ENRICHETTO FA "ALL IN": OFFRIRE AI 5 STELLE LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LAZIO PER OTTENERE IL VIA LIBERA ALLA CANDIDATURA DI ZINGARETTI A SINDACO DI ROMA - IL GOVERNATORE È DISPONIBILE, MA VUOLE GARANZIE: “CHI ASSICURA CHE SE IO MI CANDIDO CONTRO VIRGINIA RAGGI I GRILLINI NON FANNO CADERE LA MIA GIUNTA?” - L'ALTERNATIVA E' GUALTIERI IN TANDEM CON LADY FRANCESCHINI...
-Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”
Offrire ai 5 Stelle la presidenza della Regione Lazio: è questa l' ultima carta che intende giocare il Nazareno per riuscire nell'«operazione Nicola Zingaretti candidato sindaco di Roma». Enrico Letta è convinto: «I sondaggi su di lui sono molto buoni, ma non ne ho bisogno per sapere che Nicola è un egregio amministratore».
Ma Zingaretti su un punto è stato categorico con Letta: «Io sono anche disponibile, ma chi ci assicura che se io mi candido contro Virginia Raggi i grillini non fanno cadere la mia giunta? A quel punto si creerebbe un clima di contrapposizione tra noi e loro, si andrebbe a votare in contemporanea sia per il Lazio che per Roma, divisi in entrambe le elezioni perché i 5 Stelle non potrebbero avere due posizioni diverse alle urne, e rischieremmo di dare la Regione al centrodestra e di rendere più difficile anche la partita del Campidoglio. E chi ci può dare garanzie nel Movimento che questo non accada?». Già, i 5 Stelle sono in fibrillazione permanente. Però Letta punta su Conte: «Ho molto rispetto per il lavoro che sta facendo in questo momento delicato».
Comunque, le obiezioni di Zingaretti sono inoppugnabili. Allora l' unico tentativo possibile per i dem è quello di stringere un patto sulla presidenza della Regione per rabbonire i grillini. In questo caso Zingaretti rimarrebbe in sella fino a settembre, in modo che nel Lazio si possa andare alle urne in dicembre, dopo le Amministrative, il che consentirebbe ai dem e al M5S di correre insieme: solo l' alleanza tra queste due forze garantirebbe la vittoria in un turno unico.
L' altra ipotesi, quella di far dimettere Zingaretti subito e ottenere comunque lo sfalsamento delle regionali rispetto alle comunali per consentire a grillini e dem di andare uniti nel Lazio e divisi nella Capitale, sembra essere stata scartata. Attirerebbe critiche e polemiche. Anzi già le attira: «Candidassero chi gli pare, Zingaretti, Gualtieri, Napo Orso Capo o Amedeo Nazzari, ma anche solo immaginare una norma ad personam per non fare un Election Day e spostare a dicembre le regionali, con un costo di decine di milioni di euro in più, è indegno e inaccettabile», twitta Carlo Calenda. Certo, anche non dimettersi subito potrebbe creare problemi di opportunità, ma nel Pd pensano che si potrebbe giustificare con il fatto che Zingaretti deve far uscire il Lazio dalla pandemia.
Dunque, pur di candidare l' ex segretario il Nazareno sarebbe disposto a cedere la regione Lazio oltre che il candidato a sindaco di Napoli ai grillini. Il lavorìo in queste ore è intensissimo e vede in prima fila oltre Letta il responsabile Enti locali, Francesco Boccia, che sta mostrando una tempra da vero combattente: «Faremo di tutto per sorprendervi», assicura ai giornalisti. Del resto, questa enfasi sulla Capitale costringe Letta a puntare con tutte le forze a una vittoria, pena il rischio di indebolimento prematuro della sua leadership.
E solo il governatore può essere una garanzia di successo, ritengono al Nazareno.