DOPO TANTO PURGARE, IL PIL DELLA GRECIA NEL TERZO TRIMESTRE SALE DELLO 0,8% - MENTRE I DURI E PURI DI “SYRIZA” PREPARANO LA SCISSIONE DA TSIPRAS, OGGI SI TIENE L’EUROGRUPPO PER DISCUTERE IL TERZO PIANO DI AIUTI E LE RIFORME CHE ATENE DEVE COMPLETARE
Maria Serena Natale per "Corriere della Sera"
«La battaglia è cominciata, dobbiamo mobilitarci in ogni angolo del Paese. È tempo di fondare un movimento unito che rispetti il desiderio popolare di democrazia e giustizia». Con toni solenni il leader dei duri di Syriza, Panagiotis Lafazanis, compie il primo passo verso la scissione formale dell' estrema sinistra greca.
Dopo nove estenuanti ore di preparativi e ostruzionismo nelle Commissioni parlamentari si apre in un clima campale il dibattito sul terzo piano di aiuti, la seduta plenaria che si allunga nella notte di Atene tra i ribelli in armi contro il nuovo «memorandum d' austerità» e il premier Alexis Tsipras alla testa di quel che resta di Syriza e delle opposizioni. Resistenza a oltranza, fuori monta la protesta ma la maggioranza dei greci è ancora con lui. Mancano poche ore all' Eurogruppo.
Una sfida interna che compatta intorno al governo ellenico la maggior parte delle cancellerie europee dalle quali, dopo l' analisi dei documenti inviati dai tecnici di Bruxelles, filtra ottimismo in vista della riunione dei ministri finanziari dell' Eurozona di questo pomeriggio.
Pur riportando le «preoccupazioni» delle istituzioni, sono incoraggianti le previsioni sugli sviluppi macroeconomici contenute nel testo confidenziale sulla sostenibilità del debito realizzato dalla Commissione insieme a Fmi e Bce secondo le regole dell' Esm (il Meccanismo europeo di stabilità che attiva l' assistenza finanziaria).
A Berlino non bastano ancora: restano questioni aperte sui tempi delle riforme, dicono dal ministero delle Finanze. La sostenibilità del debito pubblico è un tema cruciale per la Germania, il Paese cha ha più contribuito ai due precedenti salvataggi e che ora spinge per vincolare Atene al rigido rispetto degli impegni. «Non siamo i soli a voler migliorare l' accordo», dice il vice ministro Jens Spahn, che aggiunge: «Non è possibile cancellare parte del debito, ma potrebbero esserci riduzioni attraverso un allungamento delle scadenze o periodi senza tassi di interesse».
L' ipotesi di un haircut piace invece al Fondo monetario, che la cancelliera Merkel vuole a tutti i costi nella squadra dei finanziatori. Tiene alla partecipazione del Fondo anche la Finlandia, che con Estonia, Lettonia e Slovenia aveva espresso dubbi sul piano ma ieri è stata la prima ad approvarlo con l' ok della Grande Commissione (il passaggio in Parlamento è richiesto in altri sei Paesi, Germania compresa).
Il responsabile delle Finanze Alexander Stubb definisce soddisfacenti entrambe le opzioni sul tavolo: via libera dell' Eurogruppo all' accordo ed erogazione della prima tranche di aiuti di valore compreso tra 20 e 43 miliardi, o prestito ponte (che non soddisfa invece Atene). La Commissione Ue ha preparato un piano d' emergenza che prevede la seconda ipotesi, ma conta sulla piena approvazione del memorandum.
Dall' Istituto greco di statistica - l' Elstat che gonfiò i numeri sul deficit del 2009 - arriva la fotografia di una sorprendente ripresa economica: nel secondo trimestre il Pil ha guadagnato lo 0,8% contro le previsioni di una contrazione dello 0,5%, complici rilancio dei consumi e inizio della stagione estiva. I dati non tengono conto dei controlli di capitale e della bank holiday di luglio, ma partecipano del clima di fiducia che Atene e Bruxelles stanno tentando di consolidare, in fretta.
Le banche aspettano una prima iniezione di liquidità da 10 miliardi. È partita la corsa alle privatizzazioni con l' annuncio dei termini per le offerte: ottobre 2015 per il porto del Pireo (in pole i cinesi di Cosco), dicembre 2015 per la ferrovia di Stato Trainose-Rosco, febbraio 2016 per il porto di Salonicco.
L' attuazione del duro programma di tagli e aumenti delle tasse sarà sottoposta a revisione ogni tre mesi. Secondo stime, agli 85,5 miliardi del salvataggio dovrebbero aggiungersi 6,2 miliardi di euro fruttati dalle privatizzazioni fino alla fine del 2018. Via all' Eurogruppo. La Commissione Juncker sarà rappresentata dal Commissario per l' euro e il dialogo sociale, il "falco" lettone Valdis Dombrovskis.