FERMI TUTTI: NEL PRIMO SONDAGGIO EFFETTUATO DOPO IL RITIRO DI BIDEN, KAMALA HARRIS È DAVANTI A DONALD TRUMP DI DUE PUNTI. LA VICE DI “SLEEPY JOE” OTTERREBBE IL 44% DEI CONSENSI, CONTRO IL 42 DEL TYCOON. MA ANCORA È PRESTO PER CANTARE VITTORIA: IL DATO RISENTE DELL'ENTUSIASMO MOMENTANEO CHE SI RESPIRA IN CASA DEM (INSUFFLATO DALLE MEGA DONAZIONI) – TRUMP APRE ALL'IPOTESI DIBATTITO E REPLICA SPREZZANTE: “LEI È PIÙ FACILE DA BATTERE” – ABORTO E IMMIGRAZIONE: IL PUNTO FORTE E QUELLO DEBOLE DI KAMALA
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Primo sondaggio dopo ritiro Biden, Harris avanti 2 punti
(ANSA) - Kamala Harris e' davanti a Donald Trump 44% a 42% in un sondaggio di Reuters-Ipsos (pubblicato sul sito dell'agenzia) tra gli elettori registrati, con un margine di errore del 3%. E' il primo dopo il ritiro di Joe Biden. In una gara a tre, Harris guida col 42%, contro il 38% del tycoon e l'8% di Robert F. Kennedy
Harris, 'voglio unire il partito, vinceremo'
(ANSA) - "Non abbiamo paura di lavorare sodo... voglio unire il partito per vincere a novembre": lo ha detto Kamala Harris in una scuola di Milwaukee, Wisconsin, nel suo primo comizio da candidata presidenziale dem dopo il ritiro dalla corsa di Joe Biden. Harris ha ribadito la sua "profonda gratitudine" a Joe Biden per il suo servizio alla nazione e ha rilanciato gli attacchi a Donald Trump, ricordando le sue condanne per abusi sessuali e per le truffe societarie. E si è detta "orgogliosa" di essersi assicurata la maggioranza dei delegati per la nomination.
Harris, 'Trump vuole riportare indietro il paese'
(ANSA) - "Donald Trump vuole riportare il nostro Paese indietro ma noi non indietreggeremo perchè la nostra battaglia e' per il futuro e la liberta'": lo ha detto Kamala Harris in una scuola di Milwakuee, Wisconsin, nel suo primo comizio da candidata presidenziale dem dopo il ritiro dalla corsa di Joe Biden. "L'agenda di 'Project 2025' indebolirà la middle class", ha ammonito.
Trump, assolutamente pronto a dibattito con Kamala Harris
(ANSA) - Donald Trump è "assolutamente" pronto a dibattito con Kamala Harris. Lo ha detto lo stesso ex presidente. "Voglio" un dibattito, "penso che sia importante. Veramente sarei disposto a fare più di un dibattito", ha detto Trump.
Trump, Kamala Harris più facile da battere di Biden
(ANSA) - Kamala Harris sarà "più facile" da battere di Joe Biden. Lo afferma Donald Trump.
FORTE SU ABORTO E LEGALITÀ VULNERABILE SULL’IMMIGRAZIONE PRO E CONTRO DELLA CANDIDATA
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
Una donna della California, afroamericana, tendenzialmente liberal ma ex procuratrice, contro un miliardario di New York condannato in sede civile per molestie sessuali, e penale per aver truccato i conti della sua compagnia. Da una parte, temi come la difesa dell’aborto e della democrazia; dall’altra, immigrazione illegale e inflazione.
In breve sintesi, è il referendum che i democratici sperano di vincere il 5 novembre grazie a Kamala Harris, se come tutto lascia supporre sarà lei la candidata alla Casa Bianca al posto di Joe Biden.
Il primo vantaggio è l’età. Finora la campagna si è concentrata sugli 81 anni del presidente e la sua evidente debolezza. Trump però di anni ne ha 78, a volte straparla, e anche se appare molto più energico, sarà comunque il candidato alla Casa Bianca più vecchio nella storia degli Usa.
[…] la sessantenne Harris i democratici farebbero il cambio generazionale e questo argomento potrebbe essere ritorto contro Trump. Per batterlo non serve che il 70% degli elettori gli volti le spalle, ne basterebbero poche migliaia in Michigan, Wisconsin e Pennsylvania. A ciò va aggiunta l’ondata di entusiasmo che il cambio di candidato ha subito generato all’interno del Partito democratico […]. I grandi finanziatori hanno riaperto i portafogli, le donazioni stanno piovendo, ed essendo membro del “ticket” con Biden, lei ha diritto ad usarle subito e senza limiti.
Come donna, Kamala promette di essere molto più efficace per fare campagna su un tema chiave come l’aborto, e come afroamericana ha presa su un gruppo di elettori essenziali per il partito, ma ora tentati da Trump, soprattutto gli uomini. Viene dalla California e conosce bene la comunità ispanica. Sa come rivolgersi alle minoranze e può usare la minaccia trumpiana della deportazione di massa per attivarle.
Sulla guerra a Gaza ha fatto qualche distinguo rispetto a Biden, e ciò potrebbe aiutarla a recuperare il consenso degli arabi nel Michigan e dei giovani, magari anche evitando le proteste date per scontate alla Convention di Chicago. Su Ucraina e Nato garantisce la continuità.
E’ un’ex procuratrice e già questo la rende una nemesi per Donald. Nessuno potrebbe costruire meglio di lei il caso per rimettere al centro della campagna elettorale i reati per cui è già stato condannato a New York, ma soprattutto quelli per cui è incriminato, a partire dal ruolo avuto nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2020.
Sull’altro piatto della bilancia, però, ci sono anche diversi contro, sottolineati da Nate Silver sul New York Times. L’età non era l’unico problema di Biden e lei eredita l’insoddisfazione generalizzata per l’amministrazione di cui faceva parte, a partire dall’inflazione. In più era stata nominata “zarina” dell’immigrazione, e verrà martellata su questo tema centrale per Trump. Nei sondaggi la sua popolarità non è così migliore di quella di Joe, mentre rispetto a Donald fa poco meglio, tanto a livello nazionale, quanto nei sei o sette stati chiave che decideranno le elezioni.
Essendo californiana, non porta con sé particolari vantaggi geografici, e anzi verrà attaccata dai repubblicani per essere troppo liberal. Vuole bandire il fracking e sarà criticata su energia e clima. Essere stata una procuratrice la aiuta per gli attacchi legali all’avversario, ma gli esperti di “opposition research” stanno già scartabellando i dossier delle sue inchieste, per scoprire elementi imbarazzanti o segni di debolezza contro il crimine, con cui definirla e demolirla subito, presentandola in una luce negativa al pubblico preoccupato per la propria sicurezza.
[…] Trump attaccherà […], incluso il soprannome già affibbiato alla sua risata sguaiata, e l’accusa di “cover up” per aver mentito sul declino di Biden. Ma ha il problema di perdere la pazienza con le donne, rischiando sempre di apparire misogino e razzista. Con Hillary Clinton gli era andata bene, però fonti democratiche che la conoscono da vicino giurano che «Kamala sarà molto più tosta».