DOPO AVER FALLITO OGNI DIPLOMAZIA SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, L'UNIONE EUROPEA CI RIPROVA CON GAZA - IL PIANO IN SEI PUNTI DELL'ALTO RAPPRESENTANTE PER LA POLITICA ESTERA DELL'UE, JOSEP BORRELL (CHE NON VUOLE "DELEGARE" AGLI AMERICANI) - QUESTO PREVEDE TRE "SÌ" E TRE "NO": SI' A UN'AUTORITA' PALESTINESE A GAZA, A UN COINVOLGIMENTO DEI PAESI ARABI E A UN MAGGIORE IMPEGNO DELL'UE NELLA REGIONE - NO, INVECE, ALL'ESPULSIONE DEI PALESTINESI, ALLA RIDUZIONE DEL TERRITORIO DI GAZA, ALLA RIOCCUPAZIONE D'ISRAELE E AL RITORNO DI HAMAS...
-L'UE PENSA AL FUTURO DELLA STRISCIA MISSIONE DI BORRELL IN SETTE PAESI
Estratto da “La Stampa”
Mentre la guerra è in pieno corso, la necessità di iniziare a pensare al domani, al dopo-conflitto e al modo di costruire la pace è un punto chiaro sul tavolo dell'Ue. I 27 devono stabilire subito un vademecum comune se vogliono incidere ed evitare di mostrarsi al mondo divisi e dunque vulnerabili. L'alto rappresentate Josep Borrell ha presentato uno schema in sei punti al Consiglio Affari Esteri, incassando l'ok a precedere. E ora partirà per una delicata missione nell'area, toccando sette Paesi, incluso Israele.
Lo schema Borrell - simile al piano Von der Leyen - prevede «tre sì e tre no», ovvero principi da mettere in pratica per costruire una soluzione politica al conflitto. La novità sta nel fatto che Borrell ha l'endorsement dei 27 e ora potrà «iniziare a lavorare con gli Usa e i Paesi arabi» per metterla in pratica. «No all'espulsione dei palestinesi in altri Paesi, no alla riduzione del territorio di Gaza, no alla rioccupazione d'Israele e al ritorno di Hamas», ha detto Borrell parlando dei tre no.
Per i sì, invece: «A Gaza servirà un'autorità palestinese, non necessariamente "la" autorità palestinese, la cui legittimità deve essere definita dal Consiglio di sicurezza dell'Onu; un forte coinvolgimento dei Paesi arabi e infine una maggior impegno dell'Ue nella regione e in particolare nella costruzione dello Stato palestinese». Borrell mercoledì decollerà alla volta di «Israele, Palestina, Bahrein, Arabia Saudita, Qatar e Giordania» per discutere di «assistenza umanitaria», e di «questioni politiche con i leader regionali».
«LA STRISCIA NON VA RIOCCUPATA» IL PIANO UE PER IL DOPOGUERRA
Estratto dell'articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
[…] Ma sul tavolo dei ministri ieri c’era anche un documento italo-franco-tedesco che «ha l’obiettivo di isolare Hamas — ha spiegato il titolare della Farnesina Antonio Tajani — impedirle di nuocere, ridurle i finanziamenti e impedire che ci sia un’impennata di antisemitismo in Europa e nel mondo». Borrell ha detto che l’Ue è stata troppo assente «delegando agli Usa: ora dobbiamo impegnarci di più, perché se non troviamo una soluzione ci sarà un ciclo di violenza che si perpetuerà di generazione in generazione».
Il piano prevede «tre sì e tre no». […]
Nel documento di Italia, Francia e Germania, visionato dal Corriere, si legge che «è importante delegittimare la falsa narrativa di Hamas come “difensore della (giusta) causa palestinese”» e «l’obiettivo deve essere quello di individuare strumenti efficaci a livello internazionale/Ue per privare Hamas di risorse (finanziamenti, armi), infrastrutture (presenza al di fuori di Gaza) di sostegno pratico (le associazioni) e dell’influenza politica e pubblica».
Propone di ampliare le sanzioni contro Hamas e quelle contro l’Iran ora in vigore per il supporto alla Russia nella guerra contro l’Ucraina includendo la nozione di «sostegno o partecipazione alla destabilizzazione regionale».