DOPPIO RUOLO, DOPPIO STAFF – IL POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALFREDO MANTOVANO, DA MAGGIO, HA DUE UFFICI DI GABINETTO: UNO “STANDARD” E UNO PER LA DELEGA AI SERVIZI SEGRETI – NELLA SQUADRA DUE VECCHIE CONOSCENZE: ALESSANDRO MONTEDURO, VECCHISSIMA CONOSCENZA DI MANTOVANO, E PAOLO QUADROZZI, FEDELISSIMO UBER-MELONIANO CON UNA LUNGA STORIA DI PARTITO – TOTALE DEGLI INCARICHI? 600MILA EURO…
-Estratto dell’articolo di Vanessa Ricciardi per “il Fatto quotidiano”
Alfredo Mantovano, potente sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, ha superato Giorgia Meloni: mentre la premier ha un ufficio di gabinetto, dallo scorso maggio Mantovano ne ha due, uno “standard” e uno per la sua delega. Una struttura che prevede un lauto stipendio per il nuovo capo di gabinetto, riassunto per l’occasione, e per uno dei suoi assistenti che conta benefit in più.
La novità emerge dai dati sui compensi delle consulenze aggiornati a quest’estate.
Per capire che Mantovano aveva bisogno di questo supporto extra, Meloni ci ha messo più di un anno e mezzo, cioè il tempo trascorso da quando il sottosegretario ha ottenuto la delega di Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica a novembre del 2022.
Ad aprile di quest’anno, con un Dpcm, la premier ha deciso di firmare “ravvisata la necessità di apportare modifiche al citato Ufficio di diretta collaborazione” e “su proposta del sottosegretario”. Il decreto è diventato operativo dal 10 maggio e da allora ci sono stati due aggiornamenti economici importanti.
Il primo è quello per il “nuovo” Capo di gabinetto per la delega ai servizi: Alessandro Monteduro, figura creata ex novo. Nuovo tra virgolette, perché Monteduro lavora a Palazzo Chigi dal 2022, senza contare che i due sono una vecchissima conoscenza.
Prima di entrare a Chigi, oltre a fare politica, Mantovano ha militato per anni negli ambienti cattolici, ricoprendo dal 2015 la carica di presidente di Aiuto alla chiesa che soffre (Acs), fondazione di diritto pontificio che si occupa dei cristiani perseguitati nel mondo.
Direttore a partire da quell’anno e per tutta la durata della presidenza Mantovano, proprio Monteduro. Quando Mantovano si è dovuto dimettere per andare al governo, ha subito chiamato al suo fianco il direttore di Acs come “consigliere politico e per la sicurezza”. Retribuzione: 80 mila euro lordi all’anno.
Evidentemente per il governo non era abbastanza, e Monteduro ha deciso di lasciare il suo ruolo in Acs.
[…] Il decreto di Meloni ha previsto che Mantovano potesse arrivare a stabilire uno stipendio massimo di 200 mila euro per la nuova figura, e alla fine il sottosegretario ha fissato un compenso complessivo che lo centra senza sbagliare lo zero virgola: nello specifico 96.180,83 euro di trattamento economico fondamentale annuo, più 103.819,17 di indennità diretta di collaborazione.
[...] L’altro nome che si è avvantaggiato del nuovo assetto, sebbene in maniera più soft, è quello di Paolo Quadrozzi.
Parte di Fratelli d’Italia, in passato collaboratore di Giorgia Meloni, Quadrozzi ha una lunga storia di partito, ed è tra i più fidati in tema di comunicazione.
A Chigi è entrato anche lui con il sottosegretario, la sua prima nomina infatti è datata gennaio 2023, anche se in molti raccontano che nei momenti di bisogno abbia continuato a coadiuvare Meloni.
Dal 23 aprile, con la nuova assunzione, il suo stipendio di base è rimasto lo stesso, 58.653,73 euro lordi l’anno, ma con un incremento nell’indennità: da 61.346,27 a 91.346,27. Facendo i conti, 30 mila euro in più, per un totale di 150 mila euro.
La questione riassunzioni ha riguardato anche quello che prima era capo della segreteria tecnica dell’autorità delegata, [...] “degradato” a consulente: il viceprefetto Fabrizio Izzo. Ciò non toglie che Izzo continuerà a prendere 42 mila euro.
Invariato il ruolo, posizione e compenso degli altri consiglieri. Francesco Farri, per 80 mila euro, Maria Luisa De Benedetto, dipendente Bankitalia che lavora per il governo a titolo gratuito, Francesco Mazzotta, tenente colonnello della Guardia di Finanza, che presta i suoi servigi per un emolumento accessorio di 70 mila euro, e il prefetto Ugo Taucer, altri 30 mila euro. Tutti insieme con l’altro capo di gabinetto, Nicola Guerzoni (23 mila euro di indennità di collaborazione). Un totale di 595 mila euro all’anno a carico della presidenza del Consiglio.