DOPO LA PRIMA FREGATURA DALLA CONSIP DI RENZI (IN UNA GARA GLI VENNE PREFERITA UNA COOP), ROMEO PUNTA AD UN “ACCORDO QUADRO”: MAZZETTE SGANCIATE DALL’APPALTO – E BOCCHINO GLI SUGGERISCE DI INCONTRARE LOTTI, A COLPI DI “CAFFE’” E “BISTECCHE”: E’ LUI L’UOMO DA CONVINCERE
Francesco Grignetti per la Stampa
Puntavano su Lotti, dopo quella che consideravano una gran carognata. Anzi, per dirla con le parole di Alfredo Romeo, «un bidone». Già perchè lo spregiudicato imprenditore napoletano aveva nella manica l' ex amministratore delegato della Consip, tal Domenico Casalino. Quando però a palazzo Chigi arrivò il ciclone Matteo Renzi, cambiò tutto. Casalino lo mandarono a casa, vedasi sms disperato a Italo Bocchino del giugno 2015, e alla guida della Consip misero il fiorentino Luigi Marroni. E di colpo per Romeo furono porte sbattute in faccia.
Un caso è una gara di Consip contesa tra la Romeo Gestioni e la cooperativa rossa Cpl Concordia. Questione lunga e complessa, arrivata fino al Consiglio di Stato e all' Anac. Il 19 gennaio 2016, Bocchino, non sapendo che il suo cellulare è stato trasformato dai carabinieri in una micidiale microspia, si precipita a parlarne con Romeo. Bocchino: «Abbiamo preso un bidone...». Romeo: «Cpl Concordia...». Bocchino: «Un bidone». Romeo: «Chi ce l' ha tirato quel bidone là?». Bocchino: «Quello lì ce l' hanno tirato Consip e Cantone.... Tirato loro... nel senso che ce l' ha tirato Renzi». Romeo: «Chi?». Bocchino: «Sì, cioè hanno tutelato in sede politica... hanno tutelato Cpl con quella roba e Cantone gli ha fatto da sponda».
Ecco, è a quel punto che scatta l' allarme nella testa di Alfredo Romeo. Renzi sta favorendo la concorrenza? Sente di dover recuperare posizioni con i nuovi potenti. Di nuovo ad agosto si sfoga con il giovane Carlo Russo, l' amicone di babbo Tiziano, che nel frattempo si è proposto come «facilitatore» di rapporti verso il renziano Marroni. «Consip... (bisbiglia) mi trattano una chiavica!».
Da quel momento si moltiplicano gli incontri con Russo, così come le lusinghe, le promesse, i conciliaboli. Finché Alfredo Romeo si convince di avere trovato il gancio giusto con Rignano sull' Arno. Gli propone un patto segreto che chiama, con eufemismo, «un accordo quadro». E Russo, il 7 settembre, sembra proprio che abbia ricevuto il via libera da parte di chi di dovere: «Allora, lei mi dice me l' ha detto più di una volta. Facciamo un accordo quadro... facciamo... Io ho riferito, mi dicono: "e che che che accordo è st' accordo quadro?».
L' accordo quadro è un pagamento periodico e regolare. Una mazzetta di quelle che si usano oggi, di cosiddetto «asservimento», non collegata a un singolo appalto. Dice Romeo: «Quindi io mi vengo a mangiare 'na... bistecca a ogni mese! Secondo me noi dobbiamo fare un ragionamento periodico. Perchè così non.. non si rischia! non so se lei mi segue su questo aspetto...non si rischia... uno, le telefonate mie (abbassa il tono di voce, ndr)... due, che è una cosa ordinata. che non è mang legata a un episodio, no? Ad ogni mese io me ne vado a villa san michele magari la sera».
Che cosa aveva in mente, Romeo lo spiega separatamente a Bocchino. E il consulente: «Così è perfetto... tu te ne vai a Firenze una volta a... una volta al mese vai a casa sua... ti pigli 'na tazz 'e cafè... e lì, e lì poi a fa un pranzo a casa sua, eh! quello è! solo quella roba là! Perchè se fai un pranzo a casa sua...».
Certo, un salto nel buio. Ancora Bocchino si rivela il più pragmatico: «Ma poi tu lo vedi nei primi 60 giorni vedi due cose. Uno: se fa il pranzo... Due, se la prima "cartuccella" che mandi col ragazzo... che risultato ha!». Pausa sapiente: «Voglio dire.. io questo farei... con attenzione... con garbo .. con signorilità». Sottinteso: nell' allungare il mensile al babbo. Ma stringere un legame simile con Tiziano forse non sarebbe stato ancora sufficiente, per il duo Romeo&Bocchino.
Vorrebbero agganciare un potente vero e conclamato come Luca Lotti, il sottosegretario alla Presidenza. E allora ecco ancora il consiglio di Bocchino: «Quindi a tutela di tutti e due .... soprattutto sua... facciamo in questo modo... (farfuglia, ndr). Affronta una volta al mese... un caffè... faccio la mia parte, poi lei mi aiuti e non si preoccupi....». E qui ci si riferisce all' incontro mensile che progettano con Tiziano Renzi.
Ma Carlo Russo dovrebbe organizzare anche altro. «Un caffè con lui e uno con Lotti a casa sua... (frase bisbigliata), tra .... il primo mese, e poi andiamo avanti. Quando c' è il problema, io le do la cartuccia». Annotano i carabinieri: «Il Bocchino suggerisce al Romeo di strutturare l' operazione una volta al mese per bere un caffè e di sollecitare un incontro con Lotti a casa sua». Quel Lotti che aveva alzato il sopracciglio quando Russo gli aveva sottoposto l' autocandidatura di Romeo ad acquisire l' Unità. Era lui l' uomo da convincere.