DRIN DRIN: È L'ORA DEL DISGELO - SORPRESA: XI JINPING HA TELEFONATO A DONALD TRUMP PER CONGRATULARSI: "TROVIAMO IL MODO DI ANDARE D’ACCORDO" - IL DRAGONE TENDE LA MANO, DOPO LE VECCHIE RUGGINI DEL PRIMO MANDATO ALLA CASA BIANCA (IL TYCOON AVEVA ATTUATO UNA POLITICA OSTILE ALLA CINA, TRA DAZI E ACCUSE SUL COVID) - VIKTOR ORBAN FESTEGGIA L'ELEZIONE DEL SUO AMICO ALLA CASA BIANCA: "QUANDO HA VINTO TRUMP HO BRINDATO CON LA VODKA"
-ORBAN, 'CHAMPAGNE? QUANDO HA VINTO TRUMP HO BRINDATO CON VODKA'
(ANSA) - "Se ho stappato lo champagne? Ero in Kirghistan quando ho saputo che Trump aveva vinto, quindi per condividere la mia gioia ho fatto qualcosa di più tradizionale, bere la vodka...". Lo ha detto il premier ungherese Viktor Orban rispendendo ai cronisti in conferenza stampa dopo la Comunità Politica europea.
Orban aveva detto al Pe, lo scorso ottobre, che se Trump avesse vinto avrebbe stappato diverse bottiglie di champagne. "E' una grande opportunità per l'Ungheria essere in stretta alleanza con gli Usa" di Donald Trump, ha proseguito. "Hanno voluto incarcerarlo, ucciderlo, togliergli i beni, e lui è presidente degli Stati Uniti. Sono orgoglioso, questa è la democrazia", ha aggiunto. (ANSA).
XI JINPING E LA TELEFONATA IMMEDIATA (A SORPRESA) A TRUMP: TROVIAMO IL MODO DI ANDARE D’ACCORDO
Estratto dell’articolo di Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
Meno di 24 ore. È il tempo trascorso tra il momento in cui Donald Trump ha dichiarato vittoria alle elezioni presidenziali americane e la telefonata di congratulazioni del presidente cinese Xi Jinping. Una mossa in parte inattesa, soprattutto nelle tempistiche, che segnala un cambio di marcia netto della diplomazia post elettorale di Pechino.
Nel 2020, complice anche il risultato più incerto e le minacce di ricorsi legali dello stesso Trump, trascorsero otto giorni prima che il ministero degli Esteri cinese fece le sue congratulazioni a Joe Biden. Passarono invece tre settimane prima che lo stesso Xi inviò un messaggio di complimenti, senza però alzare la cornetta. La prima telefonata tra Xi e Biden arrivò solamente a febbraio 2021, due settimane dopo l'insediamento.
Nel breve comunicato del governo cinese, si legge che Xi ha esortato i due Paesi "a trovare il modo giusto per andare d'accordo nella nuova era, in modo da avvantaggiare entrambi e il resto del mondo". Da tempo, infatti, Xi descrive le relazioni tra Pechino e Washington come le più importanti per gli equilibri internazionali. Il leader cinese, come spesso accade, ha insistito sul tasto della cooperazione: "La storia insegna che la Cina e gli Stati Uniti guadagnano dalla cooperazione e perdono dal confronto, ha affermato Xi, sottolineando che un rapporto Cina-Usa stabile, solido e sostenibile.
Questa relazione serve gli interessi condivisi dei due paesi e soddisfa le aspirazioni della comunità internazionale", ha detto Xi, che ha poi espresso la speranza che le due parti "sostengano i principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti". La richiesta, come sempre, è quella di accettare il modello politico e di sviluppo della Cina, che Xi vuole vedere equiparato al sistema democratico americano e occidentale.
Al di là del contenuto del messaggio, è assai interessante provare a capire il perché Xi abbia deciso di giocare d'anticipo. La sensazione è che questa telefonata lasci intravedere un punto fondamentale della possibile strategia cinese di gestione del Trump bis: la promozione del rapporto personale tra i due leader.
D'altronde, lo stesso tycoon ha più volte sbandierato la sua presunta amicizia con Xi, di cui ha ripetuto più volte di ammirare lo stile duro di governo con cui riesce a gestire quasi un miliardo e mezzo di cinesi. In realtà, al termine del suo primo mandato Trump ha lasciato un'eredità piuttosto ostile alla Cina.
Sul fronte commerciale ha lanciato la guerra dei dazi, avviando una serie di dure restrizioni alla catena di approvvigionamento delle tecnologie sensibili. Ha messo nel mirino Huawei. È durante il suo mandato che fu arrestata Meng Wanzhou, la figlia del fondatore del colosso di Shenzhen.
Un evento che ancora oggi in Cina viene considerato il vero punto di svolta nelle relazioni con gli Stati Uniti e con l'Occidente, il momento in cui il Partito comunista ha capito che Washington non aveva solo intenzione di riequilibrare la bilancia commerciale, ma di fermare la sua ascesa. Non solo.
Trump ha anche addossato la colpa della sua sconfitta alle elezioni del 2020 proprio alla Cina e alla pandemia di Covid-19, che lui anche di recente ha definito ancora "virus cinese".
[...] Il contropiede di Xi potrebbe anche mirare a scongiurare possibili colpi di testa di Trump durante la fase di transizione che precede il suo insediamento a gennaio. Nel 2016, il leader repubblicano accettò la telefonata di complimenti di Tsai Ing-wen, allora presidente di Taiwan. Si trattò di una mossa senza precedenti, visto che Washington e Taipei non hanno rapporti diplomatici ufficiali dal 1979. [...]