SOTTI-LETTA SCAPOCCIA PER LA CANDIDATURA DI GUALTIERI (ORA STOPPATA) MESSA IN CIRCOLO DA BETTINI PER FORZARE LA MANO - IL SOSPETTO E' CHE FOSSE UNA CARTA DA GIOCARE (DA CONTE) PER CONVINCERE VIRGINIA RAGGI A FARE UN PASSO INDIETRO - LA NUOVA SEGRETERIA PD? MAGGIORANZA DONNE E NON DELLA NOMENKLATURA (BYE BYE PINOTTI E SERRACCHIANI) - CONTE "RINTRONATO" DALLE TELEFONATE DI GRILLO - E LUIGINO DI MAIO? SALUTAME A' SORIAL…


Dagoreport

 

gualtieri letta

Come ha reagito Enrico Letta alle "vocine" che hanno annunciato alla stampa la disponibilità di Gualtieri di candidarsi a sindaco di Roma? Male, malissimo. Enrichetto, da neo segretario, pensava di poter controllare le decisioni-chiave e invece è stato infilzato dagli spifferi, primo sintomo di interessi di parte in movimento.

 

Zingaretti Bettini

Letta aveva anche chiesto a Nicola Zingaretti di congelare la candidatura dell'ex ministro dell'Economia così da potersi confrontare prima con Giuseppe Conte: come si fa a rinsaldare l'alleanza Pd-M5s se nel comune più importante d'Italia si marcia divisi (e magari si esce tutti sconfitti)?

 

Per evitare il solito papocchio dem, Letta ha dovuto incontrare Gualtieri: entrambi hanno espresso irritazione per le "inutili fughe in avanti" sulla candidatura visto che, dettaglio non secondario, le elezioni non sono ancora state fissate.

 

conte grillo

Lo stesso Gualtieri ha precisato di non aver sciolto le riserve, anzi. Avrebbe bisogno di tempo e di riflessione. E anche di una gran dose di coraggio visto che la sua candidatura va dritta-dritta verso la batosta e al Nazareno lo sanno. I sondaggi parlano chiaro: il suo nome è perdente. Il "chiarimento" tra i due, con inevitabile stop alla candidatura, permetterà a Letta di riorganizzare le idee e rimandare la decisione ad aprile.

 

Ma chi c'è dietro le indiscrezioni che hanno "lanciato" Gualtieri come un kamikaze verso il Campidoglio? Il sospetto è che ci sia lo zampone di Goffredo Bettini e del deputato romano del Pd, Claudio Mancini. I due avrebbero lasciato che il nome di Gualtieri volasse di bocca in bocca fino ad arrivare all'Ansa e, da lì, alle redazioni di tutta Italia e quindi al Nazareno.

 

zingaretti raggi

Gli "addetti ai livori" sostengono inoltre che questa fughetta di notizie non sia dispiaciuta più di tanto a Conte. Anzi. L'Avvocato di Padre Pio si è fregato il ciuffo tinto dopo l'uscita allo scoperto del nome di Gualtieri: per lui rappresenta una carta da giocare nelle trattative per convincere Virginia Raggi a desistere dal bis. Per la serie: dobbiamo trovare un accordo con il Pd e se fa un passo indietro lui, cara Virginia, devi farlo anche tu. La poderosa sintesi politica è: Letta non vuole Gualtieri, Conte non vuole la Raggi. Eppure i due sono lì, ai nastri di partenza di un'elezione che rischia di far godere solo il centrodestra. Per avere chance di vittoria, Pd e M5s devono sgomberare il campo dalle candidature sgradite (e perdenti) per convergere su un autorevole candidato unitario. E no, non stiamo parlando di Calenda.

 

grillo raggi

L'episodio è servito a ricordare a Letta che, nonostante l'unanimità "bulgara" nel partito che ha portato alla sua elezione, le correnti nel Pd sono sempre in lotta, l'una contro l'altra armate. Anche per questo, Enrico non sta sereno e vuole accelerare il rinnovamento totale della segreteria che lui immagina a maggioranza femminile (in piena adesione pelosetta allo spirito del tempo "gender-correct"). Ma va' a spiegare alle Pinotti o alle Serracchiani che il neo-segretario non intende riproporre le solite matrone della nomenklatura ma facce fresche, volti nuovi, per dare alla sua "operazione maquillage" maggiore credibilità.

 

GIANNI LETTA BERLUSCONI

E se Letta ha ben chiaro come scegliersi gli amici, gli va ancora meglio con i nemici. Anzi, con il nemico: Matteo Salvini. Aver messo nel mirino il leghista, senza mai nominare il suo alleato Berlusconi, fa parte di un preciso piano per sganciare Forza Itlaia dall'abbraccio della Lega. Da bravo democristiano, Letta conosce le virtù della "politica dei due forni" di andreottiana memoria e vorrebbe dialogare con gli azzurri, tra cui le cui fila c'è anche lo zio Gianni. Una sponda con la truppa del Cav può servire a sgonfiare le certezze grilline sull'alleanza "inevitabile".

Letta e Berlusconi

 

E Conte? E' impegnato in una minuziosa attività da legulegio, scartabella codici e codicilli per salvare il salvabile del Titanic grillino. Deve sganciare il Movimento da Casaleggio ma in modo indolore, senza finire in tribunale. Ha bisogno di cercare una piattaforma alternativa a "Rousseau", per mantenere una parvenza di democrazia partecipativa, ma non può mandare in sofferenza le casse grillonze. Vorrebbe definire a breve il piano di restyling del M5s ma va in tilt ogni volta che parla al telefono con Beppe Grillo.

 

DI MAIO SORIAL

"L'Elevato", che è logorroico e vomita proposte una in contrasto con l'altra, finisce per travolgere e stordire Conte che, a ogni chiacchierata, ha le idee più confuse di prima. Nel marasma pentastellato, si muove felpato Luigino Di Maio. Il doroteo di Pomigliano è riuscito a piazzare Giorgio Sorial, suo ex braccio destro al ministero dello Sviluppo economico, a capo della società del Traforo del Monte Bianco.

 

Sorial, che ha un passato recente da No Tav (a Chiomonte nel 2014 disse: "Quest’opera è illegittima"), con carpiato ideologico passa alla guida di un traforo. Si tratta di un resistibile cervellone che nel 2014 tuonò contro l'allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, definendolo "un boia che sta avallando una serie di azioni per cucire la bocca all'opposizione e tagliarci la testa". Nel tramonto cinquestelle, salutame 'a Sorial.

gualtieri