DIETRO LA SVOLTA AL CENTRO DI SALVINI C’E’ LA VOLONTA DEL "CAPITONE" DI INGLOBARE FORZA ITALIA, DARSI UNA VESTE PIU’ MODERATA PER APPRODARE NEL PARTITO POPOLARE EUROPEO E DA LEADER DEL NUOVO CENTRODESTRA MUOVERE VERSO LA CONQUISTA DI PALAZZO CHIGI – INTANTO SALVINI METTE IL CAPPELLO SUL GOVERNO DRAGHI - NODO SINDACI: A ROMA VERSO IL SI’ A MICHETTI, RESTA L’INCOGNITA MILANO. E SUL COPASIR URSO FAVORITO…

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Marco Conti per "il Messaggero"

 

silvio berlusconi con matteo salvini

La virata al centro di Matteo Salvini è decisa quanto spregiudicata. Obiettivo lasciarsi alle spalle la destra nazionalista, xenofoba e antieuropea e puntare a quel blocco moderato che guarda anche a sinistra e che al Nord fece la fortuna della Lega di Umberto Bossi. La proposta di una federazione con Forza Italia, e l' esibito sostegno al governo di Mario Draghi, servono al leader leghista per legittimare una svolta iniziata nei giorni in cui ha impedito la nascita del terzo governo di Giuseppe Conte bloccando fughe dal centrodestra di volenterosi.

 

L' OROLOGIO Dopo tre mesi dalla nascita del nuovo governo, proprio mentre il M5S si interroga su se e quando prendere le distanze dall' esecutivo dell' ex banchiere centrale, Salvini si reca a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio e ne esce dicendo di aver «perso di vista l' orologio» in un' ora e mezzo «di colloquio su tutto».

 

SALVINI BERLUSCONI OSHO

Nel «tutto» non c' è la federazione tra i due partiti del centrodestra che sorreggono la maggioranza, anche perché la questione è ancora controversa e Draghi ne vuol restare fuori. Ma il fatto che l' incontro con il premier avvenga proprio mentre si parla di realizzare un coordinamento unico tra Lega e FI, e poi magari un unico gruppo parlamentare, assegna a Salvini una ruolo di interlocutore privilegiato nei rapporti con Palazzo Chigi. «Colloquio cordiale» nel quale - spiega in un nota la presidenza del Consiglio - «si è discusso della situazione economica del Paese, che è in ripresa, e delle riforme». Ed è proprio la ripresa economica del Paese che Salvini intende intestarsi in prima persona ora che «i tempi di Conte, Casalino e Arcuri, per fortuna, sono lontani».

SALVINI BERLUSCONI

 

Il cambio di passo dell' esecutivo-Draghi, che i dem faticano a sottolineare e che buona parte del M5S nega, Salvini lo rivendica cercando di mettere ai margini gli alleati di governo e tagliar fuori l' alleata di coalizione. I tempi della federazione non saranno brevi perchè sono forti le diffidenze che serpeggiano in FI anche se il partito di Berlusconi è in affanno e lo dimostra la vicenda di Roma dove probabilmente cede uno dei suoi posti in Campidoglio ad un ex 5S.

 

Durante l' incontro, Draghi snocciola i dati di una ripartenza forte dell' economia. A Salvini brillano gli occhi e ripete più volte che «la Lega è un partito leale» e che nessuna iniziativa politica del Carroccio va interpretata come un atto di ostilità nei confronti del governo. Così vanno considerate le proposte della Lega sul fisco, e allo stesso modo l' iniziativa referendario avviata con i Radicali di Maurizio Turco su ben sei quesiti in materia di giustizia.

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

 

Ed è proprio su quest' ultimo tema che la svolta di Salvini è più netta certificando, quindi, la mutata strategia rispetto al voto leghista alla riforma-Bonafede della prescrizione che ora la ministra Cartabia intende cambiare.

 

berlusconi salvini

«Nessun intralcio al lavoro della ministra», ripete Salvini e nessuna barricata sulla flat-tax e anche sui migranti, tema sul quale Draghi intende impegnare il prossimo consiglio europeo. Accreditarsi a Roma per poi andare a Bruxelles e trovare interlocutori in quell' ala tedesca del Ppe che punta ad emarginare Afd.

 

Di fatto Salvini rinuncia alle parole d' ordine che hanno gonfiato ben oltre il 30% le percentuali del Carroccio proprio mentre Conte dice al Corriere che il M5S «non rinuncerà alle proprie battaglie». Una linea di «assoluta sintonia» che piace molto a Giancarlo Giorgetti - anche perché l' ha favorita sin dal primo giorno - a tutta la pattuglia ministeriale della Lega e che mette in conto anche di perdere qualche pezzo a destra, come dimostra l' uscita dalla Lega dell' europarlamentare Vincenzo Sofo emigrato nel partito di Giorgia Meloni.

enrico michetti

 

Quest' ultima ha tenuto il partito all' opposizione, ma ora combatte una battaglia molto interna in vista delle elezioni amministrative. Il vertice del centrodestra che ufficializzerà i nomi dei candidati si dovrebbe tenere domani, ma non è ancora neppure convocato, anche se molti dei nomi sono stati già definiti e sempre che si risolva anche la questione della presidenza del Copasir che dovrebbe andare ad Adolfo Urso. A Bologna corre Andrea Cangini, in Calabria l' azzurro Occhiuto mentre a Milano la Lega non ha ancora deciso chi far correre contro Sala.

 

ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

A Roma resiste e si consolida la candidatura a sindaco dell' avvocato Enrico Michetti proposto da Giorgia Meloni malgrado la fronda interna guidata da Fabio Rampelli che poco apprezzano il passato politico dell' avvocato che, tra Bruno Astorre (Pd) e Lorenzo Cesa (Udc), vanta un passato centrista. Manca ancora l' ufficialità ma Salvini ha già prenotato a Roma la piazza: il 19 del mese alla Bocca della Verità.