IL DIKTAT DI MATTARELLA A CONTE: METTERE TUTTO NEL DL RILANCIO, BASTA CON DPCM (I DECRETI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI CHE DI FATTO TAGLIANO OGNI CONFRONTO PARLAMENTARE). IL RETROSCENA CLAMOROSO: LA SVOLTA NON È SOLO FORMALE, MA POLITICA: SI CHIUDE LA FASE DELLA GESTIONE EMERGENZIALE DEI PROVVEDIMENTI, TUTTI NELLE MANI DEL PREMIER, SI RITORNA ALMENO SULLA CARTA A UN CONFRONTO APERTO CHE POTREBBE SEGNARE ANCHE IL CREPUSCOLO DI CONTE – MATTARELLA HA FIRMATO IL DECRETO 'RIAPERTURE'...
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Il diktat di Sergio Mattarella a Giuseppe Conte: mettere tutto nel Dl Rilancio, basta con Dpcm (i decreti della Presidenza del consiglio dei ministri che di fatto tagliano ogni confronto parlamentare). La svolta non è solo formale, ma politica: si chiude la Fase 1 e la gestione emergenziale dei provvedimenti, tutti nelle mani del premier, si ritorna almeno sulla carta a un confronto aperto che potrebbe segnare anche il crepuscolo di Conte e di questa maggioranza.
Secondo il Fatto quotidiano, la scelta di passare da un decreto "normale" sarebbe "stata imposta nel corso del pomeriggio dal presidente della Repubblica", segno che Conte avrebbe avuto ancora la tentazione di forzare la mano. L'accordo dentro il governo sulle varie misure c'era, ufficialmente, ma bisognava scriverlo. Da qui la durata fiume del Cdm di venerdì. Non solo.
C'è stata una sospensione dei lavori, dalle 17 alle 23, riporta sempre il Fatto, "ufficialmente perché Conte doveva firmare i protocolli con le confessioni religiose per far ripartire in sicurezza le varie cerimonie sacre. In realtà, spiegano fonti di Palazzo Chigi confermate dal Colle più alto, il capo dello Stato aveva appena ribadito all'esecutivo che il decreto era troppo stringato e il Dpcm troppo vasto: sulle questioni che riguardano le libertà costituzionali, in primo luogo quella di movimento, da adesso in poi bisognava passare dai decreti leggi e dal confronto con le Camere". Insomma, bisognava riscrivere tutto e meglio.