FIGURACCE PER MARI(O) E PER MONTI - ORMAI IL PROFESSORE OVUNQUE VADA, APRE BOCCA E SFODERA GAFFES - L’ULTIMA È CON RAJOY: “SE IN ITALIA L’ECONOMIA VA MALE È COLPA DELLA CRISI IBERICA” - IL PREMIER DI MADRID S’E’ INCAZZATO E SUPERMARIO LO HA CHIAMATO PER SMENTIRE LE SUE DICHIARAZIONI, APPARSE SU TUTTI I GIORNALI ITALIANI - INTANTO LA PORTA-GAFFES BETTY OLIVI DÀ LA CACCIA A CHI LE HA DATO IL SOPRANNOME DI “MAFALDA” A DAGOSPIA…
Fausto Carioti per "Libero"
I colleghi di Betty Olivi, portavoce di Mario Monti, raccontano che l'unico vero motivo di preoccupazione della signora è l'epiteto di «Mafalda» che quotidianamente le viene rivolto dal sito Dagospia, nei frequenti retroscena sul microcosmo di palazzo Chigi. La Olivi si è rivolta a tutte le proprie conoscenze per arrivare al nome dell'anonimo dileggiatore. Invano.
Con il dovuto garbo, anzi, qualcuno degli interlocutori ha provato a farle capire che nel governo, di questi tempi, i problemi sono altri. Tentativi inutili anch'essi: la portavoce non sente ragione. Eppure la comunicazione del presidente del Consiglio ha più buchi di uno scolapasta. Le notizie che non dovrebbero uscire scappano da tutte le parti e le toppe sono sempre tardive e inefficaci.
Il risultato è il crollo verticale dell'unico valore aggiunto su cui il premier, e di riflesso il paese, poteva contare: l'immagine internazionale di Monti. Il professore bocconiano si è avviato lungo la discesa che conduce dal rango di superstar atlantica a quello di Fantozzi della periferia mediterranea. Senza manco l'atout delle pacche sulla schiena e delle barzellette sulle donnine, che tra noi latini qualche punto-simpatia lo produce sempre. La guerra tra poveri ingaggiata dal professore con la Spagna è lì a confermarlo.
La novità di ieri è la rivelazione fatta dal presidente iberico Mariano Rajoy ai giornalisti spagnoli. «Rajoy», riferisce l'edizione online del quotidiano El Pais, «ha svelato che Mario Monti, il primo ministro italiano, lo ha chiamato ieri (cioè mercoledì, ndr) per dire che non aveva detto ciò che è stato pubblicato dalla stampa italiana».
Come Silvio Berlusconi e Massimo D'Alema nelle loro migliori interpretazioni, quando posti davanti all'ennesimo patatrac da loro provocato tiravano la leva per azionare il piano B, sempre lo stesso: «Non c'è nulla di vero, è tutta colpa dei giornalisti». Però vedere Monti adottare gli stessi ripieghi non rassicura.
«Ciò che è stato pubblicato dalla stampa italiana» - e che Monti con il suo omologo di Madrid ha dovuto negare di aver detto - è quanto raccontato mercoledì dagli inviati al Cairo al seguito del presidente del Consiglio. Secondo il Corriere della Sera - non proprio un giornale ostile - Monti, commentando con i suoi il rialzo dello spread durante il viaggio ufficiale in Egitto, aveva detto che «non ci sono ragioni specifiche italiane, stiamo pagando di rimbalzo la crisi spagnola».
Per Repubblica «la diagnosi che il premier fa filtrare prima di imbarcarsi» era che «i motivi del nuovo contagio sono da cercare "nella crisi spagnola"». Versione identica insomma, passata dall'entourage del professore agli inviati dei quotidiani amici, secondo tradizione antica (e il rito bocconiano non fa eccezione).
Madrid non gradisce. Per il governo spagnolo, se l'Italia va male, la colpa è della crescita economica che manca. E puntare il dito su altre capitali, come ha fatto Monti, è da irresponsabili, perché equivale a suggerire alla speculazione il bersaglio su cui infierire. Così Rajoy si è messo in cattedra per spiegare all'economista Monti e agli altri accusatori della Spagna che in certe dichiarazioni occorre «prudenza».
Quindi ha ripagato il nostro con la sua stessa moneta: una bella soffiata ai quotidiani amici, la notizia che Monti gli ha telefonato (in privato) per scaricare la colpa su quei mistificatori dei giornalisti.
A palazzo Chigi, tanto per capirsi, volevano far credere di essersela cavata con un comunicatino di quattro righe, apparso mercoledì, in cui si sosteneva che il presidente del Consiglio «non ha in questi giorni commentato né direttamente né indirettamente» le cause del rialzo dello spread. Mentre il governo di Madrid, raccontano i giornali spagnoli, aveva chiesto a Roma una rettifica degna di questo nome.
Ora sappiamo che per ricucire lo strappo è stata necessaria una imbarazzante telefonata, che infatti Monti aveva pensato bene di non divulgare. E che Rajoy si è tolto la soddisfazione di raccontare. Fosse la prima volta. Poche settimane fa, parlando a Cernobbio davanti agli imprenditori in un convegno a porte chiuse, Monti aveva detto che la Spagna «non ha posto attenzione sui conti» e che «sta dando all'Ue preoccupazioni, perché i tassi salgono e ci vuole poco per ricreare contagio che potrebbe allargarsi».
Anche in questo caso fu necessario cospargersi il capo di cenere. Incontrando Rajoy a Seul qualche giorno dopo, Monti si disse «dispiaciuto» per l'incidente, ovviamente frutto di un «malinteso» creato da una sbagliata interpretazione delle proprie parole. «Diciamo che io non avrei mai fatto una dichiarazione simile», lo aveva bacchettato poco prima Rajoy.
Se fosse successo a Berlusconi un filotto simile di incidenti si sarebbe parlato di gaffeur internazionale, umiliazione per l'Italia e comunicazione dilettantesca. È successo a questi, e beati loro possono prendersi il lusso di passare il tempo dando la caccia all'inventore di Mafalda.