ERDOGAN È INCAZZATO PER IL RICONOSCIMENTO DEL GENOCIDIO ARMENO DA PARTE DEGLI USA E MINACCIA: “NON ACCETTIAMO LEZIONI DA NESSUNO. È UN GRAVE ERRORE CHE OSTACOLA LA PACE NELLA REGIONE” – E OGGI IL MINISTRO DEGLI ESTERI TURCO HA CONVOCATO L’AMBASCIATORE AMERICANO – LA MOSSA DI BIDEN E IL “DITTATORE” DI DRAGHI: PER ERDOGAN LA PACCHIA È FINITA?
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1 - ERDOGAN AL GUINZAGLIO – JOE BIDEN HA RICONOSCIUTO UFFICIALMENTE IL GENOCIDIO ARMENO! DOPO LA FRASE DI DRAGHI SUL “DITTATORE”, ANCHE “SLEEPY JOE” FA CAPIRE AL SULTANO TURCO CHE L’ARIA È CAMBIATA E NON PUÒ PIÙ FARE IL BULLETTO. C’È ANCORA QUALCUNO CHE PENSA CHE QUELLA DI DRAGHI SIA STATA UNA GAFFE?
2 - GENOCIDIO ARMENO, TURCHIA CONVOCA L'AMBASCIATORE AMERICANO
(ANSA-AFP) - ROMA, 25 APR - Il ministro degli Esteri turco ha convocato l'ambasciatore degli Stati Uniti per protestare contro la decisione del presidente Joe Biden di riconoscere il genocidio dell'Armenia, secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa statale Anadolu. Il ministero turco aveva dichiarato in precedenza : : "Respingiamo e denunciamo con la massima fermezza la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti sugli eventi del 1915".
3 - BIDEN: «GENOCIDIO ARMENO». IRA ERDOGAN: «GRAVE ERRORE»
Diana Alfieri per “il Giornale”
«Una bomba» la definisce la scrittrice e accademica italiana di origini armene Antonia Arslan. E in effetti lo è l'annuncio di Joe Biden - seppur svelato dalle anticipazioni di stampa dei giorni scorsi - di voler riconoscere il genocidio compiuto dall'Impero Ottomano, l'attuale Turchia, tra il 1915 e il 1916, quando un milione e mezzo di armeni furono uccisi. In una nota diffusa dalla Casa Bianca nel giorno del 106mo anniversario dell'inizio dei massacri compiuti dall'impero ottomano, si legge: «Ogni anno, questo giorno, ricordiamo le vite di tutti quelli che sono morti nel genocidio armeno in epoca ottomana e ci impegniamo di nuovo a prevenire che tali atrocità accadano di nuovo».
«Onoriamo le vittime del Meds Yeghern (Grande Male), in modo che gli orrori di quanto è accaduto non vadano mai persi nella storia», scrive Biden. E ancora: «A partire dal 24 aprile 1915 con l'arresto di intellettuali armeni e leader della comunità a Costantinopoli da parte delle autorità ottomane, un milione e mezzo di armeni sono stati deportati, massacrati o hanno marciato fino alla loro morte in campi di sterminio», ha ricordato Biden.
Immediata - ed evidentemente già preparata grazie alle anticipazioni dei giorni scorsi - la risposta del presidente turco Recep Tayyp Erdogan. Il leader turco parla di «ferita profonda» e «grave errore» di Biden, che «ostacola la pace e la stabilità nella regione». «Non accettiamo lezioni da nessuno», dice il «Sultano».
Durissima anche la reazione del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, diffusa via Twitter: «Le parole non possono cambiare o riscrivere la storia. Non possiamo prendere lezioni da nessuno sulla nostra storia. L'opportunismo politico è il più grande tradimento della pace e della giustizia. Rifiutiamo totalmente questa spiegazione, la cui unica base è il populismo».
Il presidente americano aveva telefonato venerdì al leader turco Erdogan esprimendogli il suo interesse a «relazioni costruttive» e anticipandogli - secondo i media - l'intenzione di riferirsi esplicitamente al «genocidio» degli armeni.
La mossa di Biden, primo presidente nella storia americana a spingersi fino a questo punto, compromette seriamente i rapporti con la Turchia, che ha sempre negato il genocidio ed è uno dei principali alleati orientali della Nato. Chi esulta è prevedibilmente il premier armeno Nikol Pashinyan, che in una lettera indirizzata a Biden e pubblicata su Facebook, scrive: «I cittadini dell'Armenia e gli armeni nel mondo hanno accolto con molto entusiasmo il riconoscimento», che è «un potente passo sul percorso di verità e giustizia storica, e impagabile sostegno agli eredi delle vittime del genocidio armeno».
Ieri per la prima volta anche il presidente francese Emmanuel Macron ha partecipato a una commemorazione ufficiale in occasione della Giornata nazionale di commemorazione del genocidio del 1915.