A FIANCO DI ORBAN CI SONO RIMASTI SOLO SALVINI E MELONI – IL PARLAMENTO EUROPEO HA VOTATO UNA RISOLUZIONE CONTRO IL PRIMO MINISTRO UNGHERESE, CHE CONTINUA A TENERE SOTTO SCACCO OGNI DECISIONE CON I SUOI VETI – L’OBIETTIVO È CHIEDERE AL CONSIGLIO DI TOGLIERE A BUDAPEST IL DIRITTO DI VOTO, E NON SBLOCCARE I 10,2 MILIARDI FERMI PER IL MANCATO RISPETTO DELLO STATO DI DIRITTO – LEGA E FRATELLI D’ITALIA HANNO VOTATO CONTRO…
-Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”
Non è servito a nulla il tentativo degli eurodeputati della Lega e di Fratelli d'Italia di correre in difesa di Viktor Orban: il Parlamento europeo ha lanciato un duro attacco contro il governo ungherese che «minaccia i valori, le istituzioni e i fondi dell'Ue».
La risoluzione, seppur non giuridicamente vincolante, chiede al Consiglio di andare avanti con la procedura prevista dall'articolo 7, invita le altre istituzioni a «non cedere al ricatto» di Orban e minaccia azioni legali contro la Commissione per lo sblocco dei fondi.
La reazione del leader di Fidesz non si è fatta attendere. Orban è tornato a criticare il Parlamento europeo e ha ribadito la sua contrarietà al piano di aiuti da 50 miliardi per l'Ucraina che sarà discusso al vertice straordinario del 1° febbraio. «Se vogliamo aiutare Kiev – ha detto – facciamolo al di fuori del bilancio Ue e su base annuale». Una mossa per poter così usare ogni anno il potere di veto in occasione del via libera ai fondi.
La risoluzione adottata dal Parlamento punta il dito contro l'atteggiamento di Orban che sta tenendo sotto scacco il Consiglio europeo ed esprime «profonda preoccupazione per l'ulteriore erosione della democrazia, dello Stato di diritto e dei diritto fondamentali, in particolare attraverso il cosiddetto pacchetto di Protezione della sovranità nazionale».
Per questo, il Parlamento invita il Consiglio Ue a determinare se l'Ungheria abbia commesso «gravi e persistenti violazioni dei valori Ue», anche se difficilmente l'iter previsto dall'articolo 7 andrà avanti: dal 1° luglio sarà proprio Budapest a guidare la presidenza di turno dell'Unione.
C'è poi il capitolo relativo ai fondi, con il Parlamento che «deplora» la decisione della Commissione di sbloccare fino a 10,2 miliardi precedentemente congelati «nonostante l'Ungheria non abbia adottato le riforme richieste sull'indipendenza della magistratura».
Il testo della risoluzione è stato approvato con una larghissima maggioranza: 345 i voti a favore […] 104 contrari (sostanzialmente i conservatori e il gruppo Identità e Democrazia), oltre a 29 astenuti. Fatta eccezione per i leghisti e i meloniani, tutti gli altri italiani (tranne l'ex leghista Francesca Donato) hanno votato a favore. Anche gli eurodeputati di Forza Italia che erano presenti al momento del voto.