DEFICIT D’ATTENZIONE – GIORGIA MELONI FA BENE A RIPOSARSI IN PUGLIA: LA ASPETTA UN AUTUNNO DI FUOCO! TRA UN MESE IL GOVERNO DEVE VARARE LA NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DEF: IL DEFICIT A FINE ANNO, COMPLICE L’AUMENTO DEI TASSI DI INTERESSE, POTREBBE ARRIVARE AL 3,7%. E PER MANTENERE I CONTI PUBBLICI IN ORDINE, SERVIRÀ UNA MANOVRA DA 30-50 MILIARDI – IL FABBISOGNO DI CASSA CHE SALE, LE ENTRATE CHE CALANO, I DUBBI SUL PNRR E LA CRESCITA DEL PIL SOTTO LE ASPETTATIVE

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Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “la Stampa”

 

GIORGIA MELONI

Per mantenere i conti pubblici in ordine, l'Italia dovrebbe varare una legge di Bilancio da almeno 50 miliardi di euro. Trenta miliardi è il minimo, di cui 9 per il taglio strutturale al cuneo fiscale, 4 per l'Irpef, altrettanti per la previdenza e la sanità, così come per l'adeguamento degli stipendi del pubblico settore. A cui vanno aggiunti circa 2 miliardi, stando larghi, per il ponte sullo Stretto di Messina.

 

Oltre a ciò, tuttavia, bisogna calcolare l'incertezza sui tempi di pagamento della terza rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che vale 18,5 miliardi. E gli interessi passivi sul debito pubblico italiano, quantificabili in almeno 83 miliardi l'anno per il 2022, ma che potrebbero salire e superare quota 100 miliardi per l'anno in corso per via del rialzi dei tassi della Banca centrale europea.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

È un percorso in salita quello che porta alla prossima Nadef italiana. La nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def), attesa fra un mese, rischia di essere un boccone indigesto per l'esecutivo trainato da Giorgia Meloni.

 

Non sarebbe un fulmine a ciel sereno. Nel programma di emissione del debito pubblico del Tesoro pubblicato a fine giugno, i tecnici di Via XX Settembre hanno sottolineato che il 2023 non è lo scorso anno. Ci sono, testuale, «alcune discontinuità». Ne deriva che, secondo i dati provvisori relativi ai primi cinque mesi dell'anno, «il fabbisogno di cassa del settore statale sia salito a circa 81,8 miliardi, contro i 35,7 miliardi del corrispondente periodo del 2022, con un incremento di poco meno di 46 miliardi».

 

PNRR – GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY LE FRASI DI OSHO

Nel confronto, spiega il Mef, «occorre considerare che sul risultato dello scorso anno aveva inciso in maniera favorevole l'erogazione nel mese di aprile della seconda rata da 10 miliardi di sovvenzioni Pnrr». Motivo per cui sarà complicato raggiungere l'obiettivo Ue di una spesa primaria pari all'1,3% del Pil.

 

Il problema […], è legato alla congiuntura, da un lato, e alle nuove esigenze di finanziamento dettate da rincari più arcigni da ridurre, dall'altro. «L'idea di base era quella di stimare un rapporto deficit/Pil intorno al 2,5%, sull'onda di una crescita vivace, ma probabilmente sarà rivisto di almeno un punto in più», spiegano persone vicine al dossier.

giorgia meloni in versione barbie 4

 

Voci parlano di un deficit a quota 3,7% già a inizio 2024 (invece del 3,7% a fine del prossimo anno), anche in virtù di una crescita economica minore, che quindi deteriora l'effetto denominatore sui conti pubblici domestici. A peggiorare la situazione […] ci sono le minori entrate fiscali. Una riduzione del gettito che dovrebbe attestarsi a quota meno 20 miliardi di euro, mentre il surplus di spesa intorno ai 30 miliardi per il 2023.

Il risultato di partenza sono 30 miliardi di euro di legge di Bilancio. Circa 4,7 miliardi sono contenuti nell'ultimo Def. Gli altri devono essere trovati. Le voci più insistenti in ambito governativo parlano di una spending review da 1,5 miliardi, ma anche un riordino delle agevolazioni fiscali. Sul quale sta lavorando il viceministro del Tesoro Maurizio Leo.

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni

 

Incerto, tuttavia, è l'esito effettivo delle ipotesi in campo. Specie perché, nel caso non arrivassero entro la fine del trimestre in corso le risorse della terza rata del Pnrr, si dovranno trovare soluzioni alternative. Il ricorso a nuove, e straordinarie, emissioni di debito pubblico sarebbe scontato. Per almeno 20 miliardi aggiuntivi. A questi 50 miliardi, le cui risorse devono essere trovate, vanno però aggiunti i costi vivi dell'incremento dei tassi d'interesse da parte di Francoforte. […]