FELUCHE ALLA RISCOSSA - CARLO CALENDA TORNA A ROMA E LIBERA IL POSTO DI AMBASCIATORE PRESSO L’UE: STAVOLTA TOCCHERA’ A UN DIPLOMATICO. IN POLE VINCENZO CELESTE, VINCENZO DE LUCA, LUCA GIANSANTI, GIUSEPPE BUCCINO. OUTSIDER MAURIZIO MASSARI
Vincenzo Nigro per “la Repubblica”
«Da Bruxelles i colleghi ci dicono una cosa soltanto: in ambasciata con Carlo Calenda hanno lavorato benissimo, è stato davvero un collega esemplare per noi diplomatici». Le voci di dentro della Farnesina rendono onore al “collega” che rientra a Roma, e già si preparano a gestire il dopo-Calenda, per provare a far risalire la china a una carriera che per la prima volta nel dopoguerra era stata incapace di indicare alla politica un ambasciatore pronto a combattere contro l’”euroburocrazia” di Bruxelles.
«La verità è che Carlo però aveva capito di non essere tagliato per il lavoro di Bruxelles», dice adesso un suo amico, «un lavoro più tecnico che politico, un’azione in cui i riti, le alchimie diplomatiche sono essenziali, anche se devono essere inquadrati in uno scenario politico che lui aveva ben chiaro, se non altro per il filo diretto con Renzi».
A questo punto, quindi, quando la Guidi è uscita di scena Calenda non ha fatto altro che accelerare una sostituzione che tutti davano come naturale nei prossimi mesi. Da quando domenica sera Renzi ha fatto il suo annuncio in tv, per la Farnesina è partita l’operazione “riscossa”, quella che dovrebbe portare al recupero pieno di un rapporto di fiducia fra carriera diplomatica e Palazzo Chigi.
«Gli errori che ci portarono al caso Calenda sono stati quelli di far dipendere troppo alcune scelte da interessi o preferenze personali, da accordi stretti fra grandi ambasciatori», dice un giovane diplomatico. «Il prossimo ambasciatore a Bruxelles sarà un diplomatico, senza alcun dubbio», dicono adesso nello staff di Paolo Gentiloni e del segretario generale Elisabetta Belloni.
Il toto-nomine è già partito, anche se forse al momento è la parte meno interessante della vicenda. La prima novità che Gentiloni ha già chiesto ai suoi collaboratori di allargare la rosa dei possibili candidati anche fra i diplomatici che non sono “ambasciatori” di grado, ovvero ai “ministri plenipotenziari”, il secondo livello della carriera.
Una volta escluso Raffaele Trombetta, ambasciatore a Brasilia che è stato scelto da Gentiloni come suo nuovo capo di gabinetto, i nomi dei “ministri” candidati sono quelli di Vincenzo Celeste, Vincenzo De Luca, Luca Giansanti, di sicuro Giuseppe Buccino che è il direttore generale per l’Europa.
Non è in corsa Mariangela Zappia che è appena arrivata a Roma per lavorare come consigliere diplomatico di Renzi. Celeste è l’attuale numero due a Londra, ha buona esperienza europea e l’anzianità giusta.
De Luca è uno dei direttori generali a Roma, alla Farnesina, Renzi stava per nominarlo ambasciatore in Cina, ma il fatto che De Luca avesse lavorato con Bersani allo Sviluppo economico pesò contro il diplomatico napoletano: a Pechino c’è finito un altro.
Luca Giansanti è invece il direttore generale degli affari politici, chiamato a Roma dalla Bonino e impegnato sui principali dossieri di politica del ministero. Un “outsider” potrebbe essere Maurizio Massari, ambasciatore al Cairo, vicino alla fine del suo mandato in Egitto ma ancora troppo identificato con la vicenda Regeni per poter essere dirottato rapidamente su Bruxelles. I nomi, quindi, sono tanti. La richiesta di Gentiloni a Renzi sarà una soltanto: che sia un diplomatico.