ALLE EUROPEE SALVINI SARA’ CAPOLISTA IN TUTTA ITALIA: L’OBIETTIVO È STACCARE I 5STELLE DI ALMENO DIECI PUNTI E PRENDERSI TUTTO IL CENTRODESTRA - BERLUSCONI È AVVERTITO (E INFATTI SCAPPA DAL CONFRONTO DIRETTO) - SULLA CONSOB ORA IL TEMA È: MARCELLO MINENNA ACCETTERÀ IL RUOLO DI "BADANTE" CHE A SUA INSAPUTA LEGA E 5STELLE GLI HANNO APPARECCHIATO? AH SAPERLO...
-Marco Antonellis per Dagospia
Mentre come Dagoanticipato Paolo Savona vola verso la Presidenza Consob (resta però da capire se Marcello Minenna accetterà il ruolo di Segretario generale nel quadro dell'intesa raggiunta tra Lega e 5Stelle) il Capitano leghista non perde di vista la partita della vita, quella riguardante le elezioni europee.
Con Silvio Berlusconi che non molla la presa, nella speranza che prima o poi la mela maturi e che cavalcando i dissidi interni alla maggioranza si possa fare un governo a guida centrodestra (a proposito: c'è chi dice che ultimamente i suoi contatti con il Colle siano sempre più frequenti e, soprattutto, proficui) il Capitano leghista negli ultimi giorni ha fatto sapere alle sue truppe di avere l'intenzione di candidarsi Capolista in tutta Italia; insomma una vera e prova di forza per zittire alleati 5Stelle e oppositori berlusconiani.
L'obiettivo, rivelano da Via Bellerio è di dare almeno "una decina di punti di distacco ai 5Stelle". "Dopo una botta del genere gli amici pentastellati faranno fatica anche a riconoscersi allo specchio la mattina" con buona pace dei Di Maio e dei Di Battista.
Ma c'è dell'altro perchè la mossa del Capitano (che già spaventa Silvione tanto che avrebbe immediatamente fatto sapere di non volersi candidare in tutte le circosrizioni, in particolare quelle storiche del nord, proprio per evitare quanto più possibile il confronto diretto con il leader leghista) punta dritta dritta al cuore del Centrodestra: l'obiettivo è annientare Forza Italia, ridurla ai minimi termini per diventare, dopo il 26 maggio, l'unico vero leader del Centrodestra in Italia. C'è solo un confronto che probabilmente Salvini perderà: quello con Matteo Renzi. Difficile anche per una macchina da voti come quella del leader leghista raggiungere il 40%. Ma è pur vero che Renzi non aveva preso il Pd al 3%.