I FESTIVAL DEGLI SCAZZI - DA UN LATO IL FESTIVAL DELL'ECONOMIA DI TRENTO (IL PRIMO E L’ORIGINALE, ORGANIZZATO DAL "SOLE 24 ORE"), DALL'ALTRO QUELLO DI TORINO CHE VUOLE FARGLI CONCORRENZA E NASCE DALLA DIASPORA DEGLI ORGANIZZATORI TRENTINI, L’EDITORE LATERZA E L’ECONOMISTA BOERI - QUALCUNO PERÒ SI È GIÀ TIRATO INDIETRO PER NON FARE UNO SGARBO A CONFINDUSTRIA, E MANCANO I SOLDI PER ORGANIZZARLO...
-Giovanna Predoni per www.tag43.it
L’ultimo intervento ha il senso di un appello ecumenico. Lo ha fatto Elsa Fornero domenica 6 febbraio dalle pagine del Corriere di Torino (già, perché questa polemica viaggia nelle edizioni locali dei grandi quotidiani senza mai, per il momento, affiorare sulle pagine nazionali).
Si trovi un compromesso che consenta alle due manifestazioni di coesistere in pace, il senso delle accorate parole dell’ex ministra del Lavoro. Le due manifestazioni in oggetto sono il Festival dell’Economia di Trento (il primo e l’originale) e quello di Torino che nasce dalla diaspora degli organizzatori trentini, l’editore Giuseppe Laterza e l’economista Tito Boeri, che non si prendevano più con la nuova amministrazione provinciale a guida leghista, e hanno cercato (e trovato) ospitalità nella città delle Mole.
Annullata all’ultimo momento la conferenza stampa del festival torinese
Tutto bene quel che finisce bene? Nemmeno per sogno, perché mentre Trento, sotto la gestione del Sole 24 Ore, naviga a vele spiegate verso la 17esima edizione del festival, a Torino tutto è in alto mare.
Così alto che persino la conferenza stampa di presentazione dell’evento, convocata in pompa magna per venerdì 4 febbraio, è inopinatamente saltata all’ultimo momento. Che succede? Succede che qualcuno, specie in ambienti confindustriali, si sta tirando indietro, perché andare contro Confindustria che è l’editore del Sole che organizza Trento suscita qualche tardiva remora.
Ma succede anche, e forse questa è la ragione principale, che mancano i soldi. Dei 1,5 milioni di budget necessario a tutt’oggi la copertura arriva a poco più di 600 mila euro. Pochini, e per giunta chi aveva deliberato come la Fondazione Crt che nel piatto pensava di mettere 250 mila euro, ha sospeso al pratica in attesa di capire come andrà a finire.
Giuseppe Laterza e Tito Boeri irremovibili sulle date
Il bello è che a Torino il Festival lo vogliono tutti: Comune e Regione trasversalmente uniti nel sostegno, l’università, le camere di commercio, La Stampa che per bocca del suo direttore Massimo Giannini (forse memore di quando faceva Affari&Finanza, il supplemento economico di Repubblica) ha manifestato pieno sostegno.
Last ma certo non least la Compagnia di Sanpaolo, per bocca del suo infaticabile presidente (in scadenza) Francesco Profumo che ci terrebbe proprio tanto al punto che, non potendo per statuto dare soldi direttamente, li ha fatti girare per il tramite della sua affiliata Fondazione Collegio Carlo Alberto presieduta da Giorgio Barba Navaretti.
Insomma, la Torino che conta, quella che piace alla gente che piace, il suo Festival internazionale dell’Economia lo vuole proprio. Ma allora dove sta il problema? Sta nel fatto che Laterza e Boeri lo vorrebbero negli stessi giorni della manifestazione trentina, ovvero dal 2 al 5 giugno.
Ora è vero che, come la pubblicità dei gelati Motta, due è meglio che uno, ma farli proprio coincidere nelle stesse date non è che abbia molto senso. La palla è dunque passata a Laterza e Boeri, dai quali è arrivata una disponibilità a spostare Torino dal 31 maggio al 4 giugno, ovvero un simpatico sfottò con respingimento al mittente delle richieste.
A quel punto qualcuno ha avuto l’idea che poteva risolvere il busillo. Ma se copiassimo da MiTo, la fortunata kermesse musicale il suo programma ogni settembre unisce Milano e Torino? Non si potrebbe fare la stessa cosa con Trento?
L’appello di Enrico Salza, grande vecchio del potere torinese
Sforzo conciliatorio notevole, ma un po’ balzano. Un conto infatti è replicare un concerto, un altro una conferenza o l’intervento di un premio Nobel dell’Economia. E poi tra Milano e il capoluogo sabaudo c’è un’ora di strada, con Trento la logistica è assai più complicata tanto che non è immaginabile un andirivieni di relatori sull’asse Est-Ovest.
I torinesi che non vogliono litigare con il giornale degli industriali contropropongono allora due date, Trento a giugno e Torino a settembre. Potrebbe essere l’uovo di Colombo e infatti sono tutti d’accordo meno Laterza e Boeri, che evidentemente hanno ancora il dente avvelenato dopo lo sfratto trentino e vogliono vendicarsi dell’affronto.
Sulla diatriba interviene anche un altro padre nobile della torinesità, Enrico Salza, che in anni lontani fu pure presidente del Sole 24 Ore e in anni più recenti importante protagonista della fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi (piccolo inciso: la banca guidata da Carlo Messina è tradizionalmente sponsor di Trento e ora sarebbe chiamata, anche per doveri territoriali, a fare lo stesso a Torino).
L’appello di Salza è sulla falsariga di quello di Fornero: «Questo non è il tempo delle contrapposizioni, ma della collaborazione…mettano insieme un’offerta scientifica articolata in due momenti distinti e distanti tra loro…».
Insomma, la vicenda del festival e del suo doppio stanno diventando un affare che rischia di far litigare la gente ai piani nobili. Per uscirne senza ulteriori polemiche e conflitti, o per andare gli uni contro gli altri a muso duro, le prossime ore saranno decisive.