ALLA FINE DEL FUNERALE DI BERLUSCONI, URBANO CAIRO SI E’ INTRATTENUTO A LUNGO CON LICIA RONZULLI - I DUE HANNO PARLATO ALMENO UN QUARTO D'ORA DEL CAV MA ANCHE DI POLITICA. ALIMENTANDO, COSÌ, UN SOSPETTO CHE CIRCOLA SEMPRE PIÙ FORTE NEGLI AMBIENTI MELONIANI: “CAIRO È TROPPO ATTIVO IN QUESTA FASE” - IL PRESENZIALISMO DI URBANETTO HA CREATO ASPETTATIVE IN FORZA ITALIA E QUALCHE SOSPETTO TRA I FEDELISSIMI DELLA DUCETTA - MA SE LA DISCESA IN POLITICA E’ LONTANA, MOLTO PIÙ CONCRETA È UN'ALTRA PARTITA: COME DAGO-DIXIT, IL BOCCONE GROSSO E’ MEDIASET…
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Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”
In Duomo, commosso, c’è anche Urbano Cairo. Alla fine della cerimonia, il presidente di Rese del Torino, si intrattiene a lungo con Licia Ronzulli, capogruppo al Senato di Forza Italia e un tempo la più potente protagonista di Arcore, prima dell'ascesa irresistibile della quasi moglie Marta Fascina, che ne ha chiesto la testa.
I due parlano almeno un quarto d'ora di Berlusconi, certo, ma anche di politica. Alimentando, così, un sospetto che circola sempre più forte negli ambienti meloniani: «Cairo è troppo attivo in questa fase». L'imprenditore piemontese è stato spesso paragonato a Berlusconi, con il quale ha cominciato la sua carriera. Il percorso in effetti è simile, la pubblicità, i giornali, la televisione e anche il calcio.
Manca la politica, ma la tentazione, in astratto, c’è da tempo. […] Cairo ha concesso un'intervista al Tg1, un'altra, lunga e molto apprezzata, ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. Poi è stato ospite, trattenendosi fino a tarda notte, nello speciale di Enrico Mentana su La7. Presenze […] che hanno creato aspettative in Forza Italia e qualche sospetto tra i fedelissimi di Meloni. Se la discesa in campo di Cairo appare ancora futuribile, molto più concreta è un'altra partita: Mediaset. L'imprenditore ha smentito di essere pronto a un'offerta per il Biscione, ma chi ci ha parlato sa che non ha mai smesso di pensare ad allargare l'impero. E non è un caso forse che il 31 maggio sia stato ricevuto da Adolfo Urso, ministro per il Made in Italy, con delega alle comunicazioni. Un candidato erede.