EUROPA IN PEZZI - ESISTE SOLO L’ASSE TRA BERLINO E PARIGI, RENZI SI DICE INSODDISFATTO, LA MERKEL REPLICA: L’AGENDA ERA CONCORDATA - LA CONVINZIONE È CHE FRAU ANGELA VOGLIA ARRIVARE AL VOTO DELL' AUTUNNO 2017 SENZA PRENDERE INIZIATIVE FORTI: IL RISCHIO E' CHE I PROSSIMI 12 MESI VEDANO LO SFILACCIARSI DEFINITIVO DELLA UE - -
Danilo Taino per il Corriere della Sera
Esiste solo una relazione speciale in Europa: quella tra Berlino e Parigi. Non è più l' asse di una volta, è del tutto sbilanciata a favore della Germania e soprattutto non sta funzionando, di fronte alle crisi multiple della Ue. Ma sembra non avere alternative. È stata sufficiente una conferenza stampa a due, Angela Merkel e François Hollande assieme, per chiarire che «fronte dei Paesi mediterranei» e «alleanza dei governi socialisti» sono palloncini di aria calda. Per quanto mezza mediterranea e al momento socialista, la Francia non romperà con la Germania.
L' incontro EuMed di Atene del 9 settembre - capi di governo dei Paesi europei del Mediterraneo della famiglia socialdemocratica, compreso il presidente francese - aveva irritato il governo di Berlino. E aveva provocato la reazione di Wolfgang Schäuble sulle idee «poco intelligenti» che escono dai vertici della sinistra. La conferenza stampa Merkel-Hollande alla fine del summit europeo di Bratislava, venerdì, ha ricostituito l' ordine europeo: Parigi non va da nessuna parte senza Berlino. È una brutale piccolezza, confrontata con le sfide di oggi: ma è così. Il problema è capire se il vecchio motore franco-tedesco ha un piano e verso cosa conduce.
L' idea di Merkel, alla quale Hollande si è adeguato, è che dopo la Brexit non ci sia la possibilità di proseguire verso «una maggiore integrazione» della Ue: gli elettori non la vogliono e l' Unione si spaccherebbe, mentre oggi il primo obiettivo è l' unità dei 27. Quindi, solo iniziative concrete che i cittadini capiscano, su sicurezza, crescita economica e lavoro ai giovani. Questa è la linea seguita nel vertice informale di venerdì, che i leader di Germania e Francia hanno giudicato positivo.
Quella che Merkel, Hollande e il Consiglio europeo hanno chiamato Dichiarazione di Bratislava, però, per Matteo Renzi è molto meno, più uno Schizzo di Bratislava.
Nel governo italiano, l' idea è che la risposta che si sta dando alla Brexit e alle altre sfide a cui l' Europa è di fronte sia pericolosamente inadeguata.
La convinzione è che Merkel voglia arrivare alle elezioni federali tedesche dell' autunno 2017 senza prendere iniziative forti, con il rischio che i prossimi 12 mesi vedano lo sfilacciarsi definitivo della Ue, già nel pieno della sua maggiore crisi, con il Regno Unito in uscita, i Quattro di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) su una rotta centrifuga, governi in ginocchio quasi ovunque e alle porte Putin, Erdogan, i terroristi, la tragedia siriana, i rifugiati e la possibilità di un presidente Trump. In quest' ottica, Renzi si è detto «insoddisfatto» delle conclusioni del vertice.
In realtà, che nella capitale slovacca non si sarebbero prese decisioni concrete ma si sarebbe per lo più mostrato la faccia unita della Ue a 27 e avviato un processo si sapeva da tempo. E il portavoce di Merkel ieri ha ricordato all' agenzia d' informazioni Ansa che la road-map «è stata condivisa e concordata da tutti i 27» della Ue, compresa l' Italia, e che lo «spirito di Bratislava» è uno «spirito di collaborazione». Resta il fatto che Renzi ha voluto allontanarsi da Berlino e Parigi: a costo di apparire isolato, ha diretto critiche forti soprattutto a Merkel ma si è anche irritato con Hollande. Idee e agende elettorali diverse.
In discussione è la lenta strada dei «nervi saldi» presa dalla cancelliera e seguita dal presidente francese: capire se può avere successo nei prossimi 12-18 mesi, che per la Comunità saranno probabilmente i più duri in 60 anni di vita. Resta il fatto che l' obiettivo di Berlino e Parigi è l' unità europea: polemiche e ripicche a parte, di sicuro con Roma.