EUROPA ALLA CANNA DEL GAS - LA GERMANIA HA SOSPESO LA PROCEDURA DI CERTIFICAZIONE DEL DISCUSSO GASDOTTO “NORD STREAM 2”, COSTRUITO INSIEME ALLA RUSSIA. LA DECISIONE NON È UNO SGARBO A PUTIN (LA MERKEL HA LOTTATO PER ANNI PER IL PROGETTO), MA È DOVUTA A RAGIONI DI POLITICA INTERNA, E SOPRATTUTTO LEGALI: PER OTTENERE L’OK DELL’UE LA SOCIETÀ CHE OPERA NEL RAMO TEDESCO DEVE AVERE LA SEDE IN GERMANIA E RISPETTARE LA LEGGE EUROPEA - FATTO STA CHE L’ATTIVAZIONE DEL GAS SLITTA, E I PREZZI CONTINUANO AD AUMENTARE…
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1 - NORD STREAM 2 DI NUOVO FERMO CERTIFICAZIONE SOSPESA
Antonella Scott per “il Sole 24 Ore”
Nell’atmosfera carica di tensione ai confini orientali dell’Europa, e sullo sfondo di una crisi energetica che vede avvicinarsi l’inverno senza scorte complete di gas, ogni notizia scuote i mercati.
A maggior ragione se le novità riguardano Nord Stream 2, gasdotto che vorrebbe unire i giacimenti russi dell’Artico ai consumatori della Ue, ma che in realtà è diventato simbolo della distanza tra l’Unione e un Paese a cui si chiede energia pur avendo timore di diventarne troppo dipendenti; simbolo della diffidenza verso una Russia sospettata di essere alle spalle del regime bielorusso pur venendo chiamata in causa per una mediazione sul destino dei migranti attirati al confine; simbolo della preoccupazione per i movimenti di truppe e mezzi militari russi documentati ai confini con l’Ucraina, dove si chiude il cerchio perché Nord Stream sarebbe stato voluto a Mosca proprio per escludere la rotta ucraina verso l’Europa.
L’ultimo “alt!” ordinato a Nord Stream 2, ormai ultimato e in attesa di poter diventare operativo, viene dall’agenzia federale tedesca delle reti (Bundesnetzagentur), che ieri ha annunciato la sospensione della procedura di certificazione del gasdotto a causa di un ostacolo legale: la certificazione di operatore indipendente sarebbe possibile solo «se l’operatore fosse dotato di una forma giuridica in base al diritto tedesco». In un mercato affamato di energia, l’allungamento dei tempi di ingresso in scena di Nord Stream ha innescato un rialzo dei prezzi in Europa fino al 19%.
«Si tratta puramente di una questione normativa», si è affrettato a chiarire il ministero tedesco dell’Economia. Nulla a che fare con valutazioni in tema di sicurezza energetica.
Come precisa l’authority tedesca, la società operatrice del secondo ramo del gasdotto - Nord Stream 2 AG - ha sede a Zug, in Svizzera, e aveva deciso di non modificare l’attuale struttura legale, ma di fondare una filiale di diritto tedesco che diventerà proprietario e operatore solo del tratto tedesco del gasdotto: e che dovrà soddisfare i requisiti della legge tedesca per gli operatori indipendenti.
La procedura di certificazione resterà sospesa finché asset e risorse umane non saranno trasferite alla sussidiaria, e solo allora l’ente regolatore tedesco potrà riprendere il proprio esame, in quel che rimarrà dei quattro mesi previsti dalla legge.
E in base a quanto previsto dalle leggi europee sul mercato interno, la decisione preliminare verrà sottoposta a un esame della Commissione europea: Gazprom, il monopolio russo del gas, deve dimostrare il rispetto delle regole europee sulla concorrenza, che chiedono che il proprietario di un gasdotto sia un’entità diversa da chi lo rifornisce di gas. Regole da cui il primo braccio parallelo di Nord Stream, in funzione dal 2011, è stato esentato in quanto considerato un gasdotto di collegamento, e non fornitore diretto.
«Non siamo nella posizione di commentare i dettagli della procedura - è il commento di Nord Stream 2 AG -, né sulla sua possibile durata e sulle conseguenze per l’avvio delle operazioni del gasdotto». Avvio che Mosca si augurava potesse avvenire entro l’anno, ma che poi è stato ripetutamente rimandato: la costruzione di Nord Stream, partita da un consorzio con le grandi compagnie europee del gas, è stata completata in solitaria dai russi, a causa della minaccia di sanzioni americane.
La proprietà è rimasta unicamente in mano a Gazprom mentre i partner hanno assunto il ruolo di investitori. A luglio l’amministrazione americana ha accettato di dare una sorta di luce verde al secondo ramo del gasdotto Russia-Germania: lasciandosi però aperta la possibilità di sanzionarlo nel caso di utilizzo delle forniture come “arma” politica da parte di Mosca.
Sospetti che non mancano mai, nel limbo di tensioni e interdipendenza in cui naviga il gasdotto del Baltico: per accelerarne la certificazione, si è detto, la Russia avrebbe ridotto le forniture e usato i rincari per far leva sull’Europa; e ora che la Bielorussia minaccia di chiudere il transito del gas russo ai mercati europei, si è pensato che ad avvantaggiarsi sarebbe proprio Nord Stream 2: via diretta Russia-Europa, senza l’incognita di passare per terre altrui. In teoria, senza intoppi.
2 - LA GERMANIA FERMA IL CONTROVERSO GASDOTTO NORD STREAM 2 NEL MEZZO DELLE TENSIONI CON LA RUSSIA
Articolo di “El Pais”, dalla rassegna stampa estera di “Epr comunicazione”
L'arresto del regolatore tedesco – leggiamo su El Pais - minaccia di ritardare la messa in servizio dell'infrastruttura per diversi mesi nel quadro della crisi energetica.
Il ritardo nell'avvio del gasdotto Nord Stream 2, che trasporterà il gas russo attraverso il letto del Mar Baltico fino alla Germania, ha avuto un impatto quasi immediato sui prezzi in Europa.
La decisione del regolatore tedesco di sospendere temporaneamente il processo di certificazione dell'infrastruttura ha fatto sì che il prezzo del gas naturale, che era già a livelli molto alti, salisse ieri del 18%. Gli analisti ritengono che la nuova battuta d'arresto per il controverso gasdotto ritarderà la sua entrata in funzione per diversi mesi, probabilmente fino alla prossima estate.
I mercati stanno tenendo d'occhio il Nord Stream 2; molti analisti si aspettano che la Russia aumenti significativamente le forniture solo quando il gasdotto sarà approvato, come Mosca continua ad accennare. Tuttavia, il prezzo delle azioni di Gazprom è sceso del 2% sulla notizia.
La Federal Network Agency, l'agenzia governativa che regola le telecomunicazioni, l'elettricità, il gas, le poste e le ferrovie, ha annunciato martedì che sta sospendendo l'elaborazione dell'autorizzazione di funzionamento per Nord Stream 2, che non potrà iniziare a pompare il gas come previsto sotto la minaccia di pesanti multe. La decisione arriva in un momento di alta tensione tra la Russia e l'Occidente sui movimenti delle truppe russe lungo il confine ucraino e la crisi di confine tra l'Unione europea e la Bielorussia, alleata di Mosca. Arriva anche nel mezzo della crisi energetica europea, con i prezzi del gas che salgono vertiginosamente e accuse sempre più velate da parte dell'UE che Mosca sta traendo profitto da, o addirittura causando, gli aumenti di prezzo.
Le controversie hanno circondato Nord Stream 2 da quando è stato progettato. Il gasdotto trasporta il gas russo attraverso più di 1.200 chilometri di condutture direttamente in Germania, bypassando la Polonia e l'Ucraina.
I suoi detrattori, tra cui gli Stati Uniti e diversi paesi dell'UE, credono che aumenti la dipendenza energetica del Cremlino e lasci l'Ucraina vulnerabile. La Russia sta diversificando le sue rotte di esportazione del gas da anni e cerca di evitare di passare attraverso il territorio ucraino.
A nord lo fa con Nord Stream 1, che corre lungo il letto del Mar Baltico (Nord Stream 2 con i suoi nuovi gasdotti aumenta notevolmente la capacità di questa rotta) e a sud con TurkStream, attraverso il Mar Nero.
Perdite in miliardi
Se il gas russo non passa più per l'Ucraina, significa la perdita di centinaia di milioni di euro di diritti di transito e un peggioramento della posizione dell'ex repubblica sovietica nei confronti di Mosca. La Germania ha sempre difeso il progetto con la motivazione che si tratta di un'impresa privata.
L'operatore del gasdotto, Nord Stream 2 AG, ha sede in Svizzera ed è controllato da Gazprom, la compagnia statale russa del gas. Il costo di 9,5 miliardi di euro dell'infrastruttura è finanziato per metà da Gazprom e da diversi investitori europei, tra cui la francese Engie, l'austriaca OMV, l'olandese Shell e le tedesche Winteshall DEA e Uniper.
Un terzo del gas naturale europeo proviene dalla Russia. Il presidente della Russia, Vladimir Putin, detiene la chiave del gas. Molte voci nell'UE accusano Mosca di favorire la crisi energetica del continente nel tentativo di accelerare l'approvazione del Nord Stream 2.
Gazprom non ha riservato capacità di transito addizionale per dicembre attraverso i gasdotti ucraini o il gasdotto Yamal che attraversa la Bielorussia e la Polonia. Le riserve nei magazzini europei che controlla sono significativamente più basse che in questo periodo degli anni precedenti, il che spiega il forte aumento dei prezzi in ottobre. Mosca si è limitata a spedire il gas fissato in contratti a lungo termine e non ha esportato di più per soddisfare la domanda molto più alta.
La sospensione temporanea della certificazione del gasdotto, ritiene Dmitry Marinchenko, un esperto della società di consulenza Fitch Ratings, crea incertezza nel mercato perché non è ancora chiaro se Gazprom sarà pronto ad aumentare significativamente le forniture verso l'Europa prima del lancio del Nord Stream 2. "La certificazione sta procedendo piuttosto lentamente; il progetto sarà probabilmente lanciato al meglio entro la fine della stagione di riscaldamento", ha detto all'agenzia di stampa Tass.
"Dopo aver esaminato i documenti, l'Agenzia federale delle reti ha concluso che la certificazione dell'operatore della linea Nord Stream 2 è possibile solo se l'operatore è legalmente organizzato secondo la legge tedesca", ha detto l'agenzia in una dichiarazione rilasciata martedì. Le caratteristiche del gestore del gasdotto sono in conflitto con il diritto europeo, che è molto severo nella difesa della concorrenza nel mercato energetico del blocco.
Un tribunale tedesco ha stabilito lo scorso agosto che Nord Stream 2 deve essere soggetto alle regole energetiche dell'UE, secondo le quali le aziende che producono e forniscono gas all'interno dell'UE devono essere disaccoppiate dalle attività di trasporto.
L'obiettivo è quello di garantire la concorrenza sul mercato, in modo che i gestori dei sistemi di trasmissione - dove la concorrenza non è possibile o non è consentita - non favoriscano le proprie attività di fornitura a scapito dei fornitori indipendenti. Questo pone un problema per l'operatore di Nord Stream 2, che è attivo in tutte e tre le sfaccettature allo stesso tempo.
Per aggirare questo requisito, l'azienda ha deciso di creare una filiale per gestire l'impianto sul territorio tedesco. Il processo di certificazione, dice il regolatore, "rimarrà sospeso fino a quando il trasferimento dei beni e delle risorse essenziali alla filiale sarà completato".
L'agenzia tedesca vuole assicurarsi che la filiale sia veramente indipendente. La scadenza per l'agenzia per completare la revisione è gennaio, ma dopo di che il progetto verrebbe consegnato alla Commissione europea, che avrebbe fino a quattro mesi per fare la propria valutazione. Dopo il suo via libera, l'Agenzia federale delle reti avrebbe di nuovo due mesi per emettere la certificazione finale. Senza di essa, l'oleodotto non può funzionare, sotto la minaccia di pesanti multe.
Un progetto scomodo per il nuovo governo tedesco
Il governo tedesco, che è in carica mentre i socialdemocratici, i verdi e i liberali negoziano una possibile coalizione, non ha valutato la decisione dell'agenzia. Il ministero dell'economia si è limitato a sottolineare che si tratta di "questioni puramente normative".
Angela Merkel ha sempre difeso il progetto, assicurando che si tratta di un affare privato e che non ha nulla a che fare con le sanzioni che l'Unione Europea potrebbe continuare a imporre a individui russi in risposta al caso Navalni e alla repressione delle manifestazioni nel paese. I Verdi, che dovrebbero far parte del prossimo governo tedesco, un tripartito con socialdemocratici e liberali, sono contrari al gasdotto perché prolunga la dipendenza della Germania dai combustibili fossili.
Anche il governo russo è rimasto in silenzio dopo la sospensione. Il rappresentante della Russia presso l'UE, Vladimir Chizhov, ha detto che era troppo presto per trarre conclusioni. "Finora, dalla parte ufficiale, soprattutto dalla Germania, che è il destinatario del progetto, non abbiamo sentito alcuna dichiarazione politica su questo", ha detto alla televisione di stato russa. "Dobbiamo scoprire a cosa [la decisione] è collegata prima di trarre qualsiasi conclusione", ha aggiunto.
"La nostra azienda sta facendo questo passo [stabilire una filiale] per garantire la conformità con le norme e i regolamenti applicabili", ha detto un portavoce di Nord Stream 2 a EL PAÍS, rifiutando di azzardare quanto ritardo la decisione dell'agenzia tedesca possa causare ai suoi piani: "Non siamo in grado di commentare i dettagli della procedura, la sua possibile durata e gli impatti sui tempi di inizio delle operazioni del gasdotto". Diversi esperti stanno già dicendo che Nord Stream 2 non inizierebbe a pompare il gas fino alla prossima estate.
La costruzione di Nord Stream 2, che ha la capacità di consegnare 55 miliardi di metri cubi di gas all'Europa ogni anno attraverso 2.460 chilometri di gasdotto, è terminata a settembre dopo molte battute d'arresto dovute alle sanzioni imposte alle società partecipanti dal governo degli Stati Uniti, che vuole anche immettere il proprio gas sul mercato europeo. In estate, gli Stati Uniti e la Germania hanno concordato di porre fine alla disputa e si sono impegnati a imporre sanzioni a Mosca se avesse usato Nord Stream 2 contro l'Ucraina. Tre settimane fa si pensava che l'autorizzazione fosse imminente. Il ministero dell'economia ha certificato ufficialmente che il progetto "non mette in pericolo la sicurezza della fornitura di gas alla Germania e all'Unione europea".