FAZIO, CHE STRAZIO! – ORMAI È (QUASI) DECISO: LA RAI MELONIANA CANCELLERÀ “CHE TEMPO CHE FA” E FABIOLO È PRONTO A TRASLOCARE A DISCOVERY, DOVE IL SUO AGENTE, BEPPE CASCHETTO, HA GIÀ PORTATO MAURIZIO CROZZA – L’ORMAI EX AD, CARLO FUORTES, SMENTISCE LA SUA NOMINA AL SAN CARLO DI NAPOLI: “IL SOVRINTENDENTE DEVE AVERE UN SOSTEGNO LARGO. NON CI SONO LE CONDIZIONI”. A MENO CHE, EVIDENTEMENTE, NON LO RECLAMASSERO A FRAN VOCE DAL COLLEGIO DI SORVEGLIANZA…
-1. FABIO FAZIO VERSO DISCOVERY, PARTE IL CONTO ALLA ROVESCIA
Estratto dell’articolo di Silvia Fumarola per www.repubblica.it
Il futuro di Fabio Fazio sarebbe già scritto e non sarebbe in Rai. Il contratto che lo legava a Viale Mazzini per altri tre anni non è stato rinnovato, nessuno si sarebbe più fatto vivo. La voce più accreditata, che molti danno per certa, è che il conduttore approdi a Discovery, dove già il manager Beppe Caschetto aveva portato Maurizio Crozza e dove il comico ha continuato a fare satira con Fratelli di Crozza. […]
Un cambiamento clamoroso per il conduttore di Che tempo che fa, dopo 40 anni di carriera in Rai (li avrebbe festeggiati a ottobre). Il governo Meloni aveva promesso di cambiare la tv pubblica, la dirigenza e una serie di conduttori. Fazio è stato il primo a finire nel mirino, nonostante il successo del programma, gli ospiti prestigiosi e la qualità dell'offerta.
Ma perché eliminare Fazio? Avrebbe dato molto fastidio la parte legata all'attualità in cui i giornalisti ospiti si sono confrontati sulle scelte del governo, i diritti, la tragedia dell'immigrazione, la guerra.
[…] Il contratto di Fazio sarebbe rimasto fermo per mesi. A quel punto si è capito che non c'erano sbocchi. Ma la rivoluzione del servizio pubblico non riguarda solo Rai 3, e il destino di Fazio. Da settimane si riconcorrono le voci su un cambio della guardia anche su Rai 1, con l'arrivo di Pino Insegno al posto di Flavio Insinna nella fascia del preserale, strategica. […]
2. RAI, FAZIO A UN PASSO DA DISCOVERY E FUORTES: NON VADO AL SAN CARLO
Estratto dell’articolo di Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”
È un weekend frenetico quello che precede il consiglio di amministrazione Rai di lunedì che dovrebbe vedere la nomina di Roberto Sergio a nuovo amministratore delegato […]-
Lunedì Sergio ovviamente non voterà. E mentre è certo il sì dei consiglieri di centrodestra, Simona Agnes e Igor De Biasio, e quello contrario di Francesca Bria (quota Pd), l’indipendente Riccardo Laganà sarebbe per l’astensione (che vale no), come ha fatto con i precedenti ad.
A questo punto sarebbero determinanti i voti della presidente Marinella Soldi (il cui voto, in caso di parità, vale doppio) e quello di Alessandro di Majo (quota M5S). I grillini sono in trattativa per ottenere una direzione di rilievo per Giuseppe Carboni, senza la quale il voto sarà un no o un’astensione. Se così fosse, in condizione di parità, dirimente sarebbe il voto di Soldi. «Il cda è già in mano a Matteo Renzi» era la voce che circolava ieri, e che alludeva al rapporto intercorrente tra l’ex premier e Soldi.
[…] Sarebbe invece in procinto di firmare con Discovery Fabio Fazio, il cui programma traslocherebbe su Nove. Il conduttore attende una conferma dal 15 marzo, quando ha chiesto di sapere se il suo contratto — in scadenza a fine giugno — sarebbe stato rinnovato. Nessuno avrebbe aperto però una trattativa per farlo rimanere.
Ieri è tornato a parlare Fuortes che, smentendo indiscrezioni, si è detto «non disponibile a coprire il ruolo di sovrintendente del Teatro San Carlo». Il manager non nega che «sarebbe un piacere e un onore straordinario» guidare un teatro la cui «nobile tradizione è continuata fino all’attuale gestione di Lissner», che così viene da lui omaggiato.
Ma il San Carlo è per Napoli «forse il luogo più simbolico e identitario» e «va trattato come tale» lo esalta Fuortes. Quindi «il sovrintendente deve avere un sostegno largo e condiviso da parte di tutta la collettività» e la sua nomina «non può in alcun modo subire distorsioni, essere o apparire di parte».
Per questo, conclude, «non ci sono a mio avviso le condizioni per ricoprire il ruolo di sovrintendente». Non un atto del governo può dunque portare Fuortes al San Carlo. Ma cosa succederebbe se «tutta la collettività», rappresentata nel collegio di sorveglianza del San Carlo, lo reclamasse a gran voce?