE LE COSTOSE PROMESSE ELETTORALI…
-Estratto dell'articolo di Alessia Conzonato e Massimiliano Jattoni Dall’Asén per www.corriere.it
[…] L’economia italiana rallenta. E la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza lo ha certificato: meno crescita del previsto e più deficit del previsto. Insomma, bisognerà ricorrere al debito per finanziare la prossima manovra.
La revisione al ribasso delle stime […] fatta dalla Nadef parla di una diminuzione del Pil non solo per il 2023 , ma anche per il 2024 […] e una possibile variazione al rialzo del rapporto deficit/Pil.
Una scelta definita «prudente» da parte del governo visto lo scenario macroeconomico […] Il passaggio del 27 settembre in Consiglio dei ministri è stato fondamentale per una migliore definizione delle risorse a disposizione in vista di una legge di Bilancio che si profilava già di poche ambizioni e ora sicuramente ne avrà ancora meno.
[…] Il Pil del 2023 si attesta su un +0,8%, in leggera flessione rispetto al +0,9% tendenziale ipotizzato nel Def e del +1% stimato sul piano programmatico. Il Pil tendenziale per il 2024, invece, potrebbe aggirarsi sul +1%, mentre il documento di economia e finanza calcolava una ipotesi di crescita dell’1,4%. Come detto, crescere invece il rapporto deficit/Pil, al 5,3%, in rialzo rispetto alla stima di aprile al 4,5%.
[…] Per le misure di politica economica da decidere nelle prossime settimane bisogna però affrontare il capitolo deficit. Nel Def di aprile il governo aveva confermato una stima programmatica del 3,7% rispetto al tendenziale del 3,5%, garantendosi circa quattro miliardi e mezzo di “tesoretto”.
Un capitale che però con il passare dei mesi è stato di fatto consumato dalla minor crescita. Dunque, per finanziare le proprie iniziative, il governo ipotizza di spingersi al massimo al 4,2%-4,3% di deficit programmatico, così da ricavare risorse necessarie alla manovra da varare a ottobre, e che dovrebbe aggirarsi non più sui 30 miliardi, ma tra i 20 e i 25 miliardi.
[…] A pesare sulla spesa pubblica, tra i vari punti, c’è anche quello del Superbonus, costato finora poco più di 100 miliardi di euro. Su questo discorso però si innesta il parere dell’Eurostat, che […] ha confermato come i crediti del Superbonus del 2023 siano da considerare pagabili e dunque vadano registrati nei conti pubblici nell’anno in corso.
Per quanto riguarda la contabilizzazione del bonus maturato nel 2024, invece, Eurostat chiede all’Istat un riesame, da effettuare al più tardi entro il primo semestre 2024, che tenga conto della sviluppo della vicenda dei crediti incagliati e degli interventi che il governo potrebbe fare per risolvere il problema. Il disavanzo ipotizzato ad aprile al 4,5% del Pil dovrebbe salire oltre il 5%.
Lo stesso parere lascia però una finestra aperta invece per il 2024, con la richiesta all’Istat «di riesaminare la questione al più tardi entro la fine del primo semestre del 2024, tenendo conto dell’evoluzione dei crediti d’imposta incagliati e degli interventi che il governo potrebbe intraprendere per risolvere il problema». Un rinvio che di fatto evita di mettere un’ipoteca sui conti del prossimo anno, rendendo ancora più difficile la scrittura della legge di bilancio.
[…] Dati gli ingenti costi che ha implicato allo Stato il Superbonus, gli emendamenti su una possibile proroga sono stati bocciati. «Abbiamo appena concluso i lavori delle commissioni ottava e nona del Senato con un risultato pessimo per gli italiani: governo e maggioranza hanno bocciato tutti gli emendamenti in materia di Superbonus», hanno comunicato i senatori del Pd, Michele Fina, Lorenzo Basso e Nicola Irto a mrgine dei lavori sul decreto asset. [….]