DIROTTA SUL MAGHREB - IL GOVERNO VUOLE FAR SBARCARE NEI PORTI DI TUNISIA, ALGERIA E MAROCCO I MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA - IN QUESTO MODO SI OTTERREBBE UNA “ROTAZIONE” PIÙ AMPIA DEI LUOGHI DESTINATI AGLI SBARCHI E CHI PROVIENE DA QUELLE ZONE SAREBBE ELIMINATO DALLA LISTA DI COLORO CHE POSSONO RICHIEDERE ASILO - CONTE SFOTTE SALVINI: “NON DEVE AVERE GELOSIA E INVIDIA. PRIMA AVEVAMO UNA REDISTRIBUZIONE AFFIDATA ALLE MIE TELEFONATE…”
-Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della sera”
Un elenco di «Paesi sicuri» in Nordafrica dove far sbarcare i migranti provenienti dalla Libia. E dove riportare chi proviene proprio da quegli Stati che a questo punto non avranno più i requisiti indispensabili per chiedere asilo politico. È questa la strada che il governo italiano sta portando avanti - d'intesa con la Commissione europea - per limitare gli arrivi e convincere altri governi della Ue a siglare l' accordo raggiunto a Malta. «Un passo avanti storico», lo definisce il premier Giuseppe Conte prima di annunciare «una svolta risolutiva sui rimpatri» e bacchettare il leader della Lega che definisce la bozza preparata a La Valletta «l' ennesima promessa, ma fatti zero».
Conte risponde ironico: «Salvini non deve avere gelosia e invidia. Prima avevamo una redistribuzione affidata alle mie telefonate e a quelle del ministro degli Esteri, Moavero». E Di Maio rincara la dose: «Su ricollocamenti e rimpatri faremo più di lui, forse non ci voleva molto». Tunisia, Algeria, Marocco: sono questi i Paesi che nelle intenzioni dell' Italia dovrebbero poter accogliere le navi cariche di migranti.
In questo modo si otterrebbe una «rotazione» più ampia dei luoghi destinati agli sbarchi e chi proviene da quelle zone sarebbe eliminato dalla lista di coloro che possono richiedere asilo a meno che non siano in particolari condizioni di pericolo. Dunque, anche il rimpatrio potrebbe diventare più veloce. Per questo nei prossimi giorni saranno siglati patti bilaterali che, in cambio di progetti di sviluppo e aiuti economici, dovrebbero spingere i governi nordafricani ad accettare la riammissione dei propri cittadini con procedure più veloci.
Convincere gli Stati dell' Unione ad aderire all' accordo di Malta accettando la redistribuzione obbligatoria dei migranti, non sarà facile. Per questo si sta cercando di alleggerire il numero degli stranieri da ricollocare e soprattutto si stanno inserendo nella bozza - già firmata da Italia, Malta, Germania, Francia e Finlandia - alcune limitazioni.
L'intesa ha una durata di sei mesi e sarà rinnovata soltanto se porterà a risultati concreti. Consentirà di trasferire - in base a quote stabilite a priori che variano dal 10 al 25 % - soltanto chi arriva a bordo delle navi delle ong oppure è stato salvato da Guardia costiera o Guardia di finanza. Scorrendo la lista degli stranieri giunti quest' anno, si tratta del 10 per cento di chi sbarca. All' Italia rimarrà in carico il restante 90 per cento e per questo ha la necessità di aumentare il numero dei rimpatri.
Rimane stabilito che la rotazione dei porti europei per gli sbarchi sarà volontaria. Ieri la portavoce della Commissione Ue Natasha Bertaud ha voluto sottolineare la volontà «di trovare soluzioni a lungo termine con la riforma del sistema di Dublino, che abbiamo già messo sul tavolo» ma anche l' obiettivo di «portare sostegno a tutti gli Stati membri, specialmente a quelli che subiscono delle pressioni più forti». La scelta già condivisa è di non imporre sanzioni a chi non aderisce al patto, prevedendo comunque eventuali penalizzazioni economiche per chi non si fa carico di accogliere e gestire i profughi.