DELIRIO CAPITALE! PERFINO SABELLA, IL MAGISTRATO CHE HA RIDATO UNA VERGINITÀ POLITICA A IGNARO MARINO, MOLLA IL SINDACO: INFASTIDITO PER LE MOSSE FURBETTE COME LA TENTATA POLIZZA ASSICURATIVA, OGGI NON HA PARTECIPATO ALLA GIUNTA… - - - -


alfonso sabella ignazio marino

1 - COMUNE. IN CORSO RIUNIONE GIUNTA, ASSENTI ESPOSITO E SABELLA

(DIRE) - È in corso in Campidoglio la riunione della Giunta capitolina, la quarta presieduta dal sindaco Ignazio Marino dopo la presentazione delle sue dimissioni. In sala delle Bandiere assenti solo l'assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, e quello a Legalita' e Trasparenza, Alfonso Sabella, che ha lasciato l'incontro poco dopo l'inizio, come ha spiegato lui stesso uscendo da Palazzo Senatorio, per "problemi familiari".

 

 

2 - IGNAZIO MARINO: ALTRO CHE PRIMARIE, IL PD LO TRATTA MARINO COME UN "MATTO". IL RUMOROSO SILENZIO DI RENZI E ORFINI PER NON PROVOCARLO. IL FASTIDIO DI SABELLA...

 

Alessandro De Angelis per “Huffington Post”

 

alfonso sabella assessore alla legalita per ignazio marino

La regola di ingaggio che si sono dati Renzi e Orfini si adatta più a un caso psichiatrico che a un caso politico, che ha che fare con la Capitale del paese: “Non si risponde, sennò è peggio. È una scheggia impazzita”. Perché, appunto, l’intervista rilasciata da Ignazio Marino a Repubblica è stata classificata alla voce “follia pura”: il sindaco che parla come se non si fosse dimesso, annuncia che andrà in Aula e conclude pure che “se si fanno le primarie è possibile che io ci sia”.

 

Al presidente del Pd ieri è scappata una frase polemica sulle nomine di Marino fatte all’Auditorium per compiacere i poteri forti. Perché, ha confidato a qualche amico l’ex assessore Esposito “Matteo ne ha piene le p….e, quello se ne deve andare”.

IGNAZIO MARINO

 

Anche perché Orfini, e non solo lui, si è davvero stufato di questa propaganda del sindaco che parla di sé come un Don Chisciotte contro i poteri forti ma poi, nei fatti, farebbe le nomine gradite a Caltagirone: “Orfini – raccontano i suoi amici – è uno che vive in cinquanta metri al Tufello e ha speso in vacanza 70 euro al giorno per tutta la famiglia e Marino gli fa le prediche?

 

Matteo è nero, ma non parla”. Non parla perché sennò dovrebbe dire che non ha capito quanto di Marino sia follia o quanto sia un gran furbo: “Il Corriere – prosegue l’amico – oggi ha riportato la notizia, con tutti i riscontri del caso, che Marino il giorno delle dimissioni drammatiche e dei pianti voleva farsi con la compagnia del Comune una polizza per i danni legati all’incarico”.

 

Pure l’immagine di immacolato che Marino si attribuisce nelle sue uscite fa imbestialire in parecchi. Perché la verità è che l’opera di risanamento è iniziata con l’ingresso in giunta di Alfonso Sabella. È scritto nella relazione di Cantone che, nel primo anno dell’era Marino, il sistema delle deroghe nell’assegnazione degli appalti non era cambiato.

MARINO

 

E c’è un motivo se anche Alfonso Sabella dice: “Io comunque me ne vado”. Ha molto a che fare col tentativo del sindaco che in parecchi, anche nel vedono come folle ma anche come disonesto politicamente: “Marino – si dice ai piani alti del Pd – dice di volere un riconoscimento politico? Nessuno ha mai detto che era come Alemanno. E nessuno lo vuole cacciare per gli scontrini.

 

Quelli sono stati l’ultimi di una serie di errori. Ma lui vuole fare la vittima per poi andare in Aula, costringerci a cacciarlo coi voti del centrodestra e dire che lo hanno cacciato quelli di Mafia Capitale. Questo è il tentativo di un disonesto”. In parecchi ricordano la relazione di Gabrielli, che recepisce l’impianto di Pignatone, ove si diche certo Marino non è Alemanno ma che il sindaco “sottovalutò il problema” ed “ebbe una reazione tardiva”.

 

MARINO SCONTRINI

 

Ora, dicono Renzi e Orfini, bocce ferme. La linea è: “La decisione è presa, e non si torna indietro. Marino sta vivendo male un passaggio delicato, ma prima o poi cederà”. Di vederlo candidato alle primarie poi, non se ne parla.

 

Secondo quanto scrive l’agenzia Dire, si sta valutando una sorta di norma anti-Marino: “Una modifica allo statuto del Pd che consenta di evitare le primarie cittadine con il solo voto della maggioranza semplice, invece che col 60 per cento, come oggi”.

 

Notizia che il Pd smentisce. Norma o non norma, l'ipotesi di vedere Marino candidato alle primarie, semplicemente, non c'è. E, come si dice in questi casi, la storia continua.

MARINO