GLI EFFETTI DELLA GUERRA SUGLI ITALIANI: MENO EMPATICI VERSO L'UCRAINA. E UN PO’ RIVALUTANO PUTIN – SECONDO IL SONDAGGIO DEMOS, NELL'ULTIMO ANNO LA FIDUCIA VERSO L’UCRAINA È CALATA DI 4 PUNTI (ORA AL 36%), MENTRE QUELLA PER LA RUSSIA È RISALITA DAL 7 ALL'11% – CALA A PICCO IL “GRADIMENTO” NEI CONFRONTI DELLA FRANCIA, IN SEGUITO AI CONTINUI ATTACCHI DI MACRON AL GOVERNO MELONI – E CON LA GUERRA, GLI USA SONO TORNATI A ESSERE UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER GLI ITALIANI, COME NON AVVENIVA DA ANNI…
-Estratto dell'articolo di Ilvo Diamanti per “la Repubblica”
La “politica estera” è divenuta, sempre più, “politica interna”. Motivo di polemica e divisione. È inevitabile, viste le tensioni prodotte e riprodotte da conflitti e, ovviamente, guerre che, da tempo, agitano “il mondo intorno a noi”. Non lontano dai nostri confini. Come in Ucraina, ovviamente. Come ha “testimoniato” il Presidente Volodymyr Zelensky, nel suo viaggio in Europa, che lo ha condotto, nei giorni scorsi, in Italia.
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Così, lo “sguardo geopolitico” degli italiani cambia. Condizionato dal “vento degli eventi”, che soffia (non solo) su di noi. Come dimostra il sentimento verso i Paesi stranieri, rilevato da un recente sondaggio di Demos. Va chiarito che, rispetto alle indagini degli ultimi anni, non si osservano mutamenti improvvisi e profondi. Ma, piuttosto, variazioni dei punti di vista. Limitate e, tuttavia, significative.
La fiducia e l’empatia verso l’Ucraina, anzitutto, sembrano raffreddarsi, anche se di poco. Mentre è risalita, in misura altrettanto limitata, la fiducia verso la Russia. E ciò contribuisce a chiarire le ragioni del viaggio europeo di Zelensky, che, in Italia, ha incontrato le più importanti autorità religiose e politiche.
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Un modo di rafforzare i rapporti necessari all’Ucraina. Sul piano degli aiuti “materiali”. E dell’opinione pubblica. Non meno importante, per l’andamento della guerra. Va sottolineato, infatti, che, nella “guerra dell’opinione pubblica”, l’Ucraina – sostenuta dal 36% degli italiani - sovrasta la Russia - appoggiata dall’11%.
Oltre i “confini della guerra”, appare significativo il grado di fiducia riconosciuto alla Germania. E, per ragioni inverse, alla Francia, che vede scendere il consenso fra gli italiani, in misura significativa. Nell’ultimo anno, dal 39% al 35%. D’altronde, le occasioni di contrasto fra i due Paesi, dopo l’insediamento del governo guidato da Giorgia Meloni, si sono ripetute.
[…] Per questa ragione, la Francia torna ad apparire, agli italiani, più “lontana”, sul piano della fiducia, per quanto “vicina”, geograficamente. O, forse, anche per questo. Perché i rapporti fra “cugini” (come vengono definiti italiani e francesi) sono sempre complicati.
Se allarghiamo l’orizzonte geo-politico ad altri Paesi, considerati dal sondaggio di Demos, è interessante osservare come, agli occhi dei cittadini, le distanze geografiche contino in misura relativa. Cina e Ungheria, in particolare, sono percepite egualmente “lontane”, dagli italiani. Mentre gli USA hanno riacquistato fiducia, come non avveniva da molti anni.
Lo sguardo sui diversi Paesi considerati – europei e oltre – è “orientato” anche da altre ragioni. In particolare, “l’orientamento politico”, che riflette logiche antiche e recenti, messe, relativamente, in ombra, dalla “frattura” provocata dalla guerra.
La simpatia per la Russia, in particolare, pur mantenendosi limitata, cresce (un poco) fra gli elettori della Lega e di Forza Italia. Riflesso del legame fra i leader, Salvini e Berlusconi, con Putin. Il capo di un Paese (regime) “personale” come il loro partito. La base di FI, tuttavia, oggi esprime simpatie “trasversali”. Come chi vota per il Terzo Polo, che non ha radici e tradizioni che ne (af)fondino le scelte. Mentre i FdI si distinguono per il distacco dalla Francia di Macron. Reciproco.
È, dunque, finito il “tempo dei muri”, che generavano divisioni globali e, al contempo, interne al nostro sistema politico. Ma, per la stessa ragione, oggi è difficile individuare Paesi che “attraggano” – e respingano - i cittadini. In Europa e oltre. I più importanti, per gli italiani, appaiono la Germania, polo economico, “frontiera” con le aree geopolitiche a rischio.
E gli USA. Riferimento di un blocco che ha perduto il valore di un tempo. Ma è stato rigenerato, dopo la guerra in Ucraina. Dopo il ritorno dell’antica minaccia. La Russia. Mentre l’Unione Europea rimane una cornice, ancora incapace di “disegnare” un progetto e, soprattutto, un soggetto comune.