DOPO LE MUTANDE PAZZE DEL “PROVOLONE AFFUMICATO” GIAMBRUNO, NEI PALAZZI DEL POTERE LA DOMANDA È: GIORGIA MELONI CONTINUERÀ A COMPORTARSI DA “MARCHESA DEL GRILLO” O ABBASSERÀ LE PENNE, CAMBIANDO IL SUO ATTEGGIAMENTO POLITICO CON GLI ALLEATI E COINVOLGENDO NELLE DECISIONI CASA BERLUSCONI? DAL 25 SETTEMBRE 2022, LA DUCETTA SI È COMPORTATA COME SE ESISTESSE SOLO LEI - DALLA SUA ARROGANZA DI POTERE, NON SI È SALVATO NEMMENO FRATELLI D’ITALIA, TRASFORMATO DALLA SISTER ARIANNA IN UNA CASERMA - LA “IRON LADY” ALLA VACCINARA HA CAPITO CHE SENZA FORZA ITALIA, IL SUO GOVERNO CADE? A RIMANDARLA A LEGGERE TOLKIEN A COLLE OPPIO, CI VUOLE POCO VISTO CHE L’IRRITAZIONE DEL DEEP STATE, DAL COLLE ALLA CORTE DEI CONTI, È FUORI CONTROLLO
DAGOREPORT
In questi tempestosi giorni, si trasecola a leggere la grande stampa italiana infiammata dal gossip sotto le lenzuola di Casa Meloni. Comunque, una soddisfazione dopo che per due decenni hanno liquidato, con il ditino alzato e la puzza sotto il nasino, Dagospia come informazione monnezzara.
"Cose da serve", sentenziavano. "La finestra sul porcile", editorialeggiavano, umiliati e offesi da questa Italia da portineria digitale. Sempre dimenticando che “oggi - come scriveva Edmondo Berselli - potere e conoscenza coincidono, anche se forse nessuno aveva pensato che questa coincidenza avrebbe fatto del gossip la risorsa strategica dell'Italia postpolitica”.
Così oggi i nostri giornaloni si trovano, con massimo cinismo e minimo riserbo, a inseguire le mutande pazze di Andrea Giambruno e le corna trifolate di Giorgia Meloni, tralasciando l’aspetto politico dell’affaire. Perché è chiaro che, dopo i due fuorionda di “Striscia la notizia” (che dalla scorsa estate erano nel cassetto in attesa di un via libera dalla famiglia Berlusconi), nulla sarà come prima a Palazzo Chigi.
A partire dal rapporto con Marina e Piersilvio Berlusconi: pronti a togliere il “disturbo” se la “Marchesa del Grillo” della Garbatella (Io ‘so Giorgia e voi non siete un cazzo) continuerà a considerare defunta Forza Italia, insieme al suo fondatore. E i figli di primo letto di Silvio si chiedono altresì: il turbo-sputtanamento messo in atto dal Biscione, avrà convinto la Sora Giorgia a stare più attenta agli interessi degli eredi del Cav?
Dalla scelta del presidente del Senato alle nomine dei ministri, dalla scelta dei vertici nelle partecipate di Stato alla tassa sugli extraprofitti delle banche, fino alla recente decisione di ridurre il canone Rai (che vorrà dire, per la tv pubblica, alzare il tetto pubblicitario a scapito di Mediaset), ad Arcore è stato un continuo rospo da ingoiare.
Riuscirà, si domandano ora i berluscones, la “Iron Lady” di Colle Oppio a interpretare il pensiero liberale e anti-statalista del nostro Papà Silvio? Ancora: la premier riuscirà a ficcarsi nella testolina la consapevolezza che, senza la terza gamba di Forza Italia, il governo destra-centro cadrebbe?
Perché, dal voto trionfale del 25 settembre 2022, la Ducetta si è comportata come se ci fosse a Palazzo Chigi solo lei, con il sottosegretario Fazzolari nella parte di Achille Starace, durissimo segretario del PnF durante il Ventennio. Da una certa arroganza di potere, non si è salvato nemmeno Fratelli d’Italia, trasformato dalla Sister Arianna in una caserma: credere, obbedire, e obbedire ancora.
La sola opposizione, in questo primo anno di governo, non è arrivata dalla multifregnacciara Elly Schlein, impegnatissima ad affossare definitivamente il PD, o dalla pochette pentastellata di Giuseppe Conte, ma da Matteo Salvini. Il leghista, con le sue quotidiane rotture di cojoni, ha messo i bastoni tra le ruote a Donna Giorgia per raccattare i consensi perduti. E il presidente di Forza Italia Antonio Tajani? Mai pervenuto, ridotto in un peluche dalla premier.
Nei palazzi del potere oggi la domanda che rimbomba è questa: la Signorina Meloni l’ha capito che deve, come si suol dire, abbassare le penne, cambiare il suo atteggiamento politico con i suoi alleati e, soprattutto, coinvolgere nelle decisioni anche Casa Berlusconi? A rimandarla a leggere Tolkien a Colle Oppio, non ci vorrà molto, visto che nei suoi confronti l’irritazione (eufemismo) del Deep State, dal Quirinale alla Corte dei Conti, è fuori controllo…