DOPO RADIO RADICALE, DI MAIO VUOLE SPEGNERE ANCHE RADIO PADANIA – IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO ORDINA ALL’EMITTENTE DELLA LEGA DI SOSPENDERE LE ATTIVITÀ SULLA RETE DIGITALE CHE GLI CONSENTIVA DI AGGIRARE LA LICENZA E TRASMETTERE IN TUTTA ITALIA – SI APRE COSÌ L’ENNESIMO FRONTE DI SCONTRO CON SALVINI: L’ASSEGNO DA 115MILA EURO POI RIFIUTATO DA VIA BELLERIO E LA QUESTIONE DELLE LICENZE. HANNO SETTE GIORNI DI TEMPO PER DISATTIVARE IL SEGNALE O…
-Fabio Tonacci per “la Repubblica”
Luigi Di Maio spegne Radio Padania. Con una lettera della Direzione generale per i servizi di radiodiffusione e postali, il ministero dello Sviluppo economico ha ordinato all' emittente della Lega la sospensione immediata delle trasmissioni sulla rete digitale. Quella, per intenderci, che finora - in barba ai vincoli della licenza di cui è in possesso - le ha consentito di essere ascoltata in tutto il territorio nazionale, da Bolzano a Palermo, da Bari a Trieste.
E di trasformarsi, dunque, da stazione locale a megafono nazionale della campagna elettorale permanente di Matteo Salvini. Insomma, è ormai chiaro come Radio Padania, e le sue molteplici anomalie, sia diventata terreno dell' ennesimo braccio di ferro tra i due vicepremier. Innescato dalla notizia, rivelata da Repubblica a gennaio, della richiesta al Mise fatta dall' emittente di Salvini per ottenere i contributi pubblici a sostegno del pluralismo dell' informazione.
Così si è scoperto che il governo, mentre toglieva i fondi statali a Radio Radicale spingendola fin sul baratro dello spegnimento, si apprestava a staccare un assegno da almeno 115.000 euro a Radio Padania. A quel punto Di Maio ha provato a bloccare tutto annunciando un supplemento di istruttoria, ma i suoi dirigenti non hanno trovato motivi legali cui appellarsi perché la domanda di Radio Padania era del tutto legittima.
Poi il colpo di scena: la direzione dell' emittente che trasmette ancora dalla sede di via Bellerio a Milano ha rinunciato ai soldi, con una mail inviata nottetempo al Mise alla vigilia della pubblicazione delle graduatorie dei beneficiari. «Lo abbiamo fatto per evitare ulteriori polemiche » , è stata l' ermetica spiegazione dell' amministratore Davide Franzini. Adesso, però, si intuisce di che risma fossero queste "ulteriori polemiche".
La lettera del dirigente del Mise Giovanni Gagliano, indirizzata alla società cooperativa Radio Padania e in copia anche all' Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per eventuali provvedimenti, ne scoperchia infatti il presunto sistema illegittimo. Scrive Gagliano: « Si invita codesta società a sospendere immediatamente la trasmissione dei propri contenuti al Consorzio Eurodab ( autorizzato, in ambito nazionale, a trasmettere con la tecnica del digitale, ndr) e si comunica che, in caso di reiterata violazione, questo ministero procederà all' avvio del procedimento di revoca dell' autorizzazione rilasciata alla Radio Padania Libera il 28 agosto 2018».
Se non spengono il segnale digitale, lasciando aperto solo quello analogico tradizionale e geograficamente limitato, rischiano di spegnersi del tutto. Hanno sette giorni di tempo per disattivarlo, lasso entro il quale possono presentare al ministero controrepliche e documenti che provino la legittimità del loro operato.
La licenza di cui è in possesso oggi Radio Padania, dopo la vendita nel 2016 della concessione per " radio comunitaria nazionale", vale solo per la fornitura di contenuti in ambito locale, quindi non può coprire l' intero territorio italiano. Appoggiarsi a Eurodab senza avere il permesso per farlo, come sostiene il ministero guidato da Luigi Di Maio, è stato un modo per far campagna elettorale a vasto raggio. Ad esempio mandando in onda - per citare il palinsesto di due giorni fa - le interviste al tesoriere leghista Giulio Centemero e al commercialista bergamasco Alberto Di Rubba. Entrambi uomini di fiducia di Matteo Salvini.