1. DRAGHI IN MODALITA' "ME NE VADO!": "GARANTITE I VOTI, PERCHÉ COSÌ IL GOVERNO NON PUÒ ANDARE AVANTI. BISOGNA ESSERE REALISTI, NON IDEALISTI. IL GOVERNO FA LE COSE, IL PARLAMENTO LE PORTA AVANTI" - FURIOSO COME UNA BISCIA PER LA BOCCIATURA DEL DECRETO MILLEPROROGHE, HA CHIESTO UN CHIARIMENTO A LEGA E FORZA ITALIA CHE HANNO VOTATO INSIEME ALLA MELONI CONTRO IL PARERE DELL'ESECUTIVO SUL LIMITE DEL CONTANTE (1000)
2. PRIMA DEL VERTICE, È SALITO AL QUIRINALE PER INCONTRARE MATTARELLA - DRAGHI HA URLATO CHE NON HA ALCUNA INTENZIONE DI RESTARE ALLA GUIDA DI UN GOVERNO ELETTORALE, DOVE OGNUNO FA A GARA A SVENTOLARE LE PROPRIE BANDIERINE, SENZA CURARSI DEL BENE DEL PAESE. E DEL FATTO CHE, SE TUTTO PRECIPITA E SI VA A VOTARE, L’ITALIA RISCHIA DI NON INCASSARE GLI AIUTI MILIARDARI DEL PNRR E I PEONES NON INTASCERANNO IL VITALIZIO...
1 - DRAGHI STRIGLIA LA MAGGIORANZA: “COSÌ NON SI PUÒ ANDARE AVANTI. MI INVITANO AL REALISMO, MA IO SONO QUI PER IDEALISMO”
«Bisogna essere realisti, non idealisti. Il governo fa le cose, il Parlamento le porta avanti». Così il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi ha sferzato la maggioranza di governo chiedendo conto anche di passaggi a vuoto sul milleproroghe. Di più: il premier avrebbe chiesto di non “affossare” o stravolgere in Parlamento i provvedimenti approvati dal governo, magari all’unanimità: «Così non si può andare avanti».
In cabina di regia, dunque, Draghi ha chiesto spiegazioni su quanto accaduto la notte scorsa nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera dove il governo è andato sotto quattro volte nelle votazioni. E per questo il presidente del Consiglio ha sottolineato la necessità di essere più compatti.
Prima della riunione, a cui partecipano i ministri Patuanelli, Giorgetti, Gelmini, Orlando, Bonetti, Speranza, Draghi è salito al Quirinale per incontrare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui ha riferito del Consiglio europeo e dell’incontro con le forze di maggioranza.
Sul tavolo della riunione c’è anche il tema del caro energia. Basti pensare che nel 2022 circa il 70% dell’impatto espansivo della manovra appare concentrato in quattro ambiti, tra cui il più rilevante è “Infrastrutture e mobilità sostenibili, transizione ecologica, energia e sisma”, che include anche le misure destinate al contenimento dei prezzi dell'energia, e da solo vale il 21% della manovra.
E' quanto emerge dall’analisi dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) secondo cui a seguire ci sono “Lavoro, famiglia e politiche sociali” (19%), le “Disposizioni in materia di entrata” (16%) e il settore “Crescita e investimenti” (13%).
Rispetto ai testi iniziali, l’impatto delle modifiche ha comportato «marginali miglioramenti del saldo, con variazioni inferiori ai 100 milioni annui nel 2022 e nel 2024 e pari a circa 300 milioni nel 2023», spiega l’Upb.
In particolare, l’utilizzo delle risorse destinate al cosiddetto bonus cuneo fiscale (il trattamento integrativo di 100 euro mensili per i redditi da lavoro dipendente sotto una certa soglia) per finanziare parte degli oneri associati alla revisione del prelievo Irpef ha comportato la modifica della contabilizzazione nel conto della PA da maggiore spesa per prestazioni sociali a minore entrata per imposte dirette (per importi pari a 9,1 miliardi annui).
2 - DRAGHI CHIEDE CHIARIMENTO SU MILLEPROROGHE
Da www.ansa.it
E' in corso a Palazzo Chigi la riunione presieduta dal presidente del Consiglio Mario Draghi con i capi delegazione delle forze politiche di maggioranza: i ministri Stefano Patuanelli, Giancarlo Giorgetti, Maria Stella Gelmini, Andrea Orlando, Elena Bonetti e Roberto Speranza.
Sul tavolo, il caro bollette, tema all'ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri, previsto per domani.
Nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi, in base a quanto si apprende, si è parlato anche delle 'falle della maggioranza', col governo che la notte scorsa è andato sotto quattro volte, in commissione alla Camera, durante l'esame delle modifiche al dl Milleproroghe. L'incontro è stata l'occasione per Draghi per chiedere un chiarimento sull'accaduto. Lo si è appreso da alcuni partecipanti alla riunione.
"I carichi contenuti nei piani di dilazione, per i quali è intervenuta la decadenza dal beneficio anteriormente alla data di inizio della sospensione dei termini di versamento delle cartelle, possono essere nuovamente dilazionati, con riferimento alle richieste di rateizzazione presentate tra il 1 gennaio e il 30 aprile 2022 fino ad un massimo di settantadue rate mensili".
E' quanto prevede un emendamento al Milleproroghe approvato nelle commissioni alla Camera secondo quanto riporta una nota di FI. Un chiaro e inequivocabile sostegno concreto ai contribuenti in difficoltà".
3 - DRAGHI DA MATTARELLA, POI CONVOCA IL VERTICE DI GOVERNO. IL PREMIER VUOLE EVITARE STRAPPI SUL DECRETO BOLLETTE
Monica Guerzoni per www.corriere.it
Serrare i ranghi, far sentire ai partiti di maggioranza che la tenuta del governo e la stabilità del Paese sono priorità assoluta in un momento di forti tensioni internazionali.
Mario Draghi torna da Bruxelles e sale al Quirinale, per parlare a quattr’occhi con il presidente Sergio Mattarella: di Ucraina e Russia, ma anche di Italia. Venerdì 18 febbraio i l presidente del Consiglio vuole chiudere il decreto Bollette e non accetterà strappi da parte delle forze politiche, che in Parlamento stanno dando segnali di forte irrequietezza.
Alla Camera la notte scorsa la maggioranza è andata sotto quattro volte nelle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera. Ci sono state forti tensioni e Lega e Forza Italia, due partiti di governo, hanno votato contro il parere dell’esecutivo alcuni emendamenti del Milleproroghe assieme a Fratelli d’Italia, il partito più forte dell’opposizione. «Avanti così non si può andare», sembra voler dire Draghi, che ha convocato i capi delegazione per il tardo pomeriggio di oggi, giovedì 17 febbraio.
Con i capi delegazione Draghi è stato chiaro, per alcuni anche troppo. Ha detto che quanto accaduto a Montecitorio in notturna è inaccettabile e che la maggioranza deve restare tale sia in Consiglio dei ministri, sia alla Camera e al Senato: «O i partiti garantiscono i voti in Parlamento, o il governo non va più avanti».
Un monito che il presidente del Consiglio ha condiviso con il capo dello Stato nel breve incontro al Quirinale, servito anche per far vedere plasticamente ai leader delle forze politiche che l’ex presidente della Bce non ha alcuna intenzione di restare alla guida di un esecutivo elettorale, dove ognuno fa a gara a sventolare le proprie bandierine, senza curarsi del bene del Paese. E del fatto che, se tutto precipita e si va a votare, l’Italia rischia di non incassare gli aiuti miliardari del Pnrr.
ARTICOLI CORRELATI