È DIFFICILE IMMAGINARE CHE I MELONIANI NON SAPESSERO DEI SOLDI "REGALATI" AI NEOFASCISTI E AI NO VAX – DA FDI È CALATO IL SILENZIO SUI LEGAMI CON LA FONDAZIONE “ALLEANZA NAZIONALE”. MA NEI BOARD DELL’ENTE, NEGLI ULTIMI ANNI, SI SONO SUCCEDUTI MOLTI BIG DEL PARTITO, DA LA RUSSA A DELMASTRO, DA LOLLOBRIGIDA AD ARIANNA MELONI – I BIZZARRI AFFARI IMMOBILIARI DELLA FONDAZIONE: HA DONATO 30MILA EURO ALL’ASSOCIAZIONE “ACCA LARENZIA” LASCIANDO CHE SI PRENDESSE L’OMONIMA STORICA SEZIONE. MA CONTEMPORANEAMENTE, HA ACQUISTATO UN NEGOZIETTO DI 24 METRI QUADRI A 164MILA EURO NEL CUORE DI ROMA. PERCHÉ?
-1. A CHI IL TESORO DEL MSI? A NOI. COSÌ FDI HA MESSO LE MANI SUL FORZIERE DELLA FONDAZIONE
Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
Sui finanziamenti della Fondazione Alleanza nazionale a sigle di estrema destra e associazioni dell’area no vax in piena pandemia è calato il silenzio. Dopo le inchieste del Domani e di Repubblica che hanno raccontato le spese della cassaforte che gestisce il patrimonio dell’ex Msi, poi Alleanza nazionale, da parte del partito della premier Giorgia Meloni nessun commento. […]
a ben vedere dai curriculum di chi non solo siede nel consiglio di amministrazione, ma […] anche nella società controllata che gestisce gli immobili (il vero tesoro) emerge con chiarezza come Fratelli d’Italia abbia messo le mani nel cuore della Fondazione e nei suoi gangli vitali da tempo. Un’azione partita ben prima della vittoria alle elezioni del 2022 […]
I finanziamenti a Forza Nuova e alle associazioni della galassia no vax risalgono al 2021, pochi giorni prima dell’assalto alla Cgil per il quale è stato condannato Roberto Fiore: lo stesso che, secondo una informativa della Guardia di finanza, ha fatto da tramite con la Fondazione per far arrivare fondi a società dietro le quali c’era lui.
Del 2023 è invece il sostegno da 30 mila euro ad Acca Larentia, associazione di estrema destra legata a Casapound, per l’acquisto della sede. Chi c’era nei vertici della Fondazione in questo lasso di tempo, tra il 2021 e il 2023?
La Fondazione dal 2017 è presieduta da Giuseppe Valentino, ex sottosegretario alla Giustizia nel governo Berlusconi del 2005, molto vicino a Meloni e al presidente del Senato Ignazio La Russa. Valentino era il nome scelto da Fdi, all’inizio del governo Meloni, per entrare da laico nel Consiglio superiore della magistratura: salvo poi fare un passo indietro dopo le polemiche per una indagine legata alla ‘ndrangheta archiviata.
Fino al 2022 vicepresidente della Fondazione era poi il senatore di Fdi Roberto Menia e segretario l’attuale sottosegretario Andrea Delmastro: inoltre sedeva nel cda anche lo stesso La Russa e l’attuale ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida cognato della premier. Oggi nel cda siede la sorella della premier, Arianna.
Ma è guardando al ramo immobiliare che si capisce come la Fondazione sia stata, e sia oggi, nelle mani dei meloniani. Tornando al filo che collega l’ente a Forza Nuova, nel 2021 il partito di Fiore aveva una sede in via Giovanni Paisiello 40, in una palazzina di proprietà della Fondazione: si tratta di un immobile di grande valore della donazione ad An della contessa Colleoni. In quella donazione c’era anche la famosa casa di Montecarlo che è costata una condanna in primo grado a Gianfranco Fini per riciclaggio.
In via Paisiello c’è il bene che rendeva di più alla contessa come affitto, e che invece era di fatto occupato, gratuitamente, da Forza Nuova: lì aveva sede anche una associazione culturale di un dirigente di Fn che ha ricevuto 3 mila euro dalla Fondazione.
Bene, tutto il patrimonio immobiliare, comprese le sedi di FdI e il quartier generale di via della Scrofa, è gestito dalla società Italimmobili: il vero tesoro della Fondazione. A bilancio ha un valore di 20 milioni, ma sul mercato i beni potrebbero valere cifre molto più elevate.
Ed è qui che siedono da tempo uomini di stretta fede FdI: oggi la società è presieduta da Roberto Petri, dirigente emiliano di FdI e marito della senatrice Marta Farolfi. Il secondo componente del cda della controllata è Antonio Tisci, anche lui dirigente di FdI, in Basilicata. Il terzo è ultimo componente del board è Filippo Milone, un volto legato a La Russa e al mondo dei Ligresti […]
Insomma, da anni il partito della premier gestisce di fatto la Fondazione An: anche quando finanziava sigle fasciste e no vax. E quindi poteva non sapere a chi andavano i soldi o chi occupava i propri immobili?
2. LE BUGIE DI FDI SUL CASO DI ACCA LARENTIA: LA SEDE AI FASCISTI, IL NEGOZIO ALLA FONDAZIONE
Estratto dell’articolo di Giovanni Tizian per www.editorialedomani.it
La tensione in via della Scrofa 39 è ancora alta dopo la notizia pubblicata ormai una settimana fa da Domani sui fondi regalati ai neofascisti dell’associazione “Acca Larenzia” per comprare l’omonima storica sezione dove sono stati uccisi, nel 1978, tre militanti del Movimento sociale italiano. […]
[…] non sono convincenti le motivazioni ufficiali che hanno spinto la fondazione collegata al partito a mettere sul piatto il denaro offerto ai neofascisti. Di certo all’interno della fondazione, cassaforte immobiliare del partito, chi ha deciso nel 2023 di staccare l’assegno da 30mila euro per l’associazione presieduta da Giovanni Feola (ambiente CasaPound, fascisti del terzo millennio) lo ha fatto con riservatezza.
Un segreto ben custodito all’interno del partito e della fondazione, rimasto tale pure nei giorni delle polemiche del 7 gennaio scorso, durante il raduno per ricordare i tre missini uccisi «dall’odio comunista», recita la targa firmata «I camerati». Era prevedibile l’imbarazzo che avrebbe suscitato la scoperta di legami finanziari con quel mondo neofascista dal quale ufficialmente Fratelli d’Italia e la premier provano timidamente a prendere le distanze.
La domanda è dunque sempre la stessa: perché spendere 30mila euro e tornare a casa con niente in mano, ossia senza la proprietà dell’immobile, la storica sezione, il tempio sacro dove coltivare la memoria di quell’ingiustizia subita? Perché, insomma, la Fondazione Alleanza nazionale ha preferito buttare via un bel gruzzoletto quando con un piccolo sforzo in più sarebbe potuta diventarne proprietaria unica cacciando via gli estremisti dal braccio teso?
Domande alle quali i vertici della fondazione e del partito non vogliono o non possono rispondere. Non lo hanno fatto con Domani e continuano a non farlo nelle interviste rilasciate.
«Siamo orgogliosi di aver salvato un luogo simbolico della destra che rischiava di diventare un minimarket», in sintesi è la risposta data sia dal presidente della fondazione, Giuseppe Valentino, sia dal parlamentare “gabbiano” Fabio Rampelli, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione assieme a molti altri big di Fratelli d’Italia: da Arianna Meloni, la sorella della premier e a capo dell’organizzazione del partito, a Luca Sbardella, fino ai meno conosciuti ma molto potenti nei loro feudi come Marco Cerreto, che da Caserta porta in dote al partito 15mila voti, o Antonio Iannone che è stato eletto senatore in Campania, nella provincia del ras Vincenzo De Luca (Pd e governatore) con una valanga di voti. La maggior parte sono uomini e donne del partito, insomma.
Certo, poi ci sono figure esterne un tempo in An: Maurizio Gasparri, ora in Forza Italia, e Gianni Alemanno, che sta a destra di Fratelli d’Italia. Un po’ defilato, ma grande sponsor di Meloni, è Domenico Gramazio, il pontiere tra destra istituzionale ed estremisti neri: è l’ideatore del premio Caravella tricolore patrocinato dalla Fondazione An, ed è tra i soci dell’associazione dei neofascisti finanziata dalla stessa fondazione.
Eppure alla fondazione non mancavano certo le risorse per far sloggiare i neofascisti dalla sezione di Acca Larenzia. La cifra totale da dare all’Inail, proprietaria dell’immobile […] era pari a 68.500 euro. Sarebbe stato sufficiente aggiungere altri 38mila euro per prenderne possesso e recidere i legami con l’associazione legata a CasaPound, che ne diventa proprietaria esclusiva a luglio 2023, grazie ai denari dei cugini al governo.
Nello stesso periodo però alla Fondazione avevano altri investimenti in ballo, meno simbolici e più speculativi: l’acquisto di un appartamento da adibire a negozio nel cuore della Capitale, in vicolo della Vaccarella, a pochi passi da via della Scrofa, quartier generale degli ex An e dell’attuale partito Fratelli d’Italia: si tratta di 24 metri quadrati, pagati 164mila euro in un unica soluzione, come emerge dall’atto del notaio. L’operazione è del primo giugno 2023.
Due settimane prima la Fondazione aveva regalato ai neofascisti 30mila euro a fondo perduto senza ottenere neanche una quota di proprietà della sede di Acca Larentia. La compravendita in centro è stata fatta dalla società Italimmobili, controllata dalla Fondazione An con l’obiettivo è affittare i locali. Non sarebbe stato meglio dirottare quel denaro di via della Vaccarella sull’acquisto della sezione di Acca Larentia? […]