ESPLODE UNA BOMBETTA NEL VERTICE DI MAGGIORANZA – MELONI, SALVINI E TAJANI PARLANO DI “PIENA ARMONIA” DOPO IL LORO INCONTRO, MA SULLA POLITICA ESTERA EMERGE UNA CLAMOROSA SPACCATURA – LA LEGA PUBBLICA UNA NOTA “CONGIUNTA” IN CUI SI PARLA DI “APPOGGIO A KIEV MA DI "CONTRARIETA' A OGNI IPOTESI DI INTERVENTI MILITARI FUORI DAI CONFINI UCRAINI’’. UN PASSAGGIO CHE POI SCOMPARE NEL TESTO DIFFUSO DA PALAZZO CHIGI E DA FDI – LA VERSIONE DEL CARROCCIO: “È STATO SOLO UN ERRORE MATERIALE, NESSUN PROBLEMA POLITICO”
-Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it
Neanche il tempo di cominciare e già esplode la linea del governo sulla politica estera, che sulla carta - secondo la dichiarazione congiunta - avrebbe compattato Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. E invece, Fratelli d’Italia e Lega mettono nero su bianco lo scontro, non si sa quanto consapevolmente.
Basta leggere la nota ufficiale trasmessa da Palazzo Chigi e da Fdi, nella quale il partito di Salvini assicura in un passaggio che c’è stata ‘’condivisione sulla crisi in Medio Oriente e sulla posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina’’. E poi confrontarla invece con quella diffusa dalla Lega, poi rimossa dopo alcuni minuti, in cui c’è invece scritto: ‘’condivisione sulla crisi in Medio Oriente e sulla posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina, con appoggio a Kiev ma contrari o ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini’’.
È un tema enorme, perché riguarda l’offensiva di Kursk, in cui l’esercito di Zelensky ha sfondato i confini russi entrando nel Paese e occupandone una porzione. Una scelta sostenuta in Europa, su cui Roma ha sempre mostrato cautela proprio a causa delle spaccature interne all’esecutivo. [...]
Oggi [...] l’incidente, frutto probabilmente dello scontro all’interno del vertice di maggioranza. Poco dopo, la Lega si scusa e fa sapere di aver inoltrato una versione poi modificata, a causa dei tempi stretti. E aggiunge che non si trattava di una modifica di contenuto. In realtà, è evidente la differenza delle due posizioni, a certificare il divario politico su questo decisivo dossier di politica estera.