LE ELEZIONI USA DIVIDONO IL CARROCCIO - "SE LA LEGA VUOLE GOVERNARE L'ITALIA, SERVE UN DIALOGO CON BIDEN” – GIORGETTI SI SMARCA DA SALVINI FILO-TRUMP E RIBADISCE CHE IL PARTITO RESTA “SALDAMENTE ATLANTICO” – “OGGI IL BRACCIO DI FERRO SULLO SCACCHIERE INTERNAZIONALE È TRA USA E CINA E NOI STIAMO CON I PRIMI” – MARTELLI BASTONA SALVINI: "DA UN ANNO NON NE AZZECCA UNA E ANCORA IERI STRILLAVA CONTRO I BROGLI DEI DEMOCRATICI MANCO FOSSE UN PARENTE DI 'THE DONALD'. LA LEGA MERITA DI PIÙ E INFATTI GIORGETTI HA SUBITO DICHIARATO CHE…"
-Dal profilo Facebook di Claudio Martelli
Joe Biden ha vinto Trump ha perso.
Provo compassione per Salvini: da un anno non ne azzecca una e ancora ieri strillava contro i brogli dei democratici manco fosse un parente di the Donald. La Lega merita di più e infatti Giorgetti ha subito dichiarato la Lega amica degli USA quale che sia il presidente. Paragonato a Salvini uno statista.
GIORGETTI
CARMELO LOPAPA per la Repubblica
«Siamo assolutamente interessati a dialogare con l'Amministrazione Biden. È importante farlo se vogliamo davvero andare al governo in Italia». Parla Giancarlo Giorgetti, responsabile Esteri e numero due della Lega. Il partito, dice, resta «saldamente atlantico». «Ma guai dare per morto il trumpismo e il sovranismo».
Biden è il 46' presidente degli Stati Uniti. Che Paese trova secondo lei?
«Trova un Paese che, come dimostrano i dati elettorali, è diviso. E non l'ha certo diviso Trump, che perde d'un soffio in qualche Stato come l'altra volta aveva vinto d'un soffio. Non a caso Biden dice di voler ricostruire un senso di ritrovata unità nazionale smarrito negli ultimi anni».
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Resta il fatto che non avete più un punto di riferimento amico, diciamo così, negli Usa
«Per noi non cambia nulla. Restiamo fermi nella collocazione atlantica, che diventa ultra-atlantica su determinati temi, ad esempio sul 5G. A differenza di chi ,nel nostro Paese, ha difeso posizioni filo cinesi. Sappiamo che da parte della nuova Amministrazione ci sarà maggiore curiosità nel capire chi potrà governare in Italia nei prossimi anni. Sarà un bene, non abbiamo nulla da temere, anzi».
Si chiude l'era del Trumpismo negli Usa e in Europa? C'è chi intona già il De Profundiis del sovranismo.
«Mah, mi sembra una lettura semplicistica. Il consenso del trumpismo in America si è confermato. Senza il Covid avrebbe stravinto. Il problema è capire nell'Occidente atlantico quali saranno i postumi economici e sociali di questa grande crisi. Non è detto che i tanto vituperati sovranisti scompariranno».
Ma in Europa avranno una sponda in meno.
«La sponda era più formale che sostanziale. In cosa si sostanziava? Forse la Lega conservatrice aveva una sponda negli Usa? Non direi».
Lei è stato tra i tessitori del viaggio di Salvini vicepremier a Washington, nel 2019. Cosa cambierà per voi adesso?
«Assolutamente nulla. Andare a farsi conoscere serviva con Trump e a maggior ragione servirà con Biden, se vorremo davvero governare l'Italia. Siamo interessati a un dialogo con la nuova Amministrazione. Oggi il braccio di ferro sullo scacchiere internazionale è tra Usa e Cina e noi stiamo con i primi».
Da responsabile Esteri della Lega, andrebbe all'insediamento di Biden?
«Semmai mi invitassero, con due cappotti per proteggermi dal freddo di gennaio, andrei senza problemi».
Non l'abbiamo vista in giro con la mascherina pro Trump. Un caso?
«Non ne ho ricevute. Battute a parte, che Salvini simpatizzasse per Trump era noto»
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