UN DISERTORE A PALAZZO CHIGI – RENZI AVEVA PROMESSO A OBAMA DI BOMBARDARE L’ISIS IN IRAQ E INVECE SI È TIRATO INDIETRO – “SE POI CI FACESSERO UN ATTENTATO IN ITALIA, DIREBBERO CHE È COLPA MIA” – PER PUNIZIONE, USA E GB CI AFFIDANO IL CETRIOLO-LIBIA - IL SILENZIO DI AL SISI -


DAGOREPORT

renzi obama

 

“Nella guerra lanciata dal presidente Obama contro l’Isis prevarremo”, scolpì Matteo Renzi il 29 settembre dal Palazzo di vetro di New York. Sono passati due mesi, con il Bataclan in mezzo, e il premier cazzaro si è prontamente sfilato dalla Coalizione contro il terrorismo. E il risultato è che mai come in questi giorni le sue azioni sono state tanto al ribasso presso gli alleati occidentali. I quali però si stanno già vendicando e ci rifileranno presto la grana libica.

 

Dunque l’Italia è sotto scacco. Lo dicono i servizi segreti e lo dicono i circoli diplomatici. L’intelligence inglese e statunitense ha avvisato che Italia e Gran Bretagna sono i prossimi obiettivi del terrorismo jihadista. Il califfo Al Baghdadi non ha dato indicazioni precise: ha “solo” dato il via libera. Il che significa che a questo punto spetta ai singoli estremisti presenti sul territorio scegliere gli obiettivi, coordinarsi, organizzarsi e colpire.

 

renzi lagarde obama

I nostri servizi sono in super allerta da giorni e nei loro report al governo hanno più volte sottolineato che il problema non è il Giubileo in sé. L’anno santo che inizia l’8 dicembre non dovrebbe richiamare folle oceaniche e la gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza dovrebbe essere meno gravosa del previsto. “Il problema è difendere Roma e Milano giorno per giorno, stazione per stazione, monumento per monumento”, dice un esperto dell’Aise.

 

Certo, a New York Renzi aveva garantito a Obama che anche l’Italia avrebbe cominciato a bombardare in Iraq e invece se n’è ben guardato. E a chi gli ha fatto notare il pericoloso voltafaccia, Pittibimbo ha risposto: “Tutti voi che mi consigliate di partecipare agli attacchi contro le postazioni dell’Isis dimenticate che se poi ci fanno un attentato la gente dirà che è colpa di Renzi”. E con questo alto saggio di maturità politica ha archiviato la faccenda.

RENZI E OBAMA

 

Soltanto che sullo scacchiere internazionale la paraculaggine si paga e ora l’Italia è isolata. Per “punizione”, Obama ci costringerà a sporcarci le mani sul dossier libico. Roma è incaricata di mediare tra i due governi e dovrà ospitare anche un vertice tra i due contendenti. E alla fine ci verrà richiesto di aiutare il governo di Tobruk.

 

matteo renzi con obama

Sempre sul fronte della guerra all’Isis, per un Renzi che non si espone ecco un Putin che affronta la partita a viso aperto. Le sue accuse a Erdogan di trafficare armi e petrolio sotto banco con il Califfo non hanno certo stupito Londra e Washington, che hanno sempre tollerato i magheggi di Ankara e sanno perfettamente che la famiglia del presidente è parecchio ricattabile.  

PUTIN ERDOGAN
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OBAMA E PUTIN

 

E alla voce “grandi paraculi” si incontra anche il presidente egiziano Al Sisi. Secondo l’intelligence occidentale, l’Egitto avrebbe ricevuto un finanziamento da 30 miliardi di dollari dagli Emirati ed è per questo motivo che il suo presidente in divisa tace su Libia, Siria e Turchia. A monte c’è una scelta politica degli sceicchi sunniti-waabiti piuttosto miope perché si poggia sulla convinzione che l’Isis sia un buon sistema per impedire che l’Occidente spadroneggi sul Medio Oriente.