DOPO IL TERZO POLO, IL TERZO POLLO? EVAPORATI CALENDA E RENZI, CI PROVA BEPPE SALA A FEDERARE IL "CENTRO" - IL SINDACO DI MILANO È PRONTO AD AGGREGARE UN CONTENITORE MODERATO (SENZA RENZI) PER LE POLITICHE DEL 2027 – BOLLATO RENZI COME "INFEDERABILE", SALA POTREBBE SEDURRE GLI EX FEDELISSIMI DI MATTEONZO, A COMINCIARE DA MARATTIN E MARCUCCI – MA IL NIET AL SENATORE SEMPLICE DI RIAD POTREBBE CAUSARE DEGLI SMOTTAMENTI A PALAZZO MARINO PERCHÉ…

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Da open.online

beppe sala matteo renzi

C’è un’esigenza per il Partito democratico ed è emersa dopo l’ottimo risultato alle ultime elezioni regionali. Il Movimento 5 stelle, come alleato per contendere il governo del Paese al centrodestra, non può bastare.

 

Non con le percentuali che continua a inanellare, una tornata dopo l’altra, sui territori e alle Europee. Già, c’è Alleanza verdi sinistra, ma il suo spazio elettorale coincide in parte con quello a cui punta Conte, e anche il Pd modello Schlein si sovrappone.

 

matteo renzi beppe sala

Serve una terza gamba alla coalizione, un nuovo Terzo polo. I nomi sondati per ricompattare il Centro sono stati tanti, rispolverando persino la suggestione Margherita con Francesco Rutelli. Ora sembra che Beppe Sala si sia deciso a provare la carriera di federatore centrista.

 

Per alcuni riformisti sarà una parabola breve, per altri è un’ipotesi intrinsecamente irrealizzabile. Ma il sindaco di Milano ci crede e ha voglia di interloquire con Azione e +Europa. A Open, da persone informate sugli incontri di Sala, è stato detto: «Il sindaco si è convinto».

 

L'ETERNA ILLUSIONE DEL CENTRO - BY MACONDO

Non solo Azione e +Europa: nel progetto potrebbero essere coinvolti anche i delusi dall’esperienza del Terzo polo e che, nel frattempo, hanno iniziato a lavorare a propri soggetti politici, come Luigi Marattin e il suo Orizzonti liberali. Occhi puntati al calendario: il 23 e il 24 novembre, a Milano, si terrà l’incontro fondativo di un nuovo partito liberaldemocratico.

 

Ci sarà l’ex renziano Marattin, appunto, Andrea Marcucci, Alessandro Tommasi, forse anche Oscar Giannino e Carlo Cottarelli. Nell’operazione federativa di Sala non rientrerebbe, invece, Matteo Renzi. «È infederabile», ha detto esplicitamente il primo cittadino. Tra i due le scintille scoppiettano da tempo e il leader di Italia Viva appena ieri – 19 novembre – ha sminuito le possibilità del sindaco di Milano:

 

beppe sala

«Dobbiamo trovare uno che rappresenta tutti. Non ho problemi con Sala, ma se vuole dare una mano all’area di Centro deve dire cose di centro. Non puoi essere di centro e dire, “non voglio il nucleare”. Io sono felicissimo di averlo in squadra. Il federatore? L’ho fatto fare a Calenda, lo può fare chiunque». Un colpo a Sala, un colpo a Calenda.

 

La prima criticità con cui deve confrontarsi Sala è l’esclusione dell’area renziana dal suo progetto. Anche perché nella giunta meneghina c’è un’assessora di Italia Viva Alessia Cappello e in maggioranza, nel Consiglio comunale, c’è Gianmaria Radice. Il niet a Renzi potrebbe causare degli smottamenti a Palazzo Marino.

 

Con Azione, ci sono da gestire un altro paio di problemi. Il rapporto con Calenda è per sua natura complicato. Intanto il senatore ha smentito che i contatti che ci sono stati tra i due siano finalizzati alla realizzazione di un progetto politico al centro. Poi, le posizioni di Sala contro il nucleare e in generale la sua linea quasi da Verde sulle politiche ambientali non piacciono agli azionisti, che invece spingono per «un mix energetico nucleare e rinnovabili».

 

BEPPE SALA SAN SIRO

L’idea di un Centro guidato da Sala, con queste carte sul tavolo, potrebbe risultare più interessante per il Pd schleiniano che per i naufraghi del Terzo polo. Ma a Open risulta che l’iniziativa di Sala non sia stata concordata con i Dem.