DUE PESI E DUE GRILLINI - LA PROCURA CHIEDE L'ARCHIVIAZIONE PER DANIELE FRONGIA: PUÒ TORNARE IN CAMPIDOGLIO DA ASSESSORE ALLO SPORT - DAL CARCERE MARCELLO DE VITO, ACCUSATO DI CORRUZIONE NELL'AMBITO DELL'INCHIESTA SULLO STADIO DELLA ROMA, HA FATTO ARRIVARE UN MESSAGGIO ALLA RAGGI: NON INTENDE PERÒ DIMETTERSI DAL RUOLO DI PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA CAPITOLINA
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1 - TOR DI VALLE, I PM SU FRONGIA: «CHIEDIAMO L'ARCHIVIAZIONE»
Michela Allegri Camilla Mozzetti per “il Messaggero”
La procura chiede l'archiviazione: non ci sono elementi per procedere e Daniele Frongia può tornare in Campidoglio da assessore allo Sport. Indagato per corruzione, nell' ambito dell' inchiesta sullo Stadio della Roma, uno dei più fedeli e fidati collaboratori della sindaca Virginia Raggi, aveva deciso di autosospendersi dal Movimento e rimettere la carica ricoperta fino a quando la sua posizione non si fosse chiarita.
La notizia che lo vedeva indagato era arrivata a 24 ore dall' arresto del presidente d'Aula, Marcello De Vito, provocando un vero terremoto a Palazzo Senatorio. Ma le due vicende giudiziarie, per quanto entrambe legate all' affaire sullo Stadio di Tor di Valle, viaggiavano su binari diversi. E fin da subito, anche se in maniera inconsueta, i suoi legali, Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori, avevano minimizzato: «Da informazioni assunte dalla Procura emerge che la posizione del nostro assistito sarà definita a breve con una richiesta di archiviazione». Che puntualmente è arrivata suscitando qualche perplessità sull' origine della soffiata che aveva tranquillizzato i difensori dell' assessore.
I RAPPORTI
Frongia era stato indagato dopo che il suo nome era emerso nel primo troncone dell' inchiesta Stadio al fianco del costruttore Luca Parnasi, già imputato per associazione a delinquere per il giro di mazzette legato alla realizzazione del nuovo impianto sportivo. Nello specifico, Frongia avrebbe suggerito il nome di una sua conoscente una donna di 30 anni al costruttore che cercava una persona da assumente in una delle sue società: la Ampersand.
La cosa non andò in porto perché Parnasi venne arrestato. Fu lo stesso costruttore, durante un interrogatorio dello scorso settembre a confermare la circostanza al procuratore aggiunto Paolo Ielo e alle pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli specificando che il politico non aveva mai avanzato richieste, né aveva fatto pressioni.
«MAI CHIESTO FAVORI»
«Ringrazio la Procura per aver chiarito la mia posizione e richiesto l' archiviazione nella vicenda che mi vede coinvolto ha scritto Daniele Frongia in un lungo post su Facebook Ribadisco quanto detto anche in passato: non ho mai tenuto comportamenti illegali né scorretti. Non ho mai chiesto, fatto o ricevuto favori». In chiusura l' assessore ha voluto ringraziare la sindaca e il Movimento (Luigi di Maio compreso) «per avermi sostenuto in questi giorni».
E a distanza di qualche ora è arrivato anche il commento della sindaca Raggi, in missione a Doha (Qatar) con l' obiettivo di sviluppare collaborazioni, in ambito economico e culturale, con la Capitale. «È una buona notizia, sono certa che Daniele Frongia continuerà a svolgere con rinnovato impegno la sua attività di assessore». Non è ancora certo il giorno esatto in cui, a questo punto, Frongia tornerà a salire la Cordonata del Campidoglio.
IL CLIMA NELLA MAGGIORANZA
Tuttavia, non appena è stata resa nota la notizia dell' archiviazione, gli animi nella maggioranza non erano oltremodo festosi. «Ci sono altre problematiche da affrontare ribadiva più di un consigliere questioni da risolvere; quello di Daniele era un esito che tutti noi ci aspettavamo».
«Dobbiamo invece risolvere la questione della Metro A (con 3 stazioni centralissime chiuse per guasto ndr), i rifiuti (solo domenica ha preso fuoco una parte del tmb di Rocca Cencia) convenivano due consiglieri di maggioranza oltre ovviamente alla vicenda di Marcello De Vito», tuttora richiuso nel carcere di Regina Coeli con l' accusa di corruzione.
Per la procura, De Vito avrebbe ricevuto tangenti mascherate da consulenze, insieme al suo procuratore ed ex collega di studio, l' avvocato Camillo Mezzacapo, promettendo più o meno velatamente di interessarsi alle richieste dei privati e garantendo appoggi in virtù della posizione ricoperta all' interno della squadra di governo capitolino.
Nel primo interrogatorio di garanzia davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere.
2 - DE VITO NON SI DIMETTE, IMBARAZZO CINQUESTELLE
C. Moz. per “il Messaggero”
Al suo posto, durante la visita del Santo Padre in Campidoglio era seduto il consigliere M5S Enrico Stefàno. Ma il futuro della presidenza dell' Assemblea Capitolina è tutt' altro che scontato. Dal carcere Marcello De Vito, accusato di corruzione nell' ambito dell' inchiesta sullo Stadio della Roma, ha fatto arrivare un messaggio chiaro alla maggioranza di Virginia Raggi.
Mister preferenze, così soprannominato per via dell' enorme consenso ottenuto alle amministrative in termini di voti raccolti, non molla la presa. Sospeso per volere del Prefetto dalle cariche ricoperte, non intende però dimettersi ufficialmente dal ruolo di presidente dell' Assemblea Capitolina. E si apre il dilemma tra i pentastellati che guidano Roma: «Che facciamo?». Stretti ai fianchi dalle opposizioni in primis da Fratelli d' Italia che ha presentato nell' ultima capigruppo un atto con cui chiedeva di procedere con la revoca, sostenuto poi anche dal Pd i consiglieri si trovano costretti a rispondere.
I PARERI
La maggioranza grillina si è riunita per discutere la situazione, mostrandosi anche favorevole a procedere, ma ha chiesto un parere all' Avvocatura e al Segretariato generale per sapere se la procedura può essere intrapresa senza ripercussioni. «Abbiamo capito che secondo il Testo unico degli enti locali, l' incarico può essere revocato con le classiche 24 firme da parte dell' Aula soltanto andando a contestare il suo operato nell' ambito delle funzioni da presidente spiega il consigliere grillino Pietro Calabrese oppure nella presa d' atto di gravi reati.
Ora i reati sono tali quando c' è una sentenza mentre ci troviamo di fronte a una misura cautelare in carcere». In sostanza, argomenta la maggioranza, non ci sono i presupposti tecnico-giuridici per procedere alla revoca. Ma c' è dell' altro: De Vito, se riuscisse a dimostrare la sua innocenza, potrebbe procedere legalmente contro la revoca aprendo un contenzioso giuridico e una questione nel Movimento che la maggioranza (già piegata) non intendono neanche prendere in considerazione.
Che poi politicamente questa situazione crei problemi a diversi consiglieri, è tutta un' altra storia. «A prescindere dalla sua espulsione dal Movimento conclude Calabrese abbiamo un presidente di Assemblea in carcere e la cosa non va bene».
IL CONSIGLIO
Di fatto, nel Consiglio di domani si discuterà solo la sostituzione temporanea di De Vito dalla carica di consigliere e la convalida della supplenza da parte di Carlo Mario Chiossi (primo tra i non eletti) che ha già firmato. Attesissima infine la sindaca Raggi, di ritorno da Doha, che è stata chiamata a riferire in Aula sulla situazione politico-istituzionale che si è delineata dopo l' arresto di uno dei componenti della sua maggioranza.