ETEROGENESI DEI FINI – TRA CONDIZIONALE E CONDONI, GIANFRANCO FINI NON RISCHIA IL CARCERE, NONOSTANTE LA CONDANNA A DUE ANNI E OTTO MESI – LA COMPAGNA, ELISABETTA TULLIANI, INVECE, CONDANNATA A CINQUE ANNI, POTREBBE FINIRE AL GABBIO, COME IL FRATELLO GIANCARLO, CONDANNATO A 6 ANNI - I GIUDICI HANNO DATO RAGIONE ALLA TESI DEI PM: L'EX PRESIDENTE DELLA CAMERA, NELLA COMPRAVENDITA DELLA CASA DI MONTECARLO, NON FU RAGGIRATO DALLA COMPAGNA E DAL COGNATO, MA ERA CONSAPEVOLE DELL'OPERAZIONE...
-Estratto dell’articolo di Andrea Ossino e Giuseppe Scarpa per www.repubblica.it
Ha sancito l’inizio della fine politica di Gianfranco Fini. L’epilogo è stato scritto oggi con la condanna per riciclaggio per la compravendita di una lussuosa casa nel Principato.
L’appartamento di boulevard Princesse Charlotte venne donato ad Alleanza Nazionale dalla contessa Annamaria Colleoni nel suo testamento con l’obiettivo di finanziare «la buona battaglia» politica della destra. La casa divenne invece l’elegante residenza monegasca di Giancarlo Tulliani, dopo essere stata venduta a prezzi da saldo dal partito, nel 2008, intorno ai 300 mila euro.
Ma da dove venivano quei soldi? Il denaro, per i pm, era in parte frutto dell’evasione di Francesco Corallo, il “re delle slot,” al vertice di un impero economico, vicino a Fini in quel periodo ma soprattutto a Elisabetta e Giancarlo Tulliani. I soldi sarebbero partiti da alcune società all’estero di Corallo e finiti nella disponibilità dei Tulliani […]
[…] La casa venne successivamente rivenduta, nel 2015, a 1 milione 360mila euro, con una clamorosa plusvalenza di oltre un milione. […] per i pm l’ex presidente non sarebbe stato raggirato dalla compagna e dal cognato ma […] era consapevole […]. Fini ha sempre sostenuto […] il contrario. Oggi i giudici con la condanna a due anni e otto mesi hanno dato ragione alla tesi della procura.