ECCO LE CARTE DELL'INCHIESTA DELLA DDA DI NAPOLI SU VINCENZO DE LUCA - GUGLIELMO MANNA, MARITO DELLA GIUDICE SCOGNAMIGLIO TENTA IN TUTTI I MODI DI FAR “PESARE” LA SUA PARENTELA MA RICEVE PORTE IN FACCIA E DRAMMATIZZA LA SITUAZIONE...
Carlo Tarallo per Dagospia
Eccola, la seconda puntata. Le carte dell’inchiesta della Dda di Napoli, pm Woodcock e Parascandolo, che mentre indagavano su una vicenda di corruzione all’ospedale Santobono si sono imbattuti nei dialoghi di Guglielmo Manna, dirigente della stessa struttura ospedaliera e marito del giudice del Tribunale Civile di Napoli Anna Scognamiglio, chiamata a giudicare il ricorso di Vincenzo De Luca, Governatore della Campania, contro la sospensione dalla carica per effetto della Legge Severino.
Una volta constatato che questo “filone” coinvolgeva un magistrato napoletano, Woodcock e Parascandolo trasmisero gli atti alla Procura di Roma, che ha messo sotto inchiesta con l’accusa di concussione per induzione Vincenzo De Luca, il suo ex capo della segreteria politica e braccio destro Nello Mastursi, Manna, la Scognamiglio, gli intermediari Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio e Giuseppe Vetrano, ex coordinatore delle liste che hanno sostenuto De Luca in campagna elettorale.
L’sms di Vetrano a Mastursi
Un faldone, quello trasmesso dai Pm della Dda di Napoli alla Procura di Roma, che rappresenta l’antefatto di ciò che è poi accaduto nelle ultime settimane, quando le carte dell’inchiesta dei magistrati della Capitale, i pm Corrado Fasanelli e Giorgio Orano,sono state pubblicate dai giornali. E che permette di mettere in chiaro alcune cose. Il coinvolgimento di Mastursi, che si è dimesso dall’incarico appena esplosa la bufera, si presume tra l’altro da un sms inviatogli dal Vetrano lo scorso 21 luglio: “Caro Nello, ho consegnato in serata i documenti, per cui domattina sarà data formale notizia”.
Il giorno dopo, il 22 luglio, i giudici del Tribunale civile di Napoli, tra i quali la Scognamiglio, confermando una precedente decisione del giudice monocratico, accolsero il ricorso di De Luca, contro la sospensione dall'incarico di Governatore per l'applicazione della legge Severino. Una decisione che, secondo i Pm, potrebbe essere stata collegata alla promessa di un incarico di primo piano nella sanità della Campania a Guglielmo Manna, marito della stessa Scognamiglio.
Ma a proposito di Manna: dalle carte risulta chiaro come abbia tentato in ogni modo possibile, facendo ricorso a diversi potenziali intermediari, di far pesare su De Luca il suo legame matrimoniale con la giudice Scognamiglio, prospettando la possibilità che le cose potessero andare male nel caso di un mancato accoglimento delle sue richieste.
“L’intervento è complicato”
Significativo quanto Manna dice al telefono a Poziello, suo intermediario e amico in quanto caposala del Santobono, il 4 luglio 2015: “L’intervento e' complicato non è un intervento...cioè con l'anestesia sbagliata tu lo sai meglio di me ...l'intervento si sbaglia facilmente....l’importante è che l'anestesista ha capito bene”.
Tutto è cominciato così
Ma che Manna pensasse di avere un vero e proprio asso nella manica, rappresentato dal fatto che la moglie fosse chiamata a giudicare il ricorso di De Luca, appare chiaro dalla telefonata del 1 luglio 2015 tra il marito della giudice e un amico:
Manna: “Bello?”
Uomo: “Uè”
Manna: “Ma tu hai capito la barzelletta qual è? Indovina chi è il giudice relatore sulla causa su De Luca?”
Uomo: “Chi è?”
Manna: “Anna, mia moglie!”
Uomo: “Ehi...”
Manna: “Infatti qualcuno già mi stanno chiamando… due alternative o perdi il posto o ti fanno direttore Generale della Regione Campania (ride) mannaggia… la miseria va è incredibile”.
La prima doccia fredda
Il giorno dopo però, il 2 luglio, il Tribunale di Napoli (giudice monocratico Cioffi) accoglie il ricorso d’urgenza presentato da De Luca contro la sospensione dalla carica per effetto della Legge Severino. E Poziello contatta Manna deluso:
Manna: “Dimmi tutto Giorgi’, dimmi tutto”
Poziello: “Ma già hanno fatto tutte cose!”
Manna: “Non hai capito un cazzo! Madonna il decreto lo hanno fatto stamattina e te l'avevo già detto poi sul giornale c'è scritto che il 700 si discuterà col giudice Anna Scognamiglio relatore”
Poziello: “Si, ma già hanno fatto tutte cose, ne ha parlato già la televisione,i giornali, tutti quanti”
Manna: “Non ti riesco a far capire ha avuto un decreto "inaudita altera parte" d'accordo? quindi per urgenza, poi entro fine mese si fa la causa, che può confermare o non confermare questo decreto capito Giorgio? Giorgio?”
Poziello: “Ho capito”
“Si sentono sicurissimi, non hanno bisogno di nulla”
Il 6 luglio altra doccia fredda per il sodalizio di Manna: un altro potenziale intermediario, Giuseppe Bisogno, contattato dal caposala, fa capire a Poziello che all’entourage di De Luca questo “scambio” (interessamento alla sentenza in cambio di una nomina per Manna) non interessa per niente
Giuseppe Bisogno “Pronto? Giorgio?”
Poziello: “Peppino”
Bisogno: “Buongiorno Giorgino”
Poziello: “Tutto a posto?”
Bisogno: “Si tutto bene tutto bene ...ho parlato di quella cosa...loro si sentono sicurissimi...non hanno bisogno di nulla!”
Poziello: “Non ho capito?”
Bisogno: “Loro si sentono sicurissimi ...non hanno bisogno di nulla”
Poziello: “Va bene”
Bisogno: “Cosi' mi e' stato detto....”
Da quel momento, Manna e Poziello (secondo i Pm) tenteranno di trovare altre strade per agganciare l’entourage di De Luca e convincere gli uomini vicini al Governatore del pericolo che “l’intervento possa finire male” in assenza di un accordo. Tra incontri chiesti, rinviati, avvenuti, si arriverà al 21 luglio e a quell’sms a Mastursi inviato da Vetrano. De Luca sapeva o non sapeva di questi contatti? E’ questa la domanda che, in termini non solo giudiziari ma anche politici, perseguiterà il Governatore nelle prossime settimane.