LE EUROPEE SI AVVICINANO E SALVINI E MELONI DEPONGONO L’ASCIA DI GUERRA. MA QUANTO DURA? – IL “CAPITONE” E LA DUCETTA DA QUALCHE GIORNO SEMBRANO AVER SIGLATO UNA TREGUA. PICCOLI SEGNALI: IL LEADER DELLA LEGA NON SI È ESPRESSO SUL CASO SCURATI E IL CARROCCIO SI È ASTENUTO SUL PATTO DI STABILITÀ – LA PRESA DI DISTANZA DELLA PREMIER DA URSULA, LA SMENTITA DEL COLLOQUIO CON MACRON SU DRAGHI E LE NOMINE: LA “PACE” È STATA SIGLATA CON LA NOMINA DI BRUNO VALENSISE A CAPO DELL’AISI…
-Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”
Quanto duri non si sa. Di sicuro però da qualche giorno il racconto dei rapporti politici fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni ha registrato una tregua. Il capo della Lega sembra aver riposto i distinguo, le stoccate, la ricerca di visibilità parlando (o facendo parlare) contropelo rispetto al governo.
Anche i piccoli e grandi dispetti parlamentari – termometro del rapporto fra i leader – hanno avuto un arresto. Certo, ieri la maggioranza in commissione Affari costituzionali è andata sotto su un emendamento del M5s (che sarà rivotato), ma il motivo […] va ricercato di più nelle assenze scoordinate dei leghisti. Nessun messaggio politico […]
La tregua è funzionale alle europee o forse è il frutto delle faccende interne […]. I segnali di distensione da parte di Matteo Salvini non sono mancati negli ultimi giorni. A Strasburgo, per esempio, la Lega alla fine si è astenuta sul Patto di stabilità, anche se meditava da giorni il voto contrario (come il M5s).
Sulla vicenda Scurati, Salvini non si è espresso, forse perché Giovanni Alibrandi, vicedirettore degli Approfondimenti, è uomo non sgradito al Carroccio. In cambio Salvini è riuscito nelle ultime settimane a ottenere segnali importanti da Meloni sul futuro dei vertici europei.
Incisi, mezze parole e dichiarazioni pubbliche. La prima riguarda la recente presa di distanza di Meloni dalla possibilità di un bis di Ursula von der Leyen, un affrancamento ovviamente strategico per la premier e leader dei Conservatori dopo mesi di intensa frequentazione […].
Più complicata, invece, la vicenda Mario Draghi. Salvini […] ha mandato messaggi chiari nei confronti dell’ex banchiere centrale, usando l’esperienza dell’unità nazionale l’ultima partita del Quirinale per tentare di mettere in mora Palazzo Chigi rispetto a qualsiasi manovra su “Super euro Mario”.
E’ bastato, d’altronde, testare l’effetto dell’indiscrezione, ben informata, lanciata ieri pomeriggio dall’agenzia Bloomberg, secondo la quale il presidente francese avrebbe sondato diversi leader europei, a partire da Meloni, sull’ipotesi Draghi ai vertici della Ue (Commissione o Consiglio).
Un fatto che l’Eliseo non ha confermato, ma che Palazzo Chigi ha smentito con una nota. Ripetendo, forse anche per non guastare il clima interno, che “qualsiasi contatto o negoziato volto a definire i futuri assetti dei vertici politici dell’Unione potrà avvenire solo dopo le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo”.
Altro dettaglio: ieri a Strasburgo Lega e FdI hanno votato contro la condanna dell’Ungheria perché viola lo stato di diritto. Nonostante dunque le elezioni imminenti, e un sistema proporzionale che esalta la competizione interna fra partiti, Meloni e Salvini appaiono – ma la smentita potrebbe essere dietro l’angolo – allineati.
Segnali, come l’ultima nomina di peso effettuata dal governo prima della futura scorpacciata fra Rai, Cdp e Ferrovie: è il caso di Bruno Valensise a capo dell’Aisi che non è dispiaciuta a Salvini. Una tregua appunto. […]