DRAGHI QUI, DRAGHI LÀ - QUANTE VOCI, QUANTE FREGNACCE GIRANO: SALE A QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA, NO I 5STELLE NON LO VOTERANNO MAI, LASCIAMO PERDERE LA MELONI… 2. QUEL CHE È POCO MA SICURO È CHE MARIOPIO NON CI PENSA PROPRIO DI ANDARE A FARE IL CAPO DELLA REPUBBLICA. IL SUO OBIETTIVO È PIÙ ALTO: PRENDERE LA LEADERSHIP DELL’UNIONE EUROPEA DIVENTANDO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO - A SETTEMBRE 2021 LASCIA LA POLITICA ANGELA MERKEL E L’USCITA DEL GAIO CHARLES MICHEL SI AVVICINA….
DAGONEWS
Quanto ne sentiamo e quante ancora dovremmo sentirne: Draghi sale a Quirinale al posto di Mattarella, no Draghi i 5stelle non lo voteranno mai, lasciamo perdere la Meloni… La verità solo il futuro la conosce. Quel che è poco ma sicuro è che Mariopio non ci pensa proprio di andare a fare il capo della Repubblica.
Il suo obiettivo è più alto: con l’appoggio della Francia di Macron e della Germania, prendere la leadership dell’Unione Europea (a settembre 2021 lascia la politica Angela Merkel) diventando il presidente del Consiglio Europeo, cioè colui che, insieme al Presidente della Commissione, il principale rappresentante dell'Unione europea nelle sue relazioni esterne.
Ad oggi poltrona è occupata da Charles Michel, quel gaio belga che lasciò in piedi Ursula von der Leyen davanti a Erdogan. L’uscita di Michel si avvicina essendo in carica dal 1º dicembre 2019 e il mandato dura due anni e mezzo.
L'eredità di Merkel a Draghi "Azioni globali contro il Covid"
Ilario lombardo per la Stampa
Lo chiama Mario, gli dà del tu, e idealmente gli passa il testimone della leadership europea. Anche questa è una tappa del lungo addio di Angela Merkel dal trono più alto della vecchia Unione. Avviene al termine della seconda giornata del Global solutions summit, in un dialogo a distanza tra la cancelliera e il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi.
Quest' anno la presidenza del G20 tocca all' Italia, e qui, nel cuore dell' Europa, l' augurio di Merkel è di riaffermare l' importanza del multilateralismo, per anni schiacciato sul fondo della storia dai sovranisti agitati dalla furia nazionalista di Donald Trump. Il vertice si terrà a Roma a ottobre, quando Merkel, dopo sedici anni, da poche settimane non sarà più alla guida della Germania.
Un vuoto che interroga le cancellerie di tutto il mondo, e che molti, a Bruxelles e a Washington, vorrebbero fosse almeno in parte colmato dall' autorevolezza internazionale che Draghi conserva intatta dopo i primi tre mesi di governo.
Merkel sembra benedire esplicitamente questo scenario: «Mario ha mostrato che il G20 è pronto a lavorare insieme sui temi globali. Voglio dare tutto il mio sostegno all' Italia per un vertice di successo e per la tua leadership».
Il destino del premier italiano è ancora da scrivere ma non è un mistero che in tanti, tra i partiti italiani come nelle istituzioni europee, vorrebbero rimanesse a Palazzo Chigi fino al 2023 e anche dopo, a garanzia delle riforme e come freno alle tentazioni sovraniste d' Italia.
Certamente, le parole di Draghi mostrano che la difesa dell' Europa e del multilateralismo sono il cuore della sua strategia: «In passato molti Paesi pensavano al sovranismo come soluzione. Ora questa crisi pandemica ci ha detto che è possibile risolvere problemi globali solo con soluzioni globali».
È una cesura netta con le esperienze recenti italiane e con un partito della coalizione del suo stesso governo, la Lega, che ancora ondeggia incerto se far vibrare le corde nazionaliste o cercare una legittimazione europea.
Patti chiari, però, con la Cina e con il resto del mondo che non sia Europa o Stati Uniti, come spiegano fonti di Palazzo Chigi.
Sui rapporti con Pechino, come con altri regimi, il realismo di Draghi è sempre lo stesso: dal clima alla ricerca al commercio globale, molte sfide richiedono di evitare diffidenza e ostilità.
«La Cina conta per il 17% del Pil globale ma anche il 30% delle emissioni di gas. Serve preservare uno spazio di dialogo e cooperazione basato sulla condivisione di regole globali comuni, senza fare passi indietro sui nostri valori democratici». Un' Europa più unita, più forte, lealmente alleata agli Stati Uniti, insomma, è l' arma in più contro i piani di egemonia commerciale e non solo della Cina.
Il mondo è cambiato, la pandemia del coronavirus lo ha stravolto. E le tre grandi sfide che saranno al centro del G20 - vaccini, diseguaglianze economiche e cambiamenti climatici - devono tener conto, dice Draghi, del fatto «che la crisi sanitaria ci ha insegnato che è impossibile affrontare i problemi globali con soluzioni interne».
«Il mondo - aggiunge - ha bisogno del mondo intero, non di un insieme di singoli Stati». Il che significa, secondo Draghi, che l' impegno dei grandi Paesi che guidano le sorti del globo deve essere rivolto a sanare gli squilibri economici con i Paesi più poveri, a partire dall' Africa e dalla ristrutturazione del debito.
Idem sui vaccini, su cui secondo il premier si è fatto tanto a livello di case farmaceutiche e di Ue per offrire una prima, ancora insufficiente, soluzione alla distribuzione globale, anche a chi non ha un portafogli pubblico o una struttura sanitaria all' altezza per permettersi le inoculazioni di massa.
Garantire vaccini efficaci ai Paesi più poveri è «un imperativo morale» che nel suo pragmatismo Draghi declina anche secondo una ragiona pratica, «se vogliamo egoistica» dice: il virus può ancora subire mutazioni pericolose che possono vanificare quanto fatto finora in Occidente.
Con la minaccia del clima e delle migrazioni di massa, il ritorno al multilateralismo, grazie anche all' ingresso di Joe Biden alla Casa Bianca, è necessario. «È un cambio di paradigma» - lo definisce Draghi - che l' Italia intende guidare e «la cui onda deve essere cavalcata da una Ue che mostra segni di risveglio identitario». Qui si salda l' intesa tra Merkel e Draghi.
Nell' idea la Ue come «nuovo spazio di sovranità sui vaccini», esportati anche altrove, che va allargato a tutti gli altri campi, «dalla difesa ai rapporti internazionali». «È inevitabile - gli fa eco Merkel - che la nostra sovranità giocherà un ruolo sempre più importante». Bisogna capire se in questo futuro che lei immagina, la cancelliera, magari in altre vesti, sarà ancora della partita.