FARE IL MINCIONE COI SOLDI DEGLI ALTRI - IL 7% DELLA POP DI MILANO DELLO SFIDANTE DI BONOMI E' TUTTO IN PEGNO A ENASARCO, CHE IN DUE ANNI HA DATO A MINCIONE 185 MILIONI, GIA' SCESI A 140…
Vittoria Puledda per "la Repubblica"
Le strade della Fondazione Enasarco e di Raffaele Mincione si sono più volte incrociate tanto che, a fine 2011, gli agenti di commercio - attraverso i fondi Athena - avevano complessivamente foraggiato il finanziere romano con base a Londra con ben 185 milioni di euro, sebbene la Fondazione abbia più volte dichiarato di non aver mai partecipato alle scelte decisionali di investimento di Athena. Di questi, circa una ventina sono andati in fumo con lo sfortunato investimento in Mps e altre partite minori, un'altra ventina sono stati restituiti; restano quindi circa 140 milioni in essere.
Una cifra importante, a fronte della quale Enasarco attualmente ha in pegno l'intero pacchetto Bpm (poco più di 240 milioni di azioni, il 7% della banca) controllato da Mincione; oltre a quote per 25 milioni di T&L (Time and Life) lux real estate fond 1 e 2, con equity e debito relativo ad un immobile nel cuore di Londra; un'altra decina di milioni sono investiti in un fondo tecnologico.
Ma in questi giorni il focus è tutto sul pacchetto Bpm, materialmente custodito nei forzieri della Banque internazionale à Luxembourg. Sono molti gli aspetti importanti da approfondire e infatti la stessa Consob sta cercando di far luce sui rapporti tra Mincione ed Enasarco, compreso a chi vada attribuita la proprietà finale di queste azioni che, peraltro, proprio di recente sono state nuovamente "impacchettate" dallo stesso Mincione in una nuova sicav di diritto lussemburghese (su cui la Consob sta effettuando ulteriori
verifiche).
Tornando ad Enasarco, la Fondazione ha finanziato Mincione in due riprese, sempre attraverso l'interposizione dei fondi Athena, nell'ottobre 2010 e poi successivamente nell'ottobre e nel dicembre 2011; la prima volta indirettamente, attraverso la nota Cms, la seconda con un investimento diretto nei fondi Athena: tra l'altro, è aperto un contenzioso legale con l'ex direttore generale e l'ex direttore finanziario di Enasarco sulle modalità con cui è stata decisa la tranche di investimenti diretti in Athena (riguardo ai passaggi che avrebbero fatto in cda).
Con questi soldi, le due "celle" di Athena (così si chiamano in termine tecnico i diversi comparti di questo strumento) hanno scelto di investire nella Time & life di Raffaele Mincione. Una decisione presa dal gestore del fondo, Apollo. Ogni passaggio infatti vede l'interposizione di una serie di soggetti ma alla fine la sostanza non cambia: «La due diligence sui fondi evidenzia inoltre che Mincione rivestiva molteplici ruoli nelle varie entità coinvolte», scriveva il professor Mario Comana nel febbraio scorso, concludendo il suo incarico di ricognizione sulla ristrutturazione dei fondi Athena, chiesto da Enasarco a valle della (terza) rivisitazione degli investimenti alternativi.
A questo punto occorre fare un piccolo passo indietro. Le celle Athena facevano infatti parte di un pacchetto di investimenti ben più sfortunati, che originano dalla nota strutturata Anthracite, che aveva la garanzia di Lehman; la rivisitazione del portafoglio attuale (la terza) è stata fatta da Gwm, la società di Sigieri Diaz (e al 20% di Massimo Caputi). Che, a cavallo tra la fine del 2011 e i primi giorni del 2012 costruisce per Enasarco Europa plus, un Sif (un fondo di investimento specializzato lussemburghese). E sono loro a ricontrattare, nei limiti del possibile, le gravose condizioni degli investimenti nei fondi Athena.