DOPO L'USCITA DEL CAV SU PUTIN, BIDEN ASPETTA LA MELONI AL VARCO – LA CASA BIANCA CONSIDERA GLI AUDIO DI BERLUSCONI SULL'UCRAINA “ORRIBILI” MA SI DICE PRONTA A COLLABORARE CON IL NUOVO GOVERNO, ANCHE PERCHÉ LE POSIZIONI DI DONNA GIORGIA SULLA RUSSIA SONO STATE APPREZZATE – MA SE GIÀ NELLE SCORSE SETTIMANE “SLEEPY JOE” AVEVA USATO LA VITTORIA DELLA DUCETTA COME SPAURACCHIO PER ALLERTARE GLI AMERICANI SUL RITORNO DI TRUMP, ORA I RAPPORTI SI FANNO PIU' SCIVOLOSI…

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Estratto dell'articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

 

il nuovo audio di berlusconi sulla guerra in ucraina 1

«Horrible», orribili. Così un'autorevole fonte diplomatica americana, molto vicina al presidente Biden, stigmatizza gli audio di Berlusconi sull'Ucraina. La linea dell'amministrazione resta quella di collaborare con il nuovo governo italiano, anche perché le posizioni di Giorgia Meloni sulla Russia sono state notate e apprezzate.

 

Però le uscite dell'ex premier, unite a quelle del presidente della Camera Fontana contro le sanzioni a Mosca, provocano sconcerto a Washington, rilanciando le preoccupazioni su quanto la premier in pectore riuscirà a tenere dritta la rotta, avendo bisogno dei deputati e senatori di Forza Italia e Lega per il suo esecutivo. […]

 

silvio berlusconi giorgia meloni

Il sentimento di Biden sulla situazione da noi è ormai abbastanza chiaro. Per la seconda volta, nei giorni scorsi, parlando ad una raccolta di fondi elettorali ha indicato l'Italia come l'esempio dei rischi che corre l'Occidente. Nessuno si aspetta un ritorno del fascismo modello Marcia su Roma, ma come ha spiegato il presidente di Eurasia Ian Bremmer nella sua newsletter, il risultato delle nostre elezioni può anticipare un contagio che minaccia anche Paesi come Francia e Spagna.

 

MARIO DRAGHI JOE BIDEN

Ciò rischia di provocare divergenze gravi e concrete su temi come guerra in Ucraina, ancoraggio atlantista dell'Italia, unità europea, risposta alle sfide delle autocrazie, responsabilità fiscale e diritti civili. Charles Kupchan, direttore per l'Europa al Consiglio per la sicurezza nazionale di Obama, riassume così l'effetto degli audio di Berlusconi a Washington: «Confermano la preoccupazione che lo spostamento verso destra del centro di gravità politico europeo abbia implicazioni sull'abilità della Ue di mantenere il consenso sull'Ucraina. Washington ha osservato con sollievo le garanzie di Meloni sul fatto che non cambierà politica estera, ma sapevamo che Berlusconi è amico di Putin, e insieme a Salvini ha posizioni diverse. In Svezia hanno prevalso i conservatori tradizionalmente filorussi, lo stesso può accadere in Francia. Il timore è che il vento politico in Europa tiri verso una direzione problematica, anche se Meloni è stata solida sull'Ucraina». […]

 

giorgia meloni 3

Quanto alle motivazioni della soffiata, Kupchan considera più probabile la pista interna: «Gli audio danneggiano Berlusconi, e indeboliscono la sua capacità di lavorare dietro le quinte per spingere il governo su posizioni filorusse. È probabile che qualcuno contrario a questa svolta avesse interesse a rendere pubbliche le sue dichiarazioni, per ostacolarla». Mosca invece può essere delusa da Meloni e magari interessata a complicarle la vita, «però preferisce certamente questo governo a quello di Draghi».

 

Gli audio di Berlusconi richiamano anche il dossier Usa sulle influenze russe nel mondo occidentale. Fonti che lo hanno maneggiato confermano che l'Italia c'è, quanto meno nella parte descrittiva basata sulle informazioni open source, e non potrebbe essere altrimenti, visti episodi come questo o quello di Savoini all'hotel Metropol.

 

joe biden

È importante però ricordare le parole di Draghi in conferenza stampa, quando aveva detto che la democrazia italiana è più forte dei «pupazzi prezzolati». A chi si riferiva? Un'ipotesi è che quando il segretario di Stato Blinken gli aveva detto di non avere nomi italiani da dargli "so far", intendeva che ci sono ma per ora gli Usa non ritengono utile pubblicarli, oppure che sono in corso inchieste che li produrranno.

 

SALVINI BERLUSCONI MELONI

Il Secolo d'Italia ha scritto che Biden prenderà «una batosta» alle elezioni midterm dell'8 novembre, ma puntare sul suo indebolimento sarebbe una scelta miope, perché come minimo resterà alla Casa Bianca fino al 20 gennaio 2025, cioè ben oltre la durata media dei governi italiani nel dopoguerra. Il G20 di Bali invece potrebbe essere l'occasione per una prima presa di contatto con Meloni, allo scopo di fugare i fantasmi di Berlusconi e Salvini, e consolidare la collaborazione sulle posizioni finora condivise.

MARIO DRAGHI JOE BIDEN
MARIO DRAGHI E JOE BIDEN
GIORGIA MELONI SILVIO BERLUSCONI
berlusconi meloni
JOE BIDEN NAZIONI UNITE 1
joe biden 1

 

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