Ugo Magri per “la Stampa”
Una semplice occhiata al calendario fa intuire la settimana bestiale che attende Renzi di qui a sabato prossimo. È come se, dopo una noiosa stagione di bonaccia, gli elementi si scatenassero tutti in una volta. Oggi per cominciare tuonerà il cardinale Bagnasco. Si riunisce il Consiglio permanente della Cei, e figurarsi se il suo presidente farà mancare un'uscita forte contro la legge Cirinnà.
Ultimamente Renzi si è un po' defilato, però non abbastanza da schivare la grandine. Il governo verrà accusato di snobbare le famiglie per correre appresso ai gay. Come se non bastasse la Cei, oggi la Ue renderà noto il rapporto triennale sulla sostenibilità finanziaria dei vari Paesi. Qualora l'Italia fosse promossa, i primi a stupirsi sarebbero i gufi, che difatti sono pronti a festeggiare. Martedì altro brivido, perché Padoan incontrerà la commissaria Ue Vestager.
E se il ministro dovesse tornare a mani vuote sulla «bad bank» (incrociamo le dita) si complicherebbe il salvataggio dei nostri istituti di credito, schiacciati da 350 miliardi di sofferenze. L' indomani mattina, per uno scherzo del destino, Palazzo Madama discuterà la mozione del centrodestra proprio su Banca Etruria. Il governo non rischia di cadere.
Però le opposizioni daranno fiato alla propaganda. Si tornerà a straparlare di babbi, di logge massoniche, di complotti finanziari veri o presunti. Anche umanamente, è sicuro che Maria Elena Boschi farebbe a meno di questa gogna. Renzi altrettanto.
Come se non bastasse, l' astuto Denis Verdini profitterà della confusione per compiere un ulteriore passo verso la maggioranza. I suoi 17 senatori voteranno contro la mozione di sfiducia, e trovarselo fianco a fianco sarà motivo di scandalo per le anime belle della sinistra Pd.
Giovedì rullo di tamburi, ancora e sempre al Senato: inizia il dibattito sulle unioni civili e si vota sulle cosiddette pregiudiziali. Per non sbagliare pronostico, Berlusconi segna sulla schedina «uno ics due». Da Milano verso sera si scateneranno Salvini e la francese Le Pen in una manifestazione di tutti i leader euro-scettici. Ne grideranno a Renzi di tutti i colori, ma il premier avrà ben altro cui pensare.
Venerdì a Berlino lo aspetta col fucile spianato la Merkel. Non è esagerato dire che da quel colloquio dipende la piega della politica italiana per gli anni a venire. Ai piani alti della Repubblica c' è molta trepidazione perché la carne al fuoco è una quantità, la durezza di Frau Angela proverbiale e il carattere del nostro Matteo fumantino.
Sabato, mega sfilata del Family Day. Nel 2007 in piazza c' era anche Renzi, stavolta invece marceranno contro di lui. Per un leader che punta tutto sul gradimento personale, non sarà il massimo. Nel frattempo dovrà vedersela con il rimpasto di governo. Lo aveva sempre rinviato ma adesso non può più, e dunque dovrà procedere scontentando i mille aspiranti all' unica vera poltrona in palio (Affari regionali). Per sua fortuna, tra sette giorni il premier prenderà il volo per l' Africa, e sarà felicissimo di lasciarsi tutto questo alle spalle.