ELLY FA PIAZZA PULITA DEI CINQUE STELLE – LA SCHLEIN IERI, INSIEME A FRANCESCA PASCALE E LUXURIA, SI È PRESA LA PIAZZA ARCOBALENO DI MILANO, MENTRE GIUSEPPE CONTE ERA A CASA A ROSICARE: IL PD SALE NEI SONDAGGI, E IL M5S, CON IL REDDITO DI CITTADINANZA E IL SUPERBONUS CANCELLATI, È A CORTO DI ARGOMENTI – IL SIPARIETTO DELLA SEGRETARIA MULTIGENDER CON “VLADI” - VIDEO
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1. TENDENZA ELLY
Estratto dell’articolo di Francesca Del Vecchio Francesco Moscatelli per “La Stampa”
Fino all'ultimo minuto è indecisa se salire o meno sul palco, ma Piazza della Scala la sta aspettando. E lei lo sente. Alla fine è Vladimir Luxuria, madrina dell'evento, a tirarla su. Elly Schlein si prende gli applausi. Lunghi, partecipati. È emozionata. Saluta la gente con la mano dopo aver stretto anche lei nel pugno sinistro una penna, strumento di quelle registrazioni mancate dei figli della coppie omogenitoriali per cui Milano è scesa in piazza.
«È il momento di tirare fuori le unghie», le dice Luxuria mentre si abbracciano. «Lo farò, ma le mie non sono lunghe e smaltate come le tue», le risponde sorridendo Schlein che dopo la consacrazione del congresso dem appare sempre più consapevole dell'incarico popolare di riunire la sinistra. In sottofondo c'è «Bella Ciao» cantata da grandi e bambini. «È una partigiana. Solo lei può fare questa battaglia. A destra c'è chi fa la destra e finalmente a sinistra c'è chi fa la sinistra», dirà dopo Luxuria.
[…] Milano l'aspetta e la cerca. Lei prova a divincolarsi da microfoni e telecamere per «andare dalle persone che mi stanno aspettando». La chiamano per raccontarle le loro storie di famiglie arcobaleno, alcuni ragazzi la fermano per dirle che hanno preso la tessera del Pd dopo che lei è diventata segretaria, «perché parla con noi giovani e non di noi. Le stanno a cuore le tematiche care alla nostra generazione», dice Claudia Toscano, una diciottenne venuta a Milano dal Sud per studiare. «Dai Elly, prendiamoci tutto». La segretaria annuisce.
[…] Per Schlein, comunque, non è una novità occuparsi di diritti. E per questo precisa che il Pd «si sta già muovendo in Parlamento, per portare avanti le aspettative che sono emerse dalla piazza: poter vedere riconosciuto per legge il diritto delle famiglie omogenitoriali e dei loro figli e figlie». La legge c'è, dice Elly, è stata scritta «assieme alle associazioni, alle famiglie arcobaleno».
È di poche parole, ma trova quelle giuste da recapitare al governo: «Dobbiamo convincerli che le discriminazioni non hanno mai portato a un avanzamento della società, che è più sicura solo se è più inclusiva». Le fa eco, ma dall'altro lato della piazza - quasi come se ci fosse un altro Pd, quello moderato che un po' la teme - la presidente dei senatori dem Simona Malpezzi che precisa che il partito «c'è sempre stato». Il riferimento è alle piazze del ddl Zan - quando Schlein non era segretaria e neanche tesserata. Poi, però, è costretta ad ammettere che a differenza del passato, la «voce di oggi è giovane e fresca».
Ma soprattutto raccoglie consensi anche a sinistra del Pd, laddove fino a qualche mese fa provavano a pescare i cinquestelle di Conte. E a proposito di M5s, c'era in piazza anche l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Un'apparizione veloce la sua, giusto il tempo di ricordare il primato delle registrazioni quando era prima cittadina del capoluogo piemontese. Ma è Giuseppe Conte il grande assente, che mentre affida ai social qualche slogan sui diritti civili, ci tiene a precisare che la trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali «non ha nulla a che fare con la legittimazione della maternità surrogata». […]
2. SCHLEIN LA ROSSA AIZZA LE FAMIGLIE ARCOBALENO «IL GOVERNO MELONI È CONTRO I BAMBINI»
Estratto dell’articolo di Laura Cesaretti per “il Giornale”
[…] La nuova leader del Pd ha teorizzato con parole chiare la sua strategia, anche nel Question Time della settimana scorsa con la premier Giorgia Meloni: «Ora il governo è lei, e a lei toccano le risposte: io sono all’opposizione». E a lei tocca essere in ogni piazza dove si manifesti un’opposizione sociale, politica, culturale all’esecutivo del centrodestra.
Così ieri Elly era in piazza a Milano con le famiglie arcobaleno che protestavano per lo stop imposto ai Comuni sulla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, a fianco del primo cittadino Beppe Sala e del parlamentare Alessandro Zan, padre dell’omonima (e mai approvata) legge contro l’omotransfobia. Assente invece, guarda caso, il capo grillino Giuseppe Conte, che un po’ teme di finire in secondo piano quando c’è lei (più nuova, più giovane, più donna etc) e un po’ non si vuol sbilanciare troppo su un tema controverso. E dunque ha scelto di restarsene a casa sua.
Del resto per Schlein l’esordio da segretaria appena eletta è stato proprio in piazza: il 5 marzo scorso, a Santa Croce a Firenze, perla «manifestazione antifascista» promossa dalla Cgil, fotografatissima tra Maurizio Landini e il sindaco Dario Nardella. Quando non può essere presente di persona, Schlein manda i suoi: l’11 marzo, a Cutro, c’era Chiara Gribaudo a guidare la delegazione dei parlamentari dem al corteo dopo il tragico naufragio in cui hanno perso la vita decine di migranti. Il 17 marzo a Napoli ha spedito Giuseppe Provenzano a rappresentarla alla manifestazione contro «il progetto secessionista dell’autonomia differenziata».
[…] E proprio con la protesta lei è nata in politica: il primo evento che la portò alla ribalta delle cronache fu la mobilitazione (ideata dal suo leader di riferimento dell’epoca, Pippo Civati) «Occupy Pd», destinata ad additare al pubblico ludibrio i famosi, anonimi e molto trasversali «101» franchi tiratori Pd che affossarono - dopo le elezioni politiche del 2013 - la candidatura di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica, ai tempi della maldestra regia dell’aspirante premier Pierluigi Bersani. Schlein andò anche a suonare al citofono di Prodi a Bologna, per omaggiarlo di una t-shirt con la scritta «Siamo più di 101», inaugurando così una affettuosa amicizia con il fondatore dell’Ulivo.
Obiettivo del presenzialismo di piazza della leader dem è quello di imporre la propria immagine di capo dell’opposizione al governo Meloni, mettendo le basi per una disfida a due alle prossime elezioni europee.
Anche se su temi delicati come i diritti delle famiglie «arcobaleno» Schlein sa di dover tenere a bada posizioni molto diverse nel suo stesso schieramento, a cominciare da quei cattolici che, gli ha ricordato Graziano Delrio, sono «molto preoccupati»: «La maternità surrogata non piace a noi come non piace alle femministe di sinistra, Elly rispetti tutte le sensibilità».