FACCIAMO I CONTI - TRA CASSA INTEGRAZIONE, INDENNITÀ, CONGEDI, TAGLI IRAP SI ARRIVA A 55 MILIARDI DI MAGGIOR DEFICIT. MA SE SI RAGIONA IN TERMINI DI SALDO NETTO DA FINANZIARE SI ARRIVA A 155 MILIARDI - CON QUESTO MAXI-DECRETO IL GOVERNO ESAURISCE GLI AMPI MARGINI DI DISAVANZO. D'ORA IN POI DIVENTERÀ FONDAMENTALE LA POSSIBILITÀ DI FARE AFFIDAMENTO SU RISORSE EUROPEE: IL PIANO SURE E IL MES, IN ATTESA DEL RECOVERY FUND…
-L.Ci. per “il Messaggero”
Oltre 25 miliardi per la cassa integrazione, le varie indennità per I lavoratori autonomi, i congedi. Ovvero in sintesi per il lavoro. E altri 15-16 miliardi che vanno invece al mondo delle imprese, tra taglio dell'Irap e contributi diretti erogati dall'Agenzia delle Entrate. Aggiungendo i 5 miliardi destinati a sanità e protezione civile, il miliardo e mezzo per la scuola e una serie di altre voci di media e piccola consistenza si arriva abbastanza rapidamente ai 55 miliardi di maggior deficit autorizzato dal Parlamento e concordato anche con l'Unione europea.
Questo il conteggio in termini di indebitamento netto (l'indicatore rilevante ai fini delle regole Ue). Se invece si ragiona in termini di saldo netto da finanziare, voce che si riferisce al solo bilancio dello Stato non consolidato con il resto delle pubbliche amministrazioni si arriva addirittura a 155 miliardi.
Lo scostamento tra i due saldi è particolarmente significativo in questo provvedimento per la presenza di voci come i contributi figurativi e per il fatto che non tutte le garanzie prestate dallo Stato incidono sull'indebitamento. Resta il fatto che con questo maxi-decreto il governo esaurisce i pur ampi margini di disavanzo. D'ora in poi quindi diventerà importante - o forse cruciale - la possibilità di fare affidamento su risorse europee. Intanto quelle del Sure approvato in prima battuta proprio ieri, il programma di protezione sociale che potrebbe contribuire a finanziare le spese per ammortizzatori: la quota dell'Italia (si tratta comunque di prestiti) è di 25 miliardi.
Poi c'è il Mes, con una dotazione di 36 miliardi circa che potranno essere presi in prestito ad un tasso particolarmente basso con destinazione alla sanità. In attesa del Recovery Fund, il meccanismo più difficile da definire: come ha confermato ieri la stessa presidente della Commissione Ursula von der Leyen, dovrebbe essere operativo in tempi non troppo lunghi, includendo anche sovvenzioni a fondo perduto per i Paesi più colpiti dalla crisi economica.