GLI EX MISSINI ALLA PROVA DEL 25 APRILE – MATTARELLA CONDANNA I REGIMI FASCISTI MA DA FRATELLI D’ITALIA NESSUN CONTROCANTO AL COLLE: “NON E’ UN RICHIAMO A NOI” – È IMPOSSIBILE NON NOTARE CHE IL PRESIDENTE ABBIA GIOCATO UN RUOLO DI SUPPLENZA, CON MELONI NON PERVENUTA – IN FRATELLI D’ITALIA CRESCE LA PREOCCUPAZIONE: “È CHIARO CHE SI USERÀ IL 25 APRILE PER CERCARE DI INDEBOLIRCI” – FORZA ITALIA SI SMARCA: “NOI SAREMO IN PIAZZA” (E VOTERA' LA MOZIONE ANTIFASCISTA DELLE OPPOSIZIONI)
-Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per la Stampa
Nessuno nella maggioranza si sente chiamato in causa dalle parole del presidente della Repubblica di condanna dei regimi fascisti. «Ha detto una verità storica e quindi non ci crea alcun imbarazzo - dice uno dei massimi dirigenti di Fratelli d'Italia -. In nessun modo può essere visto come un richiamo a noi». Nessuno vuole commentare apertamente, la consegna in FdI è secca e soprattutto non nuova: nessun controcanto al Quirinale.
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Mentre Forza Italia sarebbe propensa a votare il testo del centrosinistra. L'obiettivo, però, dicono fonti azzurre, è di non rompere l'unità della coalizione.
L'equilibrio sottile su cui vive il rapporto tra Giorgia Meloni e l'inquilino del Colle resiste. I due, dicono fonti di governo, hanno persino una certa sintonia, malgrado le enormi differenze politiche e generazionali.
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Anche se è difficile trovare qualcuno che lo confermi pubblicamente, l'avvicinarsi della festa della Liberazione viene vissuta con una certa preoccupazione in Fratelli d'Italia. «È chiaro che si userà per cercare di indebolirci - spiega un fedelissimo di Meloni - ma chi pensa di togliere credibilità al nostro governo si illude». «Il nostro augurio è che il 25 aprile sia un giorno condiviso, senza polemiche strumentali, senza pensare che ciò che appartiene alla Storia sia un fatto di attualità», dice Alfredo Antoniozzi vicecapogruppo di FdI alla Camera.
(…) Dalle parti di Palazzo Chigi qualcuno immagina qualche sorpresa, tipo una visita non annunciata a un luogo simbolo della lotta al nazifascismo, e un discorso sull'esempio di quello che Silvio Berlusconi pronunciò a Onna nel 2011. Ma c'è un elemento che frena queste previsioni: Meloni non vuole darla vinta a chi crede di doverle dare delle patenti di «presentabilità democratica», lo ha ripetuto spesso in passato, spiegando che la legittimazione le viene dalle urne e non dai suoi «avversari di sinistra». L'altra convinzione è che qualunque apertura sarebbe comunque giudicata insufficiente dai suoi critici. E quindi tanto vale non mettersi in questo campo.
(…) In particolare gli occhi sono puntati su Ignazio La Russa che dopo la «sgrammaticatura istituzionale» (parole della premier) su via Rasella, ha annunciato un gesto a sorpresa, atteso con un certo timore dai suoi colleghi di partito. In Forza Italia invece l'atteggiamento sarà diverso, l'ordine di scuderia per i parlamentari è partito già da alcuni giorni: «Partecipate a cortei e celebrazioni». I berlusconiani prevedono che ci saranno polemiche per le assenze e le ambiguità degli alleati e quindi coglieranno l'occasione per distinguersi. «Io sarò alla manifestazione a Pavia. Così come ho fatto ogni anno», dice l'ex capogruppo Alessandro Cattaneo. Quest'anno però ogni gesto vale di più.