DELMASTRO, CHE DISASTRO! – GIUSTIZIA PER IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA: ANDRÀ A PROCESSO NON SOLO PER RIVELAZIONE DEL SEGRETO D'UFFICIO, MA ANCHE PERCHE' LO SCORSO GENNAIO FECE PRESSIONI SUL DIPARTIMENTO DELL’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA PER OTTENERE SUBITO LA RELAZIONE SUL CASO COSPITO. DOCUMENTI POI GIRATI A DONZELLI, E USATI IN AULA CONTRO L’OPPOSIZIONE – DELMASTRO RISCHIA ANCHE UN NUOVO RINVIO A GIUDIZIO PER DIFFAMAZIONE NEI CONFRONTI DEL PROCURATORE GENERALE DELLA CORTE DEI CONTI DI TORINO, QUIRINO LORELLI, DA LUI DEFINITO “CAPITAN FRACASSA DELLA SINISTRA GIUDIZIARIA” – VIDEO
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1 – L’AGGUATO DI DELMASTRO FECE PRESSIONI SUL DAP PER OTTENERE LA RELAZIONE
Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini e Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"
Nulla è successo per caso. L’obiettivo era tendere una trappola all’opposizione. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove ha «violato il dovere di segretezza imposto» ad atti «non accessibili per ragioni di ordine e sicurezza pubblica», scrive la Procura di Roma.
Lo ha fatto per permettere al suo collega di partito, amico e coinquilino Giovanni Donzelli, di attaccare nell’Aula della Camera il Partito democratico, accusando i parlamentari che avevano fatto visita ad Alfredo Cospito di voler aiutare i mafiosi al 41 bis.
Il dato emerge dalla lettura degli atti dell’inchiesta che hanno portato al rinvio a giudizio del sottosegretario: documenti che dimostrano la corsa folle (a un certo punto è dovuto persino partire un pony express) che il sottosegretario ha messo in atto per ottenere informazioni dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.
[…] Ma i documenti testimoniano anche il tentativo, a tratti comico, di provare ad allontanare le indagini sostenendo tesi improbabili («Ho dato le informazioni a Donzelli perché esercitava la sua funzione ispettiva: lo faccio spesso con altri colleghi in Transatlantico», dice Delmastro ai pm) e poi anche mentendo: «Donzelli mi ha chiesto dopo aver letto un articolo su Repubblica sulla visita a Cospito». Peccato che lo scoop a cui si fa riferimento, a firma Lirio Abbate, fosse del 31 gennaio. E la richiesta al Dap fosse invece di 24 o addirittura 48 ore prima.
Questa storia comincia infatti una domenica di gennaio del 2023. Il 29. Due giorni prima dell’articolo di Repubblica. Comincia quando sul telefono del capo del Dap, Giovanni Russo, arriva una strana telefonata del sottosegretario Delmastro. Strana, perché è lo stesso Delmastro ad ammetterlo con i pm: non è lui ad avere quella competenza, «ma io – dice davanti al procuratore Francesco Lo Voi, all’aggiunto Paolo Ielo e al pm Gennaro Varone – non lavoro solo nel perimetro delle mie deleghe, anche se la mia riguarda anche la polizia penitenziaria». In ogni caso Delmastro chiede a Russo le informative «sia del Gom che del Nic in relazione al caso Cospito».
Alfredo Cospito, terrorista in regime di 41 bis, ha cominciato da settimane lo sciopero della fame, rischia la vita, e anche per questo la sua protesta sta sfuggendo di mano: ha compattato il mondo “antagonista” e, soprattutto, è stata strumentalizzata dalla criminalità organizzata. I boss mafiosi sperano, grazie all’iniziativa di Cospito, di vedere cancellato o comunque attenuato il regime di 41 bis.
Di questo hanno parlato anche con lo stesso Cospito, circostanza della quale Delmastro evidentemente è stato informato. Di più: il sottosegretario sa anche che i contatti sono avvenuti nelle ore immediatamente precedenti alla visita di una delegazione del Partito democratico - composta da Andrea Orlando, Debora Serracchiani, Walter Verini e Silvio Lai - all’anarchico, per accertarsi delle sue condizioni di salute.
[…] Un assist perfetto per il governo. Lo slogan da leggere in Aula è pronto: «Questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi e della mafia? ». La relazione Perché questo possa accadere c’è però bisogno dei documenti ufficiali. E non a caso Delmastro chiede espressamente a Russo le relazioni del Gom e del Nic, i corpi scelti della Penitenziaria (il primo svolge un compito di custodia, il secondo effettua vere indagini), una sorta di intelligence delle carceri a cui lavorano i migliori uomini.
«Il nostro compito – spiega l’ex capo del Gom, il generale Mauro D’Amico ai pm - è che quando accade qualcosa di rilievo, ad esempio il commento di un detenuto su un fatto di cronaca, gli addetti alla sorveglianza riportino poi tali eventi in una relazione di servizio ». Lo avevano fatto anche in occasione dei colloqui di Cospito. Ed è quello che Delmastro cerca. «Il 30 mattina la segretaria del Dap continuava a premere per ottenere la relazione », spiega ai pm D’amico.
Viene fissato anche un orario: le 14:30 del giorno successivo. Una scadenza improrogabile, tanto che si muovono le segreterie di mezzo ministero. Ma come mai? Il caso vuole, dicono gli atti parlamentari, che nel pomeriggio del 30 (poi tutto verrà rimandato al giorno dopo) dovesse intervenire in Aula proprio Donzelli. La fretta, per questo, era tantissima. Tanto che una volta «redatto l’appunto l’ho fatto partire a mezzo di un motociclista» per fare prima, dice il povero D’Amico.
Ma non basta: «Mentre la moto partiva, le chiamate dalla Segreteria generale insistevano sino a che non mi hanno richiesto la trasmissione in Word del medesimo appunto nella sola parte “relazione”». Che significa? In un primo invio che era stato effettuato da Russo a Delmastro il 30 gennaio non si faceva menzione della visita del Pd. E soprattutto dei dialoghi di Cospito con i due mafiosi, Presta (28 dicembre) e Di Maio (11 gennaio 2023). Il materiale, cioé, che serviva a Delmastro e al suo amico Donzelli. Quello che, finalmente, la Penitenziaria invierà con l’ultima mail.
[…] Nonostante sugli atti fosse scritto a carattere cubitale “a limitata divulgazione”, il sottosegretario riesce a far avere all’amico deputato di Fdi il contenuto del fascicolo. Che infatti sarà citato alla lettera in Aula: «Devi mantenere l’andamento », «fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche le altre associazioni»; «adesso vediamo che succede a Roma»; «sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo»; «pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato ». Parola per parola quanto è scritto nella relazione del Nic.
«Ho preso soltanto degli appunti», dirà, in difficoltà, Donzelli ai pm. Mentre Delmastro è costretto ad ammettere, quando viene chiamato dagli inquirenti a rispondere nell’inchiesta aperta dopo l’esposto del leader dei Verdi, Angelo Bonelli […]
2 – IN UN VIDEO SUL WEB DEFINÌ IL PG LORELLI: "CAPITAN FRACASSA"
Da “La Stampa”
Un fermo immagine del video - ancora online sul canale YouTube di FdI a titolo «Delmastro: Incredibile! In Italia non puoi neanche pensare di ricordare le Foibe...» - in cui l'attuale sottosegretario, all'epoca deputato (2021), definisce il procuratore generale della Corte dei Conti per il Piemonte Quirino Lorelli «Caro Capitan Fracassa della sinistra giudiziaria italiana». Il Pg l'ha accusato per diffamazione.
3 – LE BEFFE AL PM, L’ARCHIVIAZIONE LAMPO: SCOPPIA UN NUOVO CASO DELMASTRO
Estratto dell’articolo di Mauro Zola per “La Stampa”
Sarà la Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera a decidere se il sottosegretario Andrea Delmastro dovrà affrontare un nuovo rinvio a giudizio: a denunciarlo per diffamazione il procuratore generale della Corte dei Conti di Torino, Quirino Lorelli.
Dopo il caso Cospito, seppure in tono minore, il parlamentare di Fratelli d’Italia torna al centro di una vicenda giudiziaria dal tortuoso percorso, che collega il tribunale della sua città alla Corte di Cassazione.
Nel marzo scorso era partita dall’ufficio del gip di Biella una richiesta di archiviazione, ancor prima che la Procura cittadina formulasse le sue di richieste in merito. Non appena il giudice per le indagini preliminari si era trovato in mano il fascicolo (che avrebbe soltanto dovuto trasmettere a Roma per ottenere l’autorizzazione necessaria trattandosi di un parlamentare), aveva invece optato per un’archiviazione preventiva. Una decisione che ha comportato la mancata comunicazione alla parte offesa e l’impossibilità di presentare un probabile ricorso.
Il procuratore di Biella, Teresa Angela Camelio, si era trovata sul tavolo quel fascicolo dopo che era stato rimbalzato da Roma a Torino. Questo perché non era ben chiaro dove fosse stato girato il video in cui l’attuale sottosegretario (all’epoca dei fatti, nel 2021, solo deputato) aveva pronunciato le frasi ritenute diffamatorie da Lorelli: essendo il parlamentare residente a Biella, lì il caso era approdato.
Saputo dell’archiviazione, il procuratore ha velocemente approfondito le implicazioni giuridiche di quanto successo e presentato un ricorso in Cassazione ora accolto con formula piena, annullando «senza rinvio il procedimento impugnato» e rispedendolo al mittente. […]
Inutile a questo punto la richiesta di rigettare il ricorso presentata dal difensore di Delmastro, l’avvocato Erica Vasta, storica collaboratrice dello studio di famiglia del sottosegretario. Tutto da rifare quindi, con il fascicolo che deve tornare a Biella, soltanto per poi ripartire l’ennesima volta alla volta di Roma e della Giunta per le Autorizzazioni dove potrebbe (la difesa strenua di Delmastro dopo il rinvio a giudizio per il caso Cospito lo lascia immaginare) bloccarsi il tutto. In caso contrario si ripartirà da Biella con una nuova udienza di rinvio a giudizio.
L’episodio che ha scatenato l’ira del procuratore generale della Corte dei Conti, riguarda la sua apertura di un fascicolo per danno erariale nei confronti dell’assessore regionale di Fratelli d’Italia Elena Chiorino, anche lei biellese e fedelissima di Delmastro, in merito alla decisione di acquistare dei volumi sulla storia di una martire delle foibe da donare alle scuole. Volumi che poi non sono stati mai comprati, dato che nel frattempo si era scatenata la pandemia.
Anche solo l’apertura del procedimento aveva però fatto infuriare l’esponente di FdI, il quale in un video, con grande enfasi, si era lanciato in una serie di apprezzamenti su Lorelli, mostrandone la foto e tuonando, a suon di iperboli e similitudini, contro i magistrati di sinistra e in difesa strenua della celebrazione della giornata dedicata ai martiri delle foibe (il video è ancora disponibile online).
Uno scontro a distanza finito con una denuncia per diffamazione aggravata, che una volta planata sulla scrivania del Procuratore Camelio l’aveva portata a sentire lo stesso Delmastro, il quale avrebbe sostenuto di aver soltanto svolto la propria legittima attività politica. Se questo sarebbe bastato a convincere la Procura biellese a chiedere a sua volta l’archiviazione, una volta ottenuto il via libera da Roma, forse non lo si saprà mai. […]