DOVE C’È DELMASTRO, C’È POLEMICA - IL SOTTOSEGRETARIO MELONIANO ALLA GIUSTIZIA INCITA I 300 NUOVI AGENTI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA URLANDO: “CHI SONO I MIGLIORI?”. E LORO REPLICANO “NOI, NOI, NOI!” - IL SENATORE RENZIANO ENRICO BORGHI PRESENTA UN'INTERROGAZIONE AL MINISTRO: "IL GRIDO RIEVOCA IL CORO FASCISTA DI MUSSOLINIANA MEMORIA “A NOI”" - DELMASTRO HA FATTO PIÙ VOLTE PARLARE DI SÉ: DAL CASO COSPITO AGLI SPARI ALLA CENA DI CAPODANNO... – VIDEO
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Estratto www.repubblica.it
“Chi sono i migliori?”, “Noi, noi, noi, i migliori siamo noi”. Le urla riempiono la caserma di Verbania. Il sottosegretario meloniano alla Giustizia Andrea Delmastro incita i 300 nuovi agenti della polizia penitenziaria durante la cerimonia di giuramento del 190esimo corso di formazione.
Che rispondono in coro “noi, noi” di mussoliniana memoria. La scena ripresa in un video ora è finita al centro delle polemiche. Il senatore di Italia viva Enrico Borghi ha presentato una interrogazione al ministro della Giustizia per chiedere “se ritenga che la condotta del sottosegretario Delmastro abbia avuto un contegno consono all’occasione, al suo ruolo istituzionale e alla solennità della cerimonia”.
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Il sottosegretario, uomo di Meloni che in questi due anni e mezzo di governo ha fatto più volte parlare di sé (dal caso Cospito agli spari alla cena di Capodanno), alla fine alza le braccia in segno di soddisfazione, ringrazia i “ragazzi” e va via.
Il senatore Enrico Borghi chiede chiarimenti. Anche perché la performance “sarebbe stata persino oggetto di specifiche prove prima della cerimonia ufficiale, condotte dallo stesso sottosegretario all’interno della caserma – si legge nell’interrogazione del capogruppo di Italia viva a Palazzo Madama – Simili esibizioni, alla presenza di esponenti di governo – cui peraltro è direttamente assegnato l’indirizzo politico dell’amministrazione di riferimento – e dinanzi a 300 agenti, armati e in divisa, rievoca inevitabilmente il coro fascista di mussoliniana memoria (“a noi”) e promuove, per queste vie, quel tentativo mai sopito di associare le forze armate e di polizia – invero dedite e leali ai valori della nostra Costituzione – a una delle pagine più buie della storia italiana”, conclude Borghi.